Ciclismo azzurro ai piedi di Elia Viviani


Bilancio positivo per il ciclismo italiano alle Olimpiadi brasiliane

Elia Viviani festeggia dopo l'oro nell'Omnium, specialità del ciclismo su pista
Elia Viviani festeggia dopo l’oro nell’Omnium, specialità del ciclismo su pista

ROMA – Domani calerà il sipario sulle Olimpiadi di Rio ed è tempo di altri bilanci come quello del ciclismo. Un oro, luccicante, e un bronzo che vale quasi come la medaglia del metallo più prezioso lo rendono più che positivo. L’Italia aggiunge infatti un podio a quelli singoli conquistati a Londra 2012 (bronzo di Marco Aurelio Fontana nella mountain bike) e Pechino 2008 (bronzo di Tatiana Guderzo nella prova in linea). Un oro, luccicante, e un bronzo che vale quasi come la medaglia del metallo più prezioso. È più che positivo il bilancio del ciclismo italiano a Rio, che aggiunge un podio a quelli singoli conquistati a Londra 2012 (bronzo di Marco Aurelio Fontana nella mountain bike) e Pechino 2008 (bronzo di Tatiana Guderzo nella prova in linea).

Viviani nell’olimpo

Due giorni per entrare nella storia. Sono quelli che ha impiegato Elia Viviani (voto 10) per mettersi definitivamente alle spalle le velleità di campioni del ciclismo su pista come Mark Cavendish o il danese Hansen, oro quattro anni fa a Londra. Ma a Rio la stella che ha brillato più di tutte è quella del veronese che nell’Omnium, prova logorante e al tempo stesso tra le più divertenti, ha conquistato un oro stratosferico. In campo maschile mancava dal 2004, quando Paolo Bettini vinse ad Atene la prova in linea e, in pista, addirittura da Sydney 2000 con Antonella Bellutti (oro nella corsa a punti). L’azzurro, che al termine delle prime tre prove disputate nella giornata iniziale occupava la seconda posizione con 104 punti (scratch 28; inseguimento 36; eliminazione 40), nelle gare conclusive è risalito al comando della classifica generale con 140 punti, grazie al 3° posto nel km a cronometro. Poi, nella prova finale, dopo una caduta che ha fatto tremare i polsi dagli sprint sono arrivati i punti che hanno fatto alzare le braccia al cielo al campione veronese.

Elisa Longo Borghini nella prova a cronometro, chiusa al quinto posto
Elisa Longo Borghini nella prova a cronometro, chiusa al quinto posto

Longo Borghini da applausi

La prima medaglia azzurra nel ciclismo è arrivata grazie a Elisa Longo Borghini (voto 9) che nella prova in linea femminile su strada si è arresa solo all’olandese Anna Van der Breggen e alla svedese Emma Johansson. La ciclista piemontese ha bissato così il terzo posto ottenuto nel Mondiale del 2012 di Valkenburg. Poi ha sfiorato il podio anche nella prova a cronometro, la sua specialità (è stata per due volte campionessa italiana nella specialità). Longo Borghini ha chiuso al 5° posto, staccata di 14 secondi dalla terza piazza occupata dall’olandese Ellen Van Dijk.

Nibali a terra dopo la caduta a 12 chilometri dal traguardo
Nibali a terra dopo la caduta a 12 chilometri dal traguardo

Nibali, che peccato

Ci si è messa la sfortuna tra il sogno di medaglia di Vincenzo Nibali e della nazionale maschile (voto 8,5) del Ct Davide Cassani. La corsa e le speranze dello “Squalo dello Stretto” si sono spezzate a 12 chilometri dal traguardo, sulla discesa di Vista Chinesa. Il messinese, in fuga con con il colombiano Henao e il polacco Majka, è caduto sull’asfalto, reso viscido dalla pioggia e, con una doppia frattura alla clavicola, non è più riuscito a rialzarsi. «Mi stavo giocando tutto. Stavo veramente bene, ho provato a vincere. Stavo allungando. Non volevo il secondo o il terzo posto, no, io ero lì per l’oro. E volevo arrivare al traguardo da solo» ha detto una volta rientrato in patria. Fino a quel momento Nibali, aiutato anche dal compagno di nazionale Fabio Aru, sesto al traguardo, era stato il migliore e in un’ipotetica volata a tre con i compagni di fuga sarebbe stato il più accreditato per l’oro. È grande dunque il rimpianto ma la squadra azzurra merita solo applausi.