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Cervello più giovane con elevata massa muscolare totale normalizzata e basso rapporto grasso viscerale/muscolo

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Un profilo corporeo caratterizzato da un’elevata massa muscolare totale normalizzata e da un basso rapporto grasso viscerale/muscolo si associa a un “brain age” più giovane

Un’analisi condotta su oltre 1.100 soggetti adulti sani ha evidenziato che un profilo corporeo caratterizzato da un’elevata massa muscolare totale normalizzata e da un basso rapporto grasso viscerale/muscolo si associa a un “brain age” più giovane — un indicatore derivato da MRI strutturale cerebrale che stima l’età biologica del cervello.

Il team guidato da Cyrus Raji, presso il Washington University School of Medicine di St. Louis ha presentato questi dati in occasione del congresso annuale della Radiological Society of North America (RSNA) 2025.

Metodo: MRI corporea e algoritmo AI per stimare “brain age”
Lo studio ha coinvolto 1.164 adulti sani (52 % donne), reclutati in quattro centri diversi; l’età media cronologica era 55,17 anni.

Ogni partecipante è stato sottoposto a una MRI (Magnetic Resonance Imaging) total-body — con sequenze T1-weighted — per valutare la composizione corporea: volume totale di muscolo (normalizzato), quantità di grasso viscerale (localizzato profondamente intorno agli organi addominali) e grasso sottocutaneo. Contemporaneamente, mediante MRI cerebrale e un algoritmo basato su intelligenza artificiale è stato calcolato il “brain age” del soggetto.

Gli autori hanno dunque correlato i parametri di composizione corporea con la differenza fra “brain age” stimato e età cronologica.

Risultati chiave: muscolo protettivo, grasso viscerale deleterio
Un maggiore volume muscolare totale è risultato associato a un “brain age” inferiore.

Un rapporto più elevato tra grasso viscerale e massa muscolare (visceral fat-to-muscle ratio) è risultato correlato a un “brain age” più alto.

In modo interessante, il grasso sottocutaneo, quello localizzato subito sotto la pelle, non ha mostrato associazione significativa con il “brain age”.

Come dichiarato da Raji: “Corpi più sani, con più muscoli e meno grasso addominale nascosto, hanno maggior probabilità di avere cervelli sani e giovanili”.

Questo suggerisce che non solo l’invecchiamento cronologico, ma anche la composizione corporea — in particolare massa magra e grasso viscerale — siano strettamente legati all’invecchiamento cerebrale.

Implicazioni cliniche e spunti per interventi
Secondo gli autori, questi risultati offrono un razionale biologico per strategie preventive volte a preservare la salute cerebrale: puntare sul mantenimento o aumento della massa muscolare e sulla riduzione del grasso viscerale potrebbe contribuire a conservare un “brain age” più giovanile.

In questo contesto, la massa muscolare, misurata mediante MRI corporea, può fungere da “segnale-surrogato” per interventi volti a ridurre la fragilità, migliorare la composizione corporea e, potenzialmente, rallentare il declino cerebrale.

Gli autori suggeriscono che questi biomarcatori, ossia massa muscolare, grasso viscerale, “brain age”, possano essere integrati negli studi futuri per valutare gli effetti di interventi su stile di vita o farmacologici.

In particolare, viene evocata la riflessione sull’uso di farmaci per la perdita di peso basati su recettori GLP-1, che possono ridurre il grasso corporeo ma comportare anche perdita di massa muscolare: un bilanciamento che, secondo Raji, rende ancora più rilevante una strategia che combini riduzione del grasso con preservazione della massa muscolare.

Limiti e prospettive future
Gli autori sottolineano che lo studio ha carattere cross-sectional, per cui non consente di stabilire relazioni causali tra composizione corporea e “brain age”.

Per valutare se intervenire attivamente sulla composizione corporea (ad esempio con esercizio fisico, dieta o farmaci) possa modificare la traiettoria di invecchiamento cerebrale, sono necessarie analisi longitudinali.

Un altro limite è rappresentato dai costi e dall’accessibilità della MRI total-body: sebbene offra un quadro molto accurato di massa muscolare e grasso viscerale, potrebbe non essere facilmente applicabile in contesti clinico-assistenziali su larga scala.

Verso un approccio integrato per la salute cerebrale
I risultati di questo studio tracciano una via promettente: considerare la composizione corporea (non solo peso o indice di massa corporea) come un modulatore dello stress biologico cerebrale. Un approccio che combini esercizio fisico volto a preservare o aumentare la massa muscolare, interventi per la riduzione del grasso viscerale e, se del caso, monitoraggio mediante imaging avanzato, potrebbe rappresentare una strategia di prevenzione del declino cerebrale e delle malattie neurodegenerative.

Affinché queste ipotesi trovino conferma clinica, sarà però necessario attendere studi longitudinali e, idealmente, interventi controllati che valutino l’impatto di cambiamenti nella composizione corporea sull’evoluzione del “brain age” nel tempo.

Bibliografia
Raji C, Meysami S, Lee S, et al. Higher muscle volume is inversely related to chronological and brain age while increased visceral to muscle fat ratio is positively related to chronological and brain age. Presented at: Radiological Society of North America (RSNA) annual meeting; 2025 Nov 30–Dec 4; Chicago.

Radiological Society of North America. More Muscle, Less Belly Fat Slows Brain Aging. RSNA press release; 2025 Nov 24.

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