Renzi si dimette: esperienza di Governo finisce qui


L’annuncio del premier dopo il referendum sulle riforme costituzionali

Il premier Matteo Renzi a Palazzo Chigi
Il premier Matteo Renzi a Palazzo Chigi

ROMA – «Come era evidente e scontato dal primo giorno l’esperienza del mio Governo finisce qui. Domani riunirò il Consiglio dei Ministri, ringrazierò i mie colleghi per questa avvenuta e poi salirò al Quirinale dove consegnerò le mie dimissioni».

Lo ha affermato pochi istanti fa il premier Matteo Renzi, dopo i primi risultati parziali del referendum sulle riforme costituzionali che danno il No nettamente in vantaggio.

«Nella politica italiana non perde mai nessuno. Io ho perso e lo dico a voce alta. Lo dico con il nodo in gola: non sono riuscito a portarvi alla vittoria. Ho fatto tutto quello che penso si potesse fare. Credo nella democrazia e per questo quando uno perde non fa finta di nulla. Credo nell’Italia e credo sia doveroso cambiarla. Ma non siamo stati convincenti. Mi dispiace, ma andiamo via senza rimorsi» ha aggiunto Renzi.

«Volevamo vincere e non partecipare. Mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta ha» ha poi aggiunto.

Renzi, nel suo discorso a Palazzo Chigi, ha rivolto un pensiero al fronte del Sì, uscito sconfitto dalla consultazione popolare.

«Agli amici del Sì che hanno condiviso il sogno di questa riforma consegno un abbraccio forte uno per uno. Ci abbiamo provato, dato agli italiani una chance di cambiamento ma non ce l’abbiamo fatta. Abbiamo ottenuto milioni di voti, non sufficienti. Chi lotta per un’idea non può perdere, sentitevi soddisfatti per il vostro impegno, la vostra passione e le vostre idee. C’è rabbia, amarezza ma dovete essere fieri. Arriverà il giorno che festeggerete una vittoria e vi ricorderete delle lacrime di stanotte».

Infine Renzi si è congratulato con il fronte del No. «Il No ha vinto in modo straordinariamente netto. Faccio le mie congratulazioni ai leader del No. Questo voto gli consegna oneri e onori insieme a una grande respnsabilità a partire dalla proposta delle regole elettorali».