Uber e taxi sono uguali secondo la Corte di Giustizia europea


Il commento di Conftrasporto dopo la pronuncia sul ricorso dei tassisti spagnoli

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La pronuncia della Corte Ue potrebbe incidere sul servizio Uber

ROMA – La pronuncia della Corte di Giustizia europea sul ricorso presentato dai tassisti spagnoli contro Uber è destinata ad infiammare l’ampio dibattito che nelle settimane scorse ha riguardato anche l’Italia.

Sul riordino del settore, dopo il lungo sciopero dei taxi, regna ancora l’incertezza nonostante i tentativi del Governo ma intanto dal Lussemburgo arriva una decisione che potrebbe lasciare il segno.

“Uber come i taxi: stesse regole, stessi obblighi” dice l’avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Maciej Szpunar, in merito a un ricorso intentato dai tassisti in Spagna.

“È la conferma di quanto diciamo da tempo” commenta il presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, Paolo Uggè.

“Il pronunciamento dell’avvocato Szpunar rafforza le nostre convinzioni. L’attività offerta da Uber via ‘app’ viene effettuata in abuso della professione e crea un regime di concorrenza sleale” spiega Uggè.

“D’accordo:l’opinione dell’avvocato Szpunar non è vincolante per la successiva sentenza della Corte di Lussemburgo, ma pone un problema reale e apre la strada perché gli Stati membri possano imporre l’obbligo di licenze e autorizzazioni come per i taxi e gli Ncc. Uber chieda le autorizzazioni e assuma il personale, così sarà in regola. Ora ci aspettiamo che anche l’Italia condivida e concretizzi queste conclusioni” conclude Uggè.

Il Codacons: “Parere superato e inapplicabile”

Sulla pronuncia odierna la pensa diversamente il Codacons. Per l’associazione dei consumatori “il parere dell’avvocato generale della Corte Ue secondo cui Uber può essere obbligata a possedere le licenze richieste dalle legislazioni nazionali per i taxi, è superato e inapplicabile, e destinato a scontrarsi con una realtà ben diversa”.

“Il processo di liberalizzazione del settore dei trasporti è oramai inarrestabile e inevitabile, e per questo le conclusioni della Corte Ue appaiono obsolete e si scontrano con la realtà” spiega il presidente, Carlo Rienzi.

“Gli utenti reclamano a gran voce servizi come Uber utilizzati in tutto il mondo, e se verrà impedito alla società di operare in Italia nasceranno altre App analoghe e altri servizi alternativi ai taxi. Questo è il destino offerto dalla tecnologia e in tale direzione saranno costretti a legiferare i singoli stati e l’Unione Europea, indipendentemente da cosa deciderà la Corte Ue” conclude Rienzi.