Negli adulti con orticaria cronica spontanea da moderata a grave, il trattamento con povorcitinib 75 mg una volta al giorno per 12 settimane ha ridotto rapidamente e significativamente rispetto al placebo l’attività della malattia
Negli adulti con orticaria cronica spontanea da moderata a grave, il trattamento con povorcitinib 75 mg una volta al giorno per 12 settimane ha ridotto rapidamente e significativamente rispetto al placebo l’attività della malattia, come evidenziato dai risultati di uno studio di fase II riportati congresso 2025 dell’American College of Allergy, Asthma & Immunology (ACAAI).
L’orticaria cronica spontanea (CSU) è una malattia infiammatoria caratterizzata da pomfi e prurito persistenti, spesso resistenti alle terapie standard. La sua patogenesi coinvolge una rete complessa di mediatori immunitari, tra cui citochine pro‑infiammatorie che attivano la segnalazione intracellulare attraverso la via JAK‑STAT. La Janus kinasi 1 (JAK1) è particolarmente implicata nella trasmissione dei segnali di citochine come interleuchine e interferoni, che contribuiscono all’attivazione dei mastociti e alla perpetuazione dell’infiammazione cutanea.
«Povorcitinib è un inibitore orale selettivo di JAK1 da somministrare una volta al giorno, con un ampio volume di distribuzione che raggiunge e mantiene in modo efficiente concentrazioni terapeutiche nel tessuto cutaneo» ha dichiarato il relatore Jonathan Bernstein, professore aggiunto di medicina interna presso la University of Cincinnati College of Medicine.
Valutazione dell’efficacia di tre dosi di povorcitinib
In uno studio di fase II, randomizzato, in doppio cieco e proof‑of‑concept, i ricercatori hanno valutato 136 adulti con CSU moderata‑grave non adeguatamente controllata dagli antistaminici H1 di seconda generazione, per determinare l’impatto di tre diversi dosaggi di povorcitinib (15 mg, 45 mg e 75 mg) rispetto al placebo sul punteggio del Weekly Urticaria Activity Score (UAS7) a 12 settimane. I pazienti presentavano la malattia da almeno 3 mesi e avevano un punteggio UAS7 ≥16 nella settimana precedente la randomizzazione.
Sono stati assegnati al placebo 34 pazienti (età media 40,6 anni; 23,5% uomini; 91,2% caucasici), a povorcitinib 15 mg 33 pazienti (età media 37,2 anni; 15,2% uomini; 81,8% caucasici), a povorcitinib 45 mg 34 pazienti (età media 40,8 anni; 17,6% uomini; 91,2% caucasici) e a povorcitinib 75 mg 35 pazienti (età media 41,4 anni; 22,9% uomini; 88,6% caucasici) Tutti i gruppi hanno ricevuto lo standard of care.
Controllo rapido e significativo dell’attività della CSU nel corso di 12 settimane
Hanno completato lo studio 26 pazienti (76,5%) nel gruppo placebo e 29 pazienti (87,9%) nel gruppo povorcitinib 15 mg, 30 (88,2%) nel gruppo 45 mg e 31 (88,6%) nel gruppo 75 mg.
I risultati di efficacia hanno mostrato che la dose di 75 mg ha comportato il maggiore cambiamento medio nel punteggio UAS7 rispetto al placebo, con una variazione significativa (P=0,047) della media dei minimi quadrati (LSM, –23,91 vs –17,9). Alla settimana 12, il gruppo trattato con questa dose ha registrato la più alta percentuale di pazienti che hanno raggiunto il controllo della malattia, definito da un punteggio UAS7 ≤6, pari al 62,9% rispetto al 44,1% del gruppo 45 mg, al 30,3% del gruppo 15 mg e al 29,4% del placebo.
Ancora più rilevante è stato il dato di risposta completa, ovvero l’assenza totale di sintomi (UAS7 = 0), ottenuta dal 42,9% dei pazienti nel gruppo 75 mg, contro il 29,4% nel gruppo 45 mg, il 24,2% nel gruppo 15 mg e il 23,5% nel gruppo placebo.
I miglioramenti si sono manifestati rapidamente, infatti già al terzo giorno di trattamento con 75 mg si è osservata una riduzione significativa del punteggio UAS giornaliero (–1,3 vs –0,7 con il placebo), come anche della gravità dei pomfi (–0,6 vs –0,4) e dell’intensità del prurito (–0,7 vs –0,3).
Inoltre, nel Dermatology Life Quality Index (DLQI), che misura la qualità di vita su una scala da 0 a 30, il miglioramento maggiore rispetto al placebo è stato osservato con la dose di 75 mg, con una riduzione media di 13,4 punti vs 9,5.
Sul fronte della sicurezza e della tollerabilità, tutte e tre le dosi di povorcitinib sono risultate ben tollerate e non sono emersi segnali di sicurezza inattesi. Gli eventi avversi più comuni sono stati acne (10,8%), cefalea (9,8%) e rinofaringite (7,8%). Tre pazienti hanno avuto eventi avversi di grado ≥3, tutti nel gruppo placebo, e sono stati gli unici a presentare eventi seri nello studio. Nel gruppo 45 mg, due pazienti hanno interrotto il trattamento a causa di acufene e di un ascesso sottocutaneo, mentre nel gruppo 75 mg altri due hanno sospeso la terapia a causa di un aumento della ferritina sierica e acne.
«L’efficacia, associata a un profilo di sicurezza e tollerabilità favorevole, oltre agli esiti positivi riportati dai pazienti, suggerisce che povorcitinib possa rappresentare una opzione terapeutica precoce per gli adulti con CSU moderata‑grave non adeguatamente controllata dagli antistaminici H1 di seconda generazione» ha concluso Bernstein.
Referenze
Bernstein JA, et al. Efficacy and safety of povorcitinib in adults with chronic spontaneous urticaria: Phase 2 results. Presented at: ACAAI Annual Scientific Meeting; Nov. 6-10, 2025; Orlando.

