Aumento accise, Conftrasporto minaccia lo stop dei tir


Il presidente Uggè: «Niente rincari o gli operatori potrebbero decretare la sospensione delle attività»

Conftrasporto chiede un’immediata marcia indietro sull’aumento delle accise

ROMA – Sull’aumento delle accise dei carburanti si leva un’altra voce contraria. È quella di Conftrasporto, sigla di Confcommercio, che riguardo all’ipotesi di rincari in fase di valutazione da parte dell’esecutivo fa sapere che non ci starà.

La Confederazione delle imprese di trasporto, che conta 35mila associate a livello nazionale, auspica in una nota che l’annunciato provvedimento, definito in ogni caso inaccettabile, non riguardi anche il settore dell’autotrasporto.

«In tal caso gli operatori potrebbero decretare la sospensione delle attività» dichiara il presidente di Conftrasporto e vicepresidente nazionale di Confcommercio, Paolo Uggè.

Conftrasporto ricorda che nel nostro Paese il prezzo del gasolio è il più caro d’Europa.

Per Uggè, inoltre, «non è possibile stipulare accordi con il Governo e poi trovarsi con tagli mai concordati su fondi strutturali legati al settore. Le intese già stabilite vanno rispettate. Mi riferisco, ad esempio, alla compensazione dell’accisa per il gasolio da autotrazione».

Per il presidente di Conftrasporto la previsione di ulteriori tagli porterebbe al risultato opposto rispetto agli obiettivi dichiarati dal Governo. Così facendo, infatti, non si rimetterebbero in equilibrio i conti pubblici e non sarebbe rispettato il diktat di Bruxelles.

Gli operatori del settore, secondo Conftrasporto, si vedrebbero infatti costretti a effettuare rifornimenti all’estero, producendo riduzioni significative alle entrate dello Stato.

Nell’ultima rilevazione del 23 gennaio scorso, il prezzo al litro del gasolio per autotrazione ha toccato in Italia 1,397 euro. L’incidenza delle tasse è del 62,2%.

Tutti gli altri Paesi dell’area Euro hanno invece prezzi nettamente inferiori ai nostri. Il pieno di gasolio costa agli italiani il 10,6% in più dei francesi. Si registra anche un +17,4% rispetto agli sloveni, il +17,5% sulla Germania e il +24,3% sulla Spagna.