Il Collegio, il reality di Rai2 che fa tornare indietro nel tempo


In quattro puntate 18 teenager saranno protagonisti di un  viaggio che li trasporterà nel 1960

ROMA – Cosa accade quando 18 ragazzi vengono rispediti indietro nel tempo, fino al 1960? Arriva per la prima volta in tv l’innovativo docu-reality Il Collegio in onda da stasera, in prima serata alle 21.20 su RAI2. Un inedito esperimento sociale – prodotto da Magnolia – che mescola i linguaggi dell’observational documentary e del reality show.

Il Collegio, il docu-reality di Rai2

In quattro puntate settimanali, 18 teenager saranno protagonisti di un particolare viaggio nel tempo.

Li trasporterà nel 1960 nel Collegio Convitto di Celana a Caprino Bergamasco per un’esperienza educativa di formazione e di relazioni molto diversa e lontana dalla loro realtà quotidiana. La voce fuori campo è quella di Giancarlo Magalli.

Sul finire del 1960, era il 15 novembre, la RAI mandava in onda la prima puntata della trasmissione Non è mai troppo tardi.

Attraverso quell’esperimento televisivo il maestro Manzi ha alfabetizzato milioni di italiani che ancora non sapevano leggere e scrivere.

Dopo 56 anni Il Collegio si propone di “alfabetizzare” un gruppo di adolescenti alla disciplina e al sapere di quello stesso anno. Il loro obiettivo didattico sarà quello di ottenere la Licenza di Scuola Media del 1960, la stessa che i loro nonni hanno dovuto conseguire.

Il Collegio è un esperimento di “ritorno al passato” che mira ad aiutare un gruppo di ragazzi tra i 14 e i 17 anni a “rientrare nel futuro” più forti e consapevoli di ciò che li ha preceduti.

Il Collegio propone un metodo educativo alternativo, un inedito ritorno ai principi della “vecchia” scuola. Gli studenti, catapultati in questa epoca, dovranno imparare poesie a memoria, avere una bella calligrafia, alzarsi in piedi quando entra il professore. E ancora: finire tutto quello che hanno nel piatto e soprattutto fare i compiti senza Wikipedia, smartphone o tv, computer e musica accesi contemporaneamente.

Che effetti avrà sulla loro attenzione? Impareranno i ragazzi ad esprimere il loro “mi piace” senza usare un emoticon? E a divertirsi senza la playstation con quei giochi che una volta si facevano in cortile?

Gli “sdraiati” di oggi, per dirla come Michele Serra, insofferenti all’autorità e spesso ritenuti indolenti si scontreranno con un metodo e una disciplina ferrea e un rigore comportamentale ormai fuori moda difficile da affrontare.

A sette professori, un preside e due sorveglianti il compito di istruirli al meglio per la prova finale.