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Obesità, GLP‑1 agonisti efficaci ma non devono sostituire dieta e attività fisica

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Linee guida OMS su obesità: GLP‑1 agonisti efficaci ma non devono non devono sostituire dieta equilibrata e attività fisica

Per il trattamento dell’obesità, i farmaci agonisti del recettore del GLP‑1 non devono sostituire una dieta equilibrata e l’attività fisica, ma possono rappresentare strumenti efficaci se integrati in un percorso di cambiamento dello stile di vita, a patto che venga migliorata l’accessibilità globale a queste terapie, hanno sottolineato le nuove linee guida dell’OMS appena pubblicate su JAMA.

Definita dall’OMS come una malattia cronica e recidivante, l’obesità è considerata una delle sfide più gravi di salute pubblica del nostro tempo, dal momento che colpisce oltre un miliardo di persone nel mondo e nel 2024 ha causato 3,7 milioni di decessi, pari al 12% di tutte le morti dovute a malattie non trasmissibili. Entro il 2030, il numero di persone con obesità è destinato a raddoppiare, raggiungendo i 2 miliardi.

Gli agonisti del GLP‑1, approvati dalla FDA da oltre vent’anni per il diabete di tipo 2, nel settembre scorso sono stati inseriti nella lista dei farmaci essenziali dell’OMS per il trattamento del diabete nei gruppi ad alto rischio. Più recentemente, semaglutide e tirzepatide hanno dimostrato una significativa riduzione del peso nei pazienti con obesità, portando alle approvazioni della FDA per questa indicazione nel 2021 e nel 2023.

Raccomandazioni per ora solo per gli adulti con BMI di almeno 30
Nella sua prima linea guida dedicata a questi farmaci, l’OMS formula due raccomandazioni:

Le raccomandazioni si applicano esclusivamente agli adulti con obesità, definita da un indice di massa corporea di almeno 30. Non vengono menzionati gli adulti in sovrappeso con comorbilità correlate all’obesità, per i quali gli agonisti del GLP‑1 sono comunque indicati. Si tratta di linee guida in divenire, che saranno aggiornate man mano che emergeranno nuovi dati, e sono attese a breve indicazioni specifiche sull’uso dei GLP‑1 agonisti nei bambini con obesità.

Da una condizione legata allo stile di vita a una malattia cronica complessa, prevenibile e trattabile
L’uso di terapie come tirzepatide, semaglutide e liraglutide negli adulti con obesità si fonda sul riconoscimento dell’obesità come malattia cronica e recidivante che richiede cure per tutta la vita. Come sottolineato dagli autori, i GLP-1 agonisti non rappresentano solo una semplice innovazione scientifica, ma segnano un cambiamento concettuale nel modo in cui la società affronta l’obesità, passando da una condizione legata allo stile di vita a una malattia cronica complessa, prevenibile e trattabile. Questa prospettiva può favorire una trasformazione più ampia, volta a costruire un sistema integrato di promozione della salute, prevenzione e cura, con attenzione all’equità.

Tuttavia, come ha ribadito il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, questi agenti non sostituiscono la necessità di una dieta sana e dell’attività fisica. «I nuovi medicinali sono strumenti clinici potenti che offrono speranza a milioni di persone, ma la sola medicina non risolverà la crisi dell’obesità», ha dichiarato, ricordando che si tratta di una malattia complessa con determinanti sociali, commerciali e ambientali che richiedono azioni coordinate in diversi settori.

Necessario garantire un accesso più ampio ed equo alle terapie GLP-1
Nonostante l’efficacia, esistono barriere importanti alla diffusione su larga scala di questi farmaci, come costi elevati, capacità produttiva limitata e vincoli della catena di approvvigionamento. L’OMS sottolinea che l’attuazione delle raccomandazioni dipende da tre fattori cruciali:

Ghebreyesus ha ribadito che la preoccupazione principale riguarda l’equità, infatti, anche nello scenario più favorevole, la produzione di tali farmaci coprirebbe solo circa 100 milioni di persone, meno del 10% della popolazione mondiale con obesità. Senza un’azione concertata, questi medicinali rischiano di ampliare il divario tra ricchi e poveri, sia tra Paesi diversi sia al loro interno. Tra le strategie per migliorare l’accesso vi sono la produzione di generici (in particolare con la scadenza del brevetto di semaglutide prevista per il prossimo anno), gli acquisti centralizzati, i prezzi differenziati, le licenze volontarie e lo sviluppo di formulazioni orali, che potrebbero semplificare produzione, logistica e conservazione.

Queste linee guida fanno parte del piano di accelerazione dell’OMS per fermare l’obesità e si basano su evidenze scientifiche, ispirate al principio della salute per tutti, affinché i progressi della ricerca possano beneficiare ogni persona, ovunque. Le raccomandazioni sono definite “condizionali”, poiché i benefici non superano in modo netto gli esiti indesiderati dal punto di vista del singolo paziente, della pratica clinica e della salute pubblica.

Gli autori hanno evidenziato la scarsità di dati su efficacia e sicurezza a lungo termine, titolazione, mantenimento e sospensione dei farmaci GLP‑1. Quando i benefici vengono confrontati con l’elevato costo di questi agenti, la preparazione insufficiente dei sistemi sanitari e le implicazioni di equità, il bilancio può risultare sfavorevole. Inoltre, le evidenze sull’efficacia della terapia comportamentale intensiva nel potenziare la perdita di peso indotta dai GLP‑1 agonisti sono di bassa certezza. La condizionalità riflette anche la variabilità delle priorità dei pazienti, gli impatti potenziali sull’equità sanitaria, la fattibilità nei diversi contesti e i costi di erogazione.

Conclusioni
La pubblicazione della linea guida dell’OMS segna un primo passo e, con essa, l’Organizzazione lancia un appello globale a tutti gli Stati membri e agli altri attori coinvolti affinché uniscano le forze in un impegno condiviso volto a rallentare la traiettoria epidemiologica dell’obesità e delle malattie non trasmissibili ad essa associate e a rilanciare il sistema.

Un sistema che, soprattutto, deve garantire che i servizi di prevenzione, trattamento e gestione della malattia siano universalmente disponibili, accessibili, economicamente sostenibili e durevoli nel tempo. Una gestione efficace e persino una possibile inversione dell’obesità in tutte le fasce d’età, con interventi precoci e continuativi per ridurre e, se possibile, eliminare le comorbilità correlate, rappresentano oggi una prospettiva realistica. Il modo in cui le società sapranno cogliere questa opportunità determinerà se si tratterà davvero dell’alba di una nuova era più equa o di un’occasione mancata per consegnare alla storia un successo globale in materia di salute pubblica.

Referenze

Celletti F et al. World Health Organization Guideline on the Use and Indications of Glucagon-Like Peptide-1 Therapies for the Treatment of Obesity in Adults. JAMA. 2025 Dec 1.

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