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“Sillabari d’Appennino” fino al 22 febbraio 2026 a Piacenza

Sillabari d'Appennino

XNL Piacenza – Centro per l’arte contemporanea, il cinema, il teatro e la musica della Fondazione di Piacenza e Vigevano – torna ad aprire i suoi spazi espositivi ospitando a partire dal 18 dicembre Sillabari d’Appennino

XNL Piacenza – Centro per l’arte contemporanea, il cinema, il teatro e la musica della Fondazione di Piacenza e Vigevano – torna ad aprire i suoi spazi espositivi ospitando a partire dal 18 dicembre Sillabari d’Appennino, una mostra dedicata alle terre alte, ritratte nelle immagini di Alessandra Calò e Sergio Ferri. Un progetto ampio e articolato, a cura di Enrica Carini, che accompagna i visitatori in un percorso di scoperta e memoria. Dalla residenza artistica di Calò sui monti di Reggio Emilia è nato Rogazioni Silvestri – Erbario Mistico d’Appennino: fotografie che ripercorrono il legame tra uomini e territorio e si intrecciano con la poesia, grazie ai versi di Mara Redeghieri presentati a corredo delle opere. Le Terre alte di Sergio Ferri spostano il focus sull’alta provincia piacentina, proponendo una galleria di volti e frammenti di paesaggio che raccontano la vita di chi questi luoghi ha scelto di viverli e di non abbandonarli, nonostante le difficoltà.

«Abbiamo voluto porre al centro dell’attenzione il nostro territorio, letto attraverso la fotografia d’autore, come già era avvenuto in passato a XNL in occasione dei progetti Perimetro Piacenza, Photobuster e Spazi in attesa, dedicati alla città, e abbiamo scelto di farlo oltrepassando i luoghi urbani e allargando il racconto all’Appennino. Le immagini in mostra, e la trama narrativa che è stata costruita intorno ad esse, costituiscono una sorta di riflessione che è un omaggio a terre che sono patrimonio di biodiversità, paesaggio e tradizione, identità e radici e anche a tutta l’umanità che ogni giorno lo abita e lo presidia», commenta il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi.

«L’Appennino è un sillabario di parole, immagini e sentimenti, una intera lingua, che parla di radici e abbandoni, paesi e isolamenti, memorie e desideri – illustra il progetto la curatrice Enrica Carini -, una casa dalle finestre spalancate – abbandonata forse? – in cui tenersi stretti, come sillabe, per non svanire. Come una sorgente, dunque, inizia dalle terre alte, una dedica ai nostri paesaggi attraverso i sentieri dell’arte con le opere di Alessandra Calò e Sergio Ferri: le loro immagini sono un sillabario vivo, un luogo in cui ritrovare segni e parole per dire ciò che ancora ci rappresenta».

Rogazioni Silvestri (Erbario mistico d’Appennino) di Alessandra Calò nasce dall’afflato ancestrale, insito nell’opera d’arte, di voler ripercorrere il legame che da millenni unisce la vita dell’uomo a quella del suo habitat terrestre. Nei testi poetici ispirati alle antiche Rogazioni pagane, risuona l’eco delle litanie di Gallia e Roma, rivolte al culto delle Dee Madri protettrici della fertilità, della semina e del raccolto fruttuoso.

È una personale e intima riflessione su quanto il territorio naturale circostante abbia, da sempre, influito in maniera indelebile sulla nascita del patrimonio mistico e sacro di un popolo: mitologie, leggende e riti sciamanici, da sempre volti a guarire ed espellere la radice del male dalle genti e dalle creature.

Alessandra Calò, attraverso un antico processo di stampa fotografica e Mara Redeghieri, con nuove parole, ripercorrono e restituiscono tracce del legame sacro e indissolubile tra creature umane e creature silvestri.

Le Terre alte di Sergio Ferri mostrano un Appennino come luogo non solo da contemplare, ma da ascoltare, e soprattutto da comprendere. Volti, gesti, scorci e frammenti di paesaggio ci accompagnano dentro una quotidianità rarefatta e incerta. Il lavoro di Ferri non è una difesa d’ufficio dell’Appennino, né l’ennesima denuncia su un inesorabile declino. Le sue immagini evocano un contatto con la natura che va oltre l’idillio: una relazione che implica fatica, rottura, incertezza. Vivere nell’Appennino è una decisione consapevole, che porta con sé rinunce, solitudini, talvolta disillusione. È un modello di vita che stride con le promesse della modernità urbana, fatta di comfort e accessibilità totale. Il lavoro di Sergio Ferri ci conduce, con delicatezza visiva e profondità, a confrontarci con domande che attendono ancora una risposta. Ci restituisce un’umanità che continua a esistere, prima ancora che resistere.

Sillabari d’Appennino è anche un percorso multidisciplinare, che propone una esperienza in cui poter avvicinarsi a un bosco in miniatura, fatto di piccoli alberi, semi, foglie, piante di sottobosco, e uno spazio in cui poter stare, fermarsi, riflettere e raccontare che cosa è per ogni visitatore l’Appennino. Saranno inoltre importanti i momenti di incontro e di dialogo con i visitatori e la didattica che si fonderà non solo sulla mediazione del patrimonio culturale ma anche di quello naturale e territoriale. Tutto sarà connesso da una sonorizzazione dedicata realizzata dal dipartimento di nuovi linguaggi del conservatorio che ha sede in XNL Musica, per la quale si ringraziano il direttore Roberto Solci, Giammarco Romiti e Riccardo Dapelo.

Dopo l’inaugurazione, la mostra proseguirà fino al 22 febbraio 2026, a ingresso gratuito. Sono in via di definizione incontri di public program e le attività della sezione XNL Edu rivolte alle scuole del territorio, ideate e condotte da Enrica Carini.

Il programma Arte di XNL è promosso da Rete Cultura Piacenza, che comprende Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio dell’Emilia e Diocesi di Piacenza-Bobbio.

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