I due autori della strage di Bondi Beach si erano radicalizzati per l’Isis nelle Filippine. Sajid e Naveed Akram erano appena tornati da Mindanao
Sajid e Naveed Akram, padre e figlio autori della strage a Bondi Beach durante una celebrazione ebraica sarebbero stati motivati da un’ideologia riconducibile allo Stato islamico. Lo ha detto il primo ministro australiano Anthony Albanese, secondo cui i sospettati si sarebbero radicalizzati aderendo a convinzioni legate all’ISIS. Le autorità australiane hanno inoltre confermato che i due uomini si erano recati recentemente nelle Filippine, un dettaglio che ha riportato l’attenzione sulla persistenza, seppur frammentata, della minaccia jihadista nel Sud-Est asiatico.
Secondo l’Ufficio immigrazione filippino, Sajid Akram, cittadino indiano, e Naveed Akram, cittadino australiano, sono arrivati insieme nelle Filippine il 1° novembre partendo da Sydney e hanno lasciato il Paese il 28 novembre, rientrando in Australia via Manila. Nel corso del soggiorno avrebbero visitato la città di Davao, sull’isola di Mindanao, senza che sia stato chiarito il motivo della loro presenza. Mindanao è da decenni un’area sensibile. È qui che gruppi ribelli musulmani hanno cercato a lungo di ottenere l’indipendenza ed è qui, nel 2017, che combattenti affiliati allo Stato islamico assediarono per cinque mesi la città di Marawi. L’operazione militare lanciata dal governo filippino portò alla sconfitta dell’insurrezione, ma non alla sua completa eliminazione.
Secondo analisti locali, centinaia di militanti legati all’ISIS restano attivi nelle Filippine, un Paese a maggioranza cattolica. I gruppi, oggi più piccoli e meno strutturati rispetto al passato, continuano a reclutare sfruttando povertà, marginalizzazione e tensioni storiche nella regione. Gli attacchi sono diventati meno frequenti ma non sono cessati: nel 2023 un attentato durante una messa cattolica all’Università statale di Mindanao, a Marawi, provocò quattro morti e decine di feriti.
Negli ultimi anni il governo filippino ha puntato anche su programmi di reintegrazione per convincere i combattenti a deporre le armi. Molti militanti si sono arresi, scoraggiati dal fallimento del progetto del califfato. Parallelamente è stata istituita la regione autonoma di Bangsamoro nel Mindanao musulmano, nel tentativo di rafforzare l’autonomia politica locale e ridurre il terreno di consenso per l’estremismo, anche se il processo di pace resta fragile e le elezioni regionali sono state più volte rinviate.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

