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BioMarin acquisisce Amicus per $4,8 mld

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BioMarin Pharmaceutical ha annunciato l’acquisizione di Amicus Therapeutics per 14,50 dollari per azione in contanti, per un valore complessivo di circa 4,8 miliardi di dollari

BioMarin Pharmaceutical ha annunciato l’acquisizione di Amicus Therapeutics per 14,50 dollari per azione in contanti, per un valore complessivo di circa 4,8 miliardi di dollari, in una delle operazioni più rilevanti dell’anno nel settore delle malattie rare. L’accordo, approvato dai consigli di amministrazione di entrambe le società, rappresenta un premio del 33% rispetto al prezzo di chiusura di Amicus del 18 dicembre e dovrebbe essere finalizzato nel secondo trimestre del 2026.

Secondo l’amministratore delegato di BioMarin, Alexander Hardy, l’operazione avrà un impatto immediato sulle performance del gruppo: «Subito dopo il closing, la transazione è destinata ad accelerare la crescita dei ricavi di BioMarin e a rafforzarne il profilo finanziario».

Un portafoglio che si espande su Fabry e Pompe
Con l’acquisizione, BioMarin integra nel proprio portafoglio tre asset già commercializzati di Amicus:
• Galafold (migalastat) per la malattia di Fabry,
• il regime combinato per la malattia di Pompe composto da Pombiliti (cipaglucosidase alfa-atga) e Opfolda (miglustat).

Negli ultimi quattro trimestri, le vendite complessive di questi prodotti hanno raggiunto 599 milioni di dollari, un dato che BioMarin considera indicativo di un elevato potenziale di crescita. L’azienda prevede che tali terapie contribuiscano in modo significativo all’espansione dei ricavi fino al 2030 e oltre, rafforzando il posizionamento del gruppo come player leader nelle patologie genetiche rare.

Razionale industriale e sinergie
Dal punto di vista strategico, BioMarin punta a valorizzare la combinazione grazie alla propria scala operativa, alla presenza commerciale globale e a capacità produttive interne considerate tra le più avanzate del settore. «La complementarità tra le due aziende rende questa operazione un fit strategico eccezionale», ha sottolineato Hardy, lasciando intendere possibili sinergie sia sul fronte commerciale sia su quello manifatturiero.

Pipeline e opportunità future
Oltre ai farmaci già approvati, Amicus porta in dote anche i diritti statunitensi su DMX-200, una small molecule in Fase III per il trattamento della glomerulosclerosi focale segmentaria (FSGS), una patologia renale rara ad alto bisogno clinico. L’asset amplia ulteriormente le prospettive di crescita a medio termine del portafoglio BioMarin.
Capitolo legale: risolta la disputa su Galafold
In parallelo all’operazione, Amicus ha annunciato la risoluzione del contenzioso brevettuale negli Stati Uniti relativo alle versioni generiche di Galafold con Aurobindo Pharma e Lupin. Gli accordi rinviano l’ingresso dei generici al 30 gennaio 2037, in linea con un precedente patto già raggiunto con Teva. Tutte le azioni legali pendenti presso il tribunale federale del Delaware verranno pertanto archiviate.
Un segnale di consolidamento nel biotech delle malattie rare
Nel complesso, il deal conferma il rinnovato dinamismo dell’M&A nel biotech, in particolare nel segmento delle malattie rare, dove asset già sul mercato, con ricavi in crescita e una protezione brevettuale estesa, rappresentano obiettivi altamente appetibili. Per BioMarin, l’acquisizione di Amicus segna un passo deciso verso una diversificazione del portafoglio e una maggiore visibilità dei flussi di cassa nel lungo periodo.

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