La contestata riforma della sanità militare: “Nasce di fatto una nuova forza armata senza confronto”. Il Sindacato Unico dei Militari: “Nuovi dirigenti, sarà l’esercito della via Pal”
“Nei giorni scorsi, il Gabinetto del ministro della Difesa ha chiesto, con lettera formale indirizzata alle Associazioni Professionali a Carattere Sindacale Militare (Apcsm) rappresentative, il loro parere, secondo quanto previsto per legge, in merito a due schemi di decreto legislativo che rivoluzioneranno il mondo della Difesa e, in particola modo, la Sanità militare. Concordiamo con quanto espresso dal Siamo Esercito – con il quale esiste uno strutturato rapporto di collaborazione – secondo cui, trattandosi di interventi strutturali che segneranno la vita professionale dei militari per i prossimi decenni sarebbe stato necessario un confronto ampio, trasparente e fondato sulla partecipazione”.
Questo denuncia in un comunicato stampa il Sindacato Unico dei militari che della sanita’ militare si occupa da tempo, attraverso numerose iniziative lanciate sia dal Direttivo Nazionale, sia dalle singole regioni, volte ad allargare il bacino di utenza del Servizio Sanitario Militare alle famiglie dei militari che, sempre più spesso, si trovano a dover vivere in regioni che non sono quelle di propria provenienza.
LA RIFORMA CONTESTATA
Il Sindacato Unico dei militari contesta della riforma annunciata la modalità per cui verrebbe a crearsi di fatto una “quinta Forza armata alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa” e nuovi aumenti di posti dirigenziali.
“E’ stata condotta un’attenta analisi dei provvedimenti proposti- annuncia il Sum- e si provvederà a inviare copia delle osservazioni e delle proposte emendative ai testi ricevuti, ai Presidenti delle Commissioni Difesa di Camera e Senato”.
Continua il Sum: “Giova ricordare che lo stesso Ministro della Difesa, Guido Crosetto, in occasione della recente Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, nel corso del suo intervento presso il Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi) aveva annunciato la riforma completa delle Forze Armate, con il coinvolgimento di tutti ‘… questa non deve essere la riforma del Ministro della Difesa… ma la riforma delle Forze Armate. Le cose da cambiare non le può conoscere solo il Ministro, devono emergere dalla base, da chi vive ogni giorno la realtà delle Forze Armate’.
Ma la metodologia e la tempistica ora utilizzata dal Gabinetto- continua il sindacato militare- sembrano collidere con la volontà espressa personalmente dal Ministro. Pur condividendo la scelta strategica di razionalizzare un servizio logistico di fondamentale importanza, quale quello sanitario, a fronte di esigue risorse evidenziate anche dalla recente pandemia da Covid-19, non si comprende quale sia la necessità di creare, di fatto, una sorta di quinta Forza Armata o comunque un corpo avente, quale rango, quello di Forza Armata, posta alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa.
Inoltre, dall’esame delle tabelle annesse al provvedimento, emerge chiaramente come la progressione di carriera del personale dirigente del Corpo Tecnico Logistico dell’Arma dei Carabinieri rimanga invariata mentre si prevede il solo accorpamento dei Ruoli Normali e Speciali degli Ufficiali dei rispettivi Corpi Sanitari di Esercito, Marina e Aeronautica, mortificando le aspettative di carriera di tale personale che, ad esempio, che dovrà concorrere per delle posizioni dirigenziali non più commisurate al ruolo di provenienza (caso Ufficiali medici dell’Esercito).
La riforma poi non sana la decennale mortificazione degli Ufficiali Psicologi e Odontoiatri e altre specializzazioni ancora una volta relegati all’appartenenza del Ruolo Speciale, con annessi rallentamenti nella progressione di carriera. Al riguardo, si auspica già da tempo la creazione di un Ruolo Normale Unico del Corpo Sanitario. Concordiamo con il Siamo Esercito nelle affermazioni secondo cui ‘nella riforma dello Strumento militare sia necessario preservare il principio di progressione interna, evitando che l’accesso a ruoli chiave possa avvenire attraverso concorsi esterni in grado di penalizzare volontari e graduati che già operano nei reparti’.
Il riconoscimento delle esperienze maturate in servizio, infatti, non è soltanto un gesto di equità- conclude il Sum- ma rappresenta un elemento essenziale per consolidare la professionalità e la motivazione del personale. Sempre più Graduati e Sottufficiali, ad esempio, già in possesso di apposita laurea e di relativa abilitazione alla professione di psicologi, non possono partecipare ai vari concorsi per dei limiti d’età non omogenei tra varie Forze Armate, ciò costituendo una reale discriminazione con impatto negativo in termini di efficacia ed efficienza dello strumento militare, con penalizzazione anche nei confronti del personale, mai correttamente valorizzato per le proprie competenze specifiche, acquisite – talvolta – anche al di fuori del normale orario di servizio e con risorse – anche economiche – proprie.
Infine, come già affermato dal Presidente del Sindacato Unico dei Militari in occasione del Convegno alla Camera dei Deputati sulla previdenza dedicata dello scorso 26 novembre, non ci sorprende che dalla comparazione delle tabelle vigenti nel Com e quelle annesse al provvedimento emergano degli incrementi di posizioni dirigenziali. Il colonnello Antonello Arabia aveva infatti lanciato l’allarme sul rischio di ‘un Esercito di soli Generali che aveva definito l’Esercito della via Pal”.
“Più nello specifico, infatti, il Ruolo normale degli Ufficiali della Sanità Militare prevede complessivamente un presumibile volume organico 1.443 unità, a fronte di 1.008 unità dei Ruoli Normali del Corpo Sanitario di Esercito, Marina e Aeronautica, con un incremento di 435 unità. Si evidenzia un incremento di 5 unità nel grado di Brigadiere Generale e di 25 unità nel grado di Colonnello. Quindi, già da questi dettagli organici emerge che la richiamata clausola di invarianza di spesa difficilmente sarà rispettata, anche per la creazione di nuove strutture gerarchiche o comandi intermedi dedicati.
Alla luce di questi dati, qualora tale provvedimento fosse confermato, si andrebbe verso una nuova situazione sperequativa in termini di progressione di carriera con i paritetici Corpi Logistici o, in particolar modo, per gli appartenenti all’Arma dei Trasporti e Materiali dell’Esercito. Condividendo, quindi, il pensiero del Ministro della Difesa, Guido Crosetto: ‘sì alle riforme condivise e mo a quelle imposte senza contraddittorio’, predisponendo una Sanità Militare sì unificata e razionalizzata e aderente alle esigenze operative delle Forze Armate, quindi più efficiente e al servizio delle famiglie di tutti i militari, ma nel segno dell’uguaglianza di trattamento per tutti i suoi appartenenti, uniti per un solo scopo: garantire le migliori cure al personale militare e alle relative famiglie”
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

