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Netflix acquisirà Warner Bros. Discovery per 82,7 miliardi di dollari

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Netflix comprerà Warner Bros. Discovery per 82,7 miliardi di dollari dando vita a un colosso del settore che potrebbe cambiare l’industria dell’intrattenimento

Netflix piglia tutto. La piattaforma più famosa dello streaming mondiale ha svelato un piano destinato a ridisegnare gli equilibri dell’industria dell’intrattenimento: l’acquisizione dello studio e della divisione streaming di Warner Bros. Discovery, per un valore complessivo di 82,7 miliardi di dollari tra contanti, azioni e debito. L’operazione, che dovrà attendere lo scorporo della divisione via cavo previsto entro il terzo trimestre del 2026, porterebbe alla nascita di una società separata a cui faranno capo canali come CNN, TNT e Discovery.

Con oltre 300 milioni di abbonati, Netflix è già il leader globale dello streaming a pagamento. L’integrazione dell’ampio catalogo Warner, dalle produzioni cinematografiche ai contenuti seriali, darebbe vita a un gigante con un peso senza precedenti nei confronti delle sale, dei sindacati e dei concorrenti più piccoli, che potrebbero essere costretti a consolidarsi per sopravvivere. Si tratterebbe anche dell’ultimo tassello nella progressiva conquista di Hollywood da parte delle aziende tecnologiche, dopo l’acquisto di MGM da parte di Amazon nel 2022.

In una conference call, il co–CEO Ted Sarandos ha spiegato lo spirito dell’operazione: “In un mercato dove il pubblico ha infinite alternative, non possiamo restare fermi. Dobbiamo continuare a innovare e a investire in storie capaci di catturare l’attenzione: questa acquisizione va esattamente in questa direzione”.

L’offerta di Netflix ha superato quelle avanzate da Comcast e Paramount, entrambe presentate nel corso della settimana. Comcast puntava agli studi Warner e alla piattaforma HBO Max, mentre David Ellison, forte del sostegno finanziario familiare, aveva tentato di rilevare l’intera Warner Bros. Discovery, compresi i canali tradizionali. Netflix ha prevalso con una proposta in larga parte in contanti e con la promessa, non trascurabile, di mantenere la distribuzione cinematografica dei film Warner, segnando una rottura con la propria tradizione orientata quasi esclusivamente allo streaming domestico.

L’operazione rappresenta un salto dimensionale per la piattaforma, che non aveva mai tentato un’acquisizione neppure lontanamente comparabile. Un cambio di paradigma, considerando che gli attuali vertici hanno sempre rivendicato una “cultura di costruttori più che di acquirenti”.

Resta il nodo regolatorio. L’approvazione federale sarà decisiva, soprattutto in un momento in cui l’amministrazione Trump si trova a ridefinire i confini del settore dei media, dove giganti come Apple e Amazon competono ormai alla pari con i colossi tradizionali. Le dinamiche politiche potrebbero influire: Ellison vanta un rapporto diretto con Trump, mentre Brian Roberts di Comcast è stato spesso in contrasto con la Casa Bianca.

Le clausole di uscita sono pesanti: se l’accordo venisse bloccato dalle autorità, Netflix dovrebbe versare una penale da 5,8 miliardi di dollari; se fosse Warner Bros. Discovery a tirarsi indietro, il pagamento inverso ammonterebbe a 2,8 miliardi.

Il patrimonio Warner, del resto, è uno dei più iconici di Hollywood. Dai set di Bette Davis e James Cagney ai classici come “Casablanca”, “Shining”, “Bonnie e Clyde” e “Il mago di Oz”, fino ai successi contemporanei: tra primavera ed estate lo studio ha registrato uno dei suoi migliori periodi con una sequenza di otto titoli ad alta resa, compresi i nuovi film di Ryan Coogler e Paul Thomas Anderson, entrambi favoriti per i prossimi Oscar. A questo si aggiunge la forza di HBO, storicamente la rete premium di riferimento, con serie come “Euphoria” e “The White Lotus”, e di franchise globali come “Game of Thrones”, “Friends” e persino Bugs Bunny. Assorbire questo universo significherebbe per Netflix un balzo di qualità nel settore dei contenuti. La piattaforma ha dimostrato di saper generare fenomeni globali partendo da idee originali – da “Stranger Things” a “KPop Demon Hunters” – ma non ha ancora costruito quelle saghe multigenerazionali che garantiscono fidelizzazione e ritorni ricorrenti. Questa acquisizione, se approvata, punta esattamente a colmare quel vuoto.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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