Il nuovo inibitore orale della tirosina chinasi 2, deucravacitinib, ha prodotto tassi di risposta ACR20 duraturi fino alla settimana 52 nei pazienti con artrite psoriasica
Il nuovo inibitore orale della tirosina chinasi 2, deucravacitinib, ha prodotto tassi di risposta ACR20 duraturi fino alla settimana 52 nei pazienti con artrite psoriasica. Lo dimostrano i risultati di un’analisi a lungo termine dello studio registrativo POETYK PsA-1, presentata al recente congresso dell’American College of Rheumatology.
Razionale e disegno dello studio
Deucravacitinib è un inibitore orale selettivo della tirosin-chinasi 2 (TYK2), attualmente in fase di studio nell’artrite psoriasica (PsA) attiva negli studi globali, randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo (PBO), di fase III POETYK PsA-1 e PsA-2. Possiede un profilo clinico consolidato nella psoriasi a placche da moderata a severa (PsO), con oltre 5 anni di dati, ed è approvato in numerosi Paesi per la PsO.
I ricercatori hanno presentato al congresso i dati a 52 settimane dallo studio globale, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, di fase III POETYK PsA-1, che ha incluso complessivamente 670 pazienti. Tra questi, 336 sono stati randomizzati a deucravacitinib 6 mg al giorno, mentre 334 a trattamento placebo.I dati della settimana 16 dello studio (tutti positivi) erano stati precedentemente riportati al congresso EULAR, a giugno.
A 16 settimane, tutti i pazienti del gruppo placebo sono passati a trattamento con deucravacitinib.
I pazienti avevano una diagnosi di PsA da ≥3 mesi, soddisfacevano i criteri CASPAR, erano naïve ai DMARD biologici e presentavano PsO attiva o documentata, artrite attiva (≥3 articolazioni tumefatte e ≥3 dolenti), un livello di PCR ad alta sensibilità ≥3 mg/L e ≥1 erosione articolare a mani e/o piedi correlata alla PsA alla radiografia di screening.
L’endpoint primario era la risposta ACR20 alla W16. Gli endpoint secondari comprendevano misure di attività della malattia PsA, risposte cliniche articolari ed extra-articolari, progressione radiografica e qualità di vita.
Risultati principali
I dati riguardanti l’endpoint primario ACR20 a 52 settimane hanno mostrato un tasso di risposta del 63,1% per i pazienti trattati in modo continuativo con deucravacitinib e del 60,8% per i pazienti che sono passati dal placebo alla terapia attiva alla settimana 16. Le risposte ACR50/70 sono state mantenute fino alla settimana 52. Ulteriori risultati della settimana 52 hanno mostrato che il 66,8% dei pazienti nel gruppo trattato continuativamente con deucravacitinib e il 51,8% dei pazienti nel gruppo “switch” hanno raggiunto l’endpoint PASI-75 (Psoriasis Area and Severity Index-75).
Un altro risultato chiave dello studio è stato la dimostrazione dell’inibizione del danno strutturale, rispetto al placebo, osservata già alla settimana 16 e mantenuta fino alla settimana 52.
Il gruppo placebo, passato a deucravacitinib alla settimana 16, ha mostrato un’attenuazione della progressione radiografica fino alla settimana 52.
Analizzando più a fondo i risultati, i ricercatori hanno anche ricordato che i punteggi del Health Assessment Questionnaire sono migliorati fino alla settimana 52, così come i livelli di affaticamento misurati dallo SF-36. La fatigue è un dominio particolarmente importante per i pazienti con artrite psoriasica infiammatoria, hanno sottolineato i ricercatori.
La risoluzione di entesite e dattilite è stata osservata, rispettivamente, in circa il 60% e il 70% dei pazienti fino alla settimana 52.
Safety
I dati sulla sicurezza hanno mostrato che deucravacitinib è stato “ben tollerato” per l’intera durata dello studio. “Gli eventi avversi gravi sono stati osservati in una piccola proporzione di pazienti”, hanno aggiunto i ricercatori. “Non si sono verificati decessi nello studio. Non abbiamo rilevato preoccupazioni significative riguardo a neoplasie, eventi cardiovascolari o infezioni gravi.
Riassumendo
Nel complesso, deucravacitinib è risultato efficace nei pazienti con PsA sulla base delle risposte cliniche, dei patient-reported outcomes (PRO) e dell’inibizione della progressione radiografica, che hanno continuato a migliorare dopo la settimana 16 e si sono mantenute fino alla settimana 52.
Le risposte alla settimana 52 erano comparabili nei pazienti passati dal placebo a deucravacitinib alla settimana 16.
Il profilo di sicurezza è risultato coerente con quello già noto per deucravacitinib, senza nuovi segnali.
I dati sono risultati coerenti con i risultati dello studio POETYK PsA-2, confermando l’efficacia di deucravacitinib nella PsA e sottolineandone il favorevole profilo di sicurezza come primo inibitore selettivo di TYK2 valutato nella PsA.
Bibliografia
van der Heijde D et al. Efficacy and Safety of Deucravacitinib up to Week 52: A Multicenter, Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled, Phase 3 Study in Patients With Active Psoriatic Arthritis Who Are Naive to Biologic Disease-Modifying Antirheumatic Drugs [abstract]. Arthritis Rheumatol. 2025; 77 (suppl 9).

