Corsi regionali onicotecnico, Cna chiede nuove regole


La Confederazione: bloccare quelli sganciati da competenze e conoscenze di estetista

Professione onicotecnico: interviene la Cna

ROMA – I corsi regionali per la professione di onicotecnico necessitano di una nuova regolamentazione per evitare confusione tra operatori e consumatori.

È quanto afferma Cna Benessere e Sanità in una nota riguardo ad un recente provvedimento legislativo della regione Veneto.

La legge regionale riconosce la professione di onicotecnico attraverso l’istituzione di un corso di formazione e di un apposito registro, al di fuori della sfera di competenza esclusiva dell’estetista.

«La professione di onicotecnico deve essere svolta da soggetti provvisti di competenze e conoscenze, accurate e certificate, nel trattamento della superficie del corpo umano, come recita la legge 1/90 sull’attività di estetista» afferma la Cna Benessere e Sanità.

La Confederazione «apprezza l’interpellanza presentata dall’onorevole Rostellato, e firmata da altri 35 parlamentari, con la richiesta di intervento urgente al Governo sulla legge della Regione Veneto».

«Le Regioni, come tutti sanno, non possono istituire nuove professioni, una prerogativa che, nel nostro ordinamento, è attribuita allo Stato. Nell’attuale situazione il proliferare di corsi di formazione a livello regionale genera soltanto confusione sia fra gli operatori che nei consumatori» prosegue la Cna.

«Per questo auspichiamo una rapida approvazione della proposta di legge, presentata recentemente da Donati e altri parlamentari, che chiede la modifica della legge di settore sull’estetica introducendo, tra l’altro, proprio la figura di onicotecnico» si legge ancora nella nota.

«La nuova cornice legislativa permetterebbe infatti di avere un quadro omogeneo finalizzato a garantire parità di trattamento su tutto il territorio nazionale, con percorsi formativi integrati per l’operatore dell’onicotecnica all’interno dei corsi di estetista. Per dissipare qualunque incertezza Cna Benessere e Sanità sollecita il Governo a fornire una risposta immediata all’interpellanza, finalizzata ad evidenziare l’illegittimità del provvedimento della Regione Veneto, cosi come è accaduto nel recente passato in casi analoghi» conclude la Confederazione.