Site icon Corriere Nazionale

Il Premio Sacharov del Parlamento europeo a Andrzej Poczobut e Mzia Amaglobeli

premio pulitzer

Il Premio Sacharov del Parlamento europeo a due giornalisti incarcerati in Georgia e Bielorussia: il più alto riconoscimento europeo a Andrzej Poczobut e Mzia Amaglobeli

Il Parlamento europeo ha assegnato il Premio Sacharov 2025 per la libertà di stampa a Andrzej Poczobut dalla Bielorussia e Mzia Amaglobeli dalla Georgia. Alla cerimonia di consegna, che si è svolta a Strasburgo, nessuno dei due però si è potuto presentare, dal momento che sia Poczobut che Amaglobeli sono detenuti nelle carceri dei rispettivi Paesi per via del loro lavoro. A ritirare il più alto riconoscimento del Parlamento Ue per la libertà di espressione e i diritti umani sono state Jana Poczobut e Jana Dimitrazde, rispettivamente la figlia e la sorella dei due cronisti. La prima ha dichiarato: “E’ un grande onore ricevere questo premio a nome di mio padre. Da cinque anni la mia famiglia vive nel silenzio e nell’incertezza, ma oggi siamo grati al Parlamento Ue per averlo ricordato, insieme a tutte le altre famiglie che vivono ciò che viviamo noi”. Dimitrazde ha invece dedicato il riconoscimento ottenuto dalla sorella “a tutti i giornalisti della Georgia che lottano per dare voce alla resistenza dei cittadini” e affinché “la verità non sia messa a tacere”. Poczobut, cittadino polacco residente in Bielorussia, è stato arrestato nel 2021 e condannato nel 2023 a otto anni di carcere duro per “minaccia alla sicurezza dello Stato” per le opinioni espresse sull’Unione sovietica e per aver preso parte alle manifestazioni del 2020. La collega Amaglobeli è invece stata arrestata a gennaio e ad agosto condannata a due anni per aver seguito le proteste contro il governo.

LA SITUAZIONE NEI DUE PAESI

In Bielorussia la stretta ai media risale all’estate del 2020, per le proteste che seguirono le elezioni, accusate di brogli per l’ennesima riconferma alla presidenza di Aleksander Lukashenko, alleato del presidente russo Vladimir Putin. E per denunciare ingerenze russe nella politica georgiana sono scese in piazza migliaia di persone anche in Georgia, nel novembre 2024, a Tbilisi e in tante altre città, per la decisione di sospendere i negoziati di adesione all’Ue stabilita dal governo del partito vicino a Mosca, sogno georgiano, eletto solo il mese precedente.

In un evento parallelo a Roma presso lo Spazio Esperienza Europa della rappresentanza del Parlamento europeo in Italia, tanti gli interventi di politici, giornalisti ed esponenti della società civile, tra cui quello della giornalista romena e presidente dell’Associazione della stampa Estera in Italia Elena Postelnicu, che ha ricordato: “Dall’inizio delle proteste ad oggi si sono registrati 400 incidenti contro operatori dell’informazione georgiani, di cui nove su dieci contro emittenti televisive e siti online. Oltre 40 giornalisti aggrediti, migliaia di persone arrestate e varate oltre una ventina di leggi restrittive ispirate a quelle russe”. Più in generale, avverte Postelnicu, “la libertà di espressione è diminuita in 44 paesi nel mondo e i principi democratici vengono minacciati ovunque. Ben 500 i giornalisti arrestati e 67 quelli uccisi, di cui la maggior parte in Palestina, Messico e Sudan, tra loro ci sono anche 7 donne. Nella sola Europa orientale e nell’Asia centrale sono stati uccisi quattro giornalisti”.

LA PRESIDENTE METSOLA: ‘CHIEDIAMO IL RILASCIO DI ANDRZEY E MZIA’

Nel corso della cerimonia a Strasburgo la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola si è detta “orgogliosa” di conferire il premio a Poczobut e Amaglobeli e, esprimendo “tutta la solidarietà” dell’istituzione che rappresenta ai due cronisti, ne ha formalmente chiesto “il rilascio: dire la verità al potere non può mai rappresentare un reato”.

IL MINISTRO TAJANI: ‘GUAI AD AVERE UNA VOCE SOLA’

“Guai ad avere una voce sola: sono i regimi illiberali a mettere il bavaglio a chi esprime posizioni diverse” il commento invece del ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, intervenuto a Roma nel corso di un evento parallelo organizzato dalla Rappresentanza del Parlamento europeo in Italia presso lo Spazio Esperienza Europa ‘David Sassoli’: “La libertà, come quella di esprimersi, non è una concessione dello Stato” ha aggiunto il capo della Farnesina, rivolgendosi anche a una platea di studenti provenienti dai licei romani. “L’Europa ha sancito il rispetto per le altre persone” e per questo “ha la difesa dei diritti nella propria identità. Per questo ha il dovere quindi di difendere la democrazia”. D’altronde, “siamo l’unico continente al mondo senza pena di morte”. Tanti i Paesi in cui diritti e libertà vengono violati, ma “non c’è solo la Russia- osserva il capo della Diplomazia- anche milioni di musulmani soffrono”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

Exit mobile version