A Rio l’Italvolley merita solo applausi


Bilancio degli sport di squadra positivo con altri due argenti e un bronzo

ROMA – Calato definitivamente il sipario sulle Olimpiadi di Rio de Janeiro, è tempo di ultimi bilanci. Grandi soddisfazioni per l’Italia, che ha chiuso con 28 medaglie la sua avventura olimpica, sono arrivate anche dagli sport di squadra. Tre argenti (volley maschile, pallanuoto femminile, beach volley) e un bronzo (pallanuoto maschile) non rendono forse troppo merito a quanto visto in Brasile. Le nostre nazionali, partite a luci spente, con il passare dei giorni e delle partite disputate si sono imposte all’attenzione mondiale e solo per piccoli episodi non sono riuscite a salire sul gradino più alto del podio. Sarebbe stato il coronamento di cammini diversi accomunati da qualità, passione e sacrifici ma in prospettiva Tokyo 2020 c’è di che essere soddisfatti.

Nella foto Twitter gli azzurri dell'Italvolley, argento alle Olimpiadi di Rio
Nella foto Twitter gli azzurri dell’Italvolley, argento alle Olimpiadi di Rio

Volley maschile, l’oro resta tabù

Al Maracanazinho, nell’ultimo giorno dei Giochi, il Brasile si è messo ancora una volta l’oro al collo ma l’Italvolley (voto 9) vista a Rio merita solo applausi. Non inganni il 3-0 finale con cui i verdeoro si sono imposti togliendo agli azzurri, per l’ennesima volta, la soddisfazione della medaglia più preziosa che resta tabù. Il sestetto del Ct Blengini, dopo aver sofferto e vinto una semifinale epica con gli Stati Uniti, è rimasto attaccato con le unghie e con i denti alla nazionale di Bernardinho. Resta il rimpianto per due challenge che avrebbero potuto cambiare il corso della finalissima: uno nel secondo set con il punteggio in equilibrio e uno, forse quello più importante, nel terzo parziale con l’Italvolley che dal possibile 18-15 e servizio si è ritrovata sul 17-16 e Brasile in battuta. Zaytsev, Juantorena, Lanza, il baby fenomeno Giannelli e capitan Birarelli per tutta l’Olimpiade hanno regalato comunque emozioni a tutto il Paese e meritano comunque solo applausi. Se l’Italvolley ha piacevolmente stupito, lo stesso non si può dire per la nazionale di volley femminile (voto 4,5) che è l’unica nota stonata della spedizione azzurra. Il successo finale con la cenerentola Portorico non cancella l’amarezza per l’eliminazione nella fase a gironi, dopo quattro ko netti con Serbia, Cina, Olanda e Stati Uniti. Il caso Diouf, l’atleta prima convocata e poi rispedita a casa dal Ct Bonitta, non può e non deve essere una scusante per una nazionale che ha disputato un Olimpiade ben al di sotto delle aspettative.

La coppia azzurra del beach volley va a caccia della medaglia d'oro
La coppia azzurra del beach volley ha sfiorato la medaglia d’oro

Nicolai-Lupo, un argento che vale oro

Dal parquet alla sabbia, c’è sempre il Brasile di mezzo tra gli azzurri e l’oro. Sulla spiaggia di Copacabana, al pari dell’Italvolley, anche la coppia azzurra formata da Nicolai e Lupo (voto 9) si è dovuta arrendere ai beniamini di casa Alison-Bruno. L’argento non sminuisce però, come per la nazionale di volley, la splendida cavalcata della coppia azzurra che dopo un inizio sofferto ha messo sotto chiunque. Ora Nicolai e Lupo hanno già nel mirino i Giochi in Giappone tra quattro anni. L’esperienza maturata in Brasile si spera che possa aiutare i due beacher di casa nostra a conquistare il gradino più alto del podio. Obiettivo Tokyo 2020 anche per l’altra coppia italiana, quella composta da Carambula e Ranghieri (voto 7). Se non ci fosse stato il derby negli ottavi a sbarrare loro la strada forse l’Italia sarebbe riuscita a portare ben quattro atleti ai quarti. Per il duo che ha fatto innamorare il pubblico brasiliano con la “sky ball” di Carambula il debutto in un’Olimpiade è comunque più che positivo.

La festa delle azzurre del Setterosa per l'argento
La festa delle azzurre del Setterosa per l’argento

Setterosa e Settebello: sono due medaglie pesanti

Oltre all’Italvolley e alla coppia Nicolai-Lupo nel beach, anche dagli sport di squadra in vasca sono arrivate enormi soddisfazioni per la spedizione italiana. Brilla l’argento conquistato dal Setterosa (voto 9) che dopo un cammino perfetto si è arreso solo in finale alle fortissime statunitensi. La nazionale del Ct Conti ha regalato all’Italia la seconda medaglia in assoluto (dopo l’oro di Atene 2004) alle Olimpiadi (il torneo donne è stato inaugurato a Sydney 2000). Splendido anche il bronzo ottenuto dal Settebello (voto 8,5), che ha pagato a caro prezzo i primi due quarti della semifinale persa nettamente con la fortissima Serbia ma ha saputo rialzare la testa nella finalina con il Montenegro. Per la giovanissima nazionale allenata dal Ct Campagna («tutti i ragazzi sono stati strepitosi, hanno disputato un torneo fantastico. Tutti sono stati eroici» ha detto dopo aver conquistato il bronzo) ci sarà la possibilità di rifarsi a Tokyo.

Nella foto FIDAL Alessia Trost, che ha chiuso al quinto posto la finale di salto in alto femminile
Nella foto FIDAL Alessia Trost, che ha chiuso al quinto posto la finale di salto in alto femminile

L’atletica chiude senza medaglie come 60 anni fa

L’incubo di concludere l’Olimpiade senza neppure una medaglia nell’atletica si è materializzato con il ritiro di Daniele Meucci nella maratona conclusiva di domenica. Il forfait dopo pochi chilometri dell’atleta pisano ha fatto calare il sipario su una spedizione che, senza la punta di diamante Tamberi e con Schwazer fuori gioco per il discusso caso doping, ottiene un risultato negativo che mancava da 60 anni. Quattro anni fa a Londra il triplista Donati era riuscito a centrare il bronzo e a “sporcare” lo zero alla voce medaglie ma a Rio c’è stato poco da fare. Nelle prove di velocità la staffetta azzurre femminile 4×400 (voto 5,5) ha fatto quello che ha potuto ma il nuovo record italiano non è bastato a colmare la distanza dalle altre, che resta abissale. Libania Grenot (voto 5,5) è riuscita ad entrare in finale nei 400 chiusi all’ultimo posto mentre il rimpianto più grande è quello del salto in alto femminile dove Alessia Trost (voto 5,5) e Desireé Rossit (voto 5,5) non sono riuscite ad approfittare della finale in cui le prime tre hanno saltato tutte sotto ai due metri. Tra i pochi a salvarsi la marciatrice Antonella Palmisano (voto 7), quarta nella 20 km, e Riccardo De Luca (voto 6,5) che nel pentathlon ha sfiorato il bronzo chiudendo quarto con gli stessi punti del francese Prades.