In occasione di Arte Fiera, garage BENTIVOGLIO inaugura l’anno 2026 con un nuovo appuntamento e presenta nella vetrina su via del Borgo di San Pietro Temporali di Alberto Garutti
In occasione di Arte Fiera, garage BENTIVOGLIO inaugura l’anno 2026 con un nuovo appuntamento e presenta nella vetrina su via del Borgo di San Pietro Temporali di Alberto Garutti, un’opera che mette in relazione lo spazio espositivo con un fenomeno naturale distante e imprevedibile, trasformando un evento atmosferico in un’esperienza d’arte intima e quotidiana. La luce dell’installazione diventa quindi il segno visibile di qualcosa che accade altrove, stabilendo un legame invisibile tra chi osserva e un cielo lontano.
L’opera si inserisce idealmente nella tradizione di artisti che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, hanno messo in discussione la scultura spostandone il campo d’azione oltre l’oggetto, verso il paesaggio, il tempo e l’attesa. Se lavori come The Lightning Field di Walter De Maria affidavano l’esperienza a un pellegrinaggio in luoghi remoti carichi dell’attesa dell’avverarsi di un fenomeno atmosferico, Garutti compie un gesto opposto: non interviene sul territorio, ma sull’esistente, insinuandosi nel sistema elettrico e facendone un dispositivo sensibile al mondo.
«Garutti conosce le leggi del mondo e ce ne fa dono: l’opera è infatti “dedicata a coloro che passando di lì pensano al cielo”, non necessariamente quello sotto cui si trovano, ma forse un altro, lontano», racconta il curatore Davide Trabucco. «L’altrove è il centro di molti lavori dell’artista, nella consapevolezza che la verità che cerchiamo è sempre un passo oltre il nostro baricentro». In questa prospettiva, l’opera può manifestarsi senza testimoni o non manifestarsi affatto, esistendo anche nell’attesa e nella possibilità della sua attivazione: il temporale resta distante e invisibile, affidato all’immaginazione dello spettatore, che costruisce mentalmente il proprio cielo, il proprio lampo, il proprio tuono.
La programmazione di garage BENTIVOGLIO prosegue nel 2026 esplorando i legami tra gli artisti della collezione: si inizia con il collettivo austriaco Gelitin, noto per la varietà dei media e l’ironia come cifra stilistica; a seguire Ferruccio Laviani, architetto e art director di Kartell, con la sua esperienza nel lighting design; poi il dialogo tra Salvo e Jonathan Monk, in cui il citazionismo dell’artista inglese verso quello italiano riporta nel contemporaneo la questione della copia pedissequa; infine Angelidakis, Georgiou e Tsaroukis si confrontano in una sorta di collettiva degli artisti greci presenti nelle sale di Palazzo Bentivoglio, offrendo ulteriori prospettive sul rapporto tra spazio, storia e creatività contemporanea.
Orari di apertura: mercoledì – sabato, 19.00 – 23.00

