I cittadini europei chiedono di contare di più


Lo rivela l’ultimo Eurobarometro del Parlamento europeo

In Italia solo il 20% dei cittadini pensa che la propria opinione conti per quel che riguarda le decisioni a livello europeo
In Italia solo il 20% dei cittadini pensa che la propria opinione conti per quel che riguarda le decisioni a livello europeo

ROMA – I cittadini dell’Unione europea chiedono di contare di più e si lamentano del fatto che la loro voce non viene ascoltata dai loro rappresentanti istituzionali.

È quanto emerge dall’ultimo Eurobarometro del Parlamento europeo, che rivela come il 68% degli italiani pensa che le cose stiano andando nella direzione sbagliata nel proprio paese e il 56% in Europa.

L’Eurobarometro 2016 è stato condotto nei ventotto Stati membri fra il 24 ottobre e il 3 novembre 2016 con interviste faccia a faccia a un campione di 27768 persone dai quindici anni in su e ha dato risultati molto diversi Paese per Paese.

Per sei italiani su dieci ciò che unisce i cittadini europei resta più importante di ciò che li divide, ma solo un italiano su cinque pensa di poter far sentire la propria voce in Europa, uno su quattro in Italia.

A livello di Unione europea, il 71% degli intervistati è convinto che le cose che uniscono i cittadini europei siano più importanti di quelle che li dividono (in Italia siamo al 60%, dieci punti in meno rispetto al 2015), e il 53% che essere membri dell’Ue sia una cosa positiva per il proprio Paese (a esserne convinto in Italia un cittadino su tre).

In generale, a livello di Ue, quello che emerge è che gli indicatori riguardanti il sostegno dei cittadini al progetto europeo restano pressoché invariati dal 2009 a oggi.

Come nel 2015, anche nel 2016 sei europei su dieci restano convinti che far parte dell’Ue abbia portato benefici al proprio Paese, mentre è il 38% degli intervistati italiani a pensarla in questo modo.

L’Italia è ultima in questa particolare classifica, capeggiata dal 80% di cittadini polacchi, estoni, lituani e irlandesi convinti di aver avuto benefici dall’essere membri dell’Ue.

Fra gli elementi chiave per definire l’identità europea, il 50% degli intervistati cita la democrazia e la libertà, mentre solo il 33% indica l’Euro (nel 2015 era il 39%). Per quasi la metà degli intervistati a livello Ue (il 46%) avere un sistema di welfare armonizzato per tutti gli Stati membri contribuirebbe a rafforzare il sentimento di cittadinanza europea.

Ascoltare di più i cittadini in Europa e nei loro Paesi

Il 37% degli intervistati pensa che la propria voce conti in Europa, dato analogo al 2015, mentre il 53% ritiene di essere ascoltato in merito alle decisioni nel proprio paese (nel 2015 era il 63%).

In Italia solo il 20% dei cittadini pensa che la propria opinione conti per quel che riguarda le decisioni a livello europeo e il 25% è convinto di essere ascoltato a livello italiano.

I cittadini europei poi hanno una visione non positiva del futuro, con la maggioranza degli intervistati che pensa che le cose stiano andando nella direzione sbagliata sia in Europa (54%, +13% rispetto al 2015) che nel proprio Paese (58%, +14% rispetto al 2015).