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Obesità: nuovo farmaco sperimentale alleato per effetti collaterali da GLP-1 agonisti

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Nei pazienti con obesità in trattamento con GLP‑1 agonisti, un nuovo farmaco sperimentale attualmente noto come NG101 ha dimostrato di ridurre la nausea e il vomito

Nei pazienti con obesità in trattamento con GLP‑1 agonisti, un nuovo farmaco sperimentale attualmente noto come NG101 ha dimostrato di ridurre la nausea e il vomito rispettivamente del 40% e del 67%, favorendo una migliore tolleranza dei pazienti nei confronti della terapia incretinica e consentendo di mantenerla più a lungo per un maggiore beneficio cardiometabolico. Sono i risultati di uno studio di fase II presentato al congresso Obesity Week 2025.

Ricerche precedenti avevano evidenziato un tasso di interruzione del trattamento vicino al 65% per liraglutide, semaglutide e tirzepatide in soggetti adulti con sovrappeso o obesità senza diabete di tipo 2, prevalentemente causato dagli effetti collaterali gastrointestinali. Per via dell’impatto della nausea e del vomito sull’aderenza terapeutica, esiste un bisogno clinico non soddisfatto di trattamenti in grado di gestire questi sintomi, ha spiegato la relatrice Kimberley Cummings della compagnia biofarmaceutica Neurogastrx, che sta sviluppando il nuovo agente.

Valutazione della riduzione degli effetti collaterali indotti da semaglutide
Nello studio presentato al congresso, i ricercatori hanno randomizzato 90 adulti di età compresa tra 18 e 55 anni, con sovrappeso o obesità (BMI tra 22,0 e 35,0), a ricevere una singola dose sottocutanea di semaglutide (0,5 mg) associata a NG101 (20 mg due volte al giorno) per cinque giorni oppure placebo.

NG101 è un antagonista periferico dei recettori dopaminergici D2 presenti nell’area postrema, una regione del tronco encefalico nota come “centro della nausea e del vomito”, progettato per ridurre nausea e vomito indotti dall’uso dei GLP‑1 agonisti. Un aspetto cruciale è che il nuovo agente non attraversa la barriera emato‑encefalica, quindi la sua azione resta confinata alle aree periferiche e all’area postrema, evitando effetti collaterali centrali tipici degli antagonisti dopaminergici tradizionali, come sedazione, disturbi motori o alterazioni cognitive. In questo modo riesce a migliorare la tollerabilità dei GLP‑1 agonisti senza compromettere la sicurezza neurologica.

Miglioramento del profilo di sicurezza di semaglutide
Rispetto al placebo, NG101 ha ridotto in modo significativo l’incidenza di nausea e vomito rispettivamente del 40% e del 67%, e ha inoltre ridotto la durata degli episodi gastrointestinali, al punto che eventi protratti oltre un giorno sono stati riportati nel 22% dei pazienti trattati con NG101 in confronto al 51% di quelli trattati con placebo. I partecipanti in trattamento attivo hanno anche riferito una diminuzione del 70% della gravità della nausea rispetto al basale.

Complessivamente, i pazienti del gruppo NG101 hanno riportato un numero significativamente inferiore di eventi avversi rispetto al placebo (74 vs 135), suggerendo il miglioramento del profilo di sicurezza di semaglutide quando somministrato insieme a NG101. Non sono stati segnalati eventi avversi seri correlati al farmaco in nessuno dei due gruppi.

Tra le limitazioni dello studio è stata citata la dimensione relativamente ridotta del campione, quindi, come ha sottolineato la relatrice, saranno necessari ulteriori studi con altri agonisti GLP‑1, su popolazioni più ampie e con follow‑up più lunghi, tuttavia i dati suggeriscono che NG101 è sicuro ed efficace nel migliorare gli effetti collaterali associati ai farmaci incretinici.

Jim O’Mara, presidente e CEO di Neurogastrx, ha spiegato che la presenza di recettori GLP‑1 nell’area postrema rende plausibile il meccanismo d’azione di NG101, e che i risultati dello studio non sono stati inattesi. La sperimentazione era concepita come proof-of-concept con una singola dose, ma i trial futuri coinvolgeranno pazienti sottoposti ai regimi di titolazione raccomandati per i GLP‑1 agonisti.

«Gli effetti collaterali gastrointestinali sono spesso il principale ostacolo all’uso efficace dei farmaci per la perdita di peso. Ridurli significherebbe migliorare la qualità di vita dei pazienti» ha commentato Sean Wharton, direttore medico della Wharton Medical Clinic for Weight and Diabetes Management in Ontario, Canada, non coinvolto nello studio. «Il miglioramento osservato dopo una singola dose di NG101 in pazienti trattati con una singola dose di semaglutide è stato impressionante, con risultati coerenti con il meccanismo d’azione del farmaco».

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