“L’INDIE È MORTO (e forse anche qualcos’altro)” è il nuovo EP di Libeccio, disponibile in streaming su tutte le piattaforme digitali
“L’INDIE È MORTO (e forse anche qualcos’altro)” segna un nuovo capitolo per Libeccio, progetto che fa della contaminazione la propria identità, trasformando la ricerca in uno spazio creativo dove perdersi e ritrovarsi.
L’EP diventa il racconto di un movimento interiore, un percorso che non teme il cambiamento ma lo abbraccia come scelta artistica consapevole: il nuovo lavoro attraversa territori sonori che vanno dal post-punk all’indie pop, dal synth pop al bedroom pop, fino a intime parentesi acustiche ed eleganti sfumature elettroniche. Cinque brani che non inseguono un unico tema, ma fotografano emozioni diverse: il desiderio di emergere e i primi sogni che si scontrano con l’età adulta in “BEDROOM POP”; la vertigine di un amore finito e la sensazione di annaspare tra ricordi e silenzi in “FIRENZE”; la difficoltà di sentirsi parte di qualcosa e la rabbia della solitudine contemporanea in “RESTARE SOLI (RABBIA)”; un omaggio ironico e affettuoso all’indie pop italiano in “L’INDIE È MORTO”, che attraversa i simboli di un’epoca per domandarsi cosa resta dopo la fine; e infine “24 ANNI”, il brano più intimo, che torna sul peso delle aspettative, sulla precarietà e sul sentirsi stretti da una società che corre più veloce delle persone.
“L’INDIE È MORTO (e forse anche qualcos’altro)” non cerca risposte, ma cattura l’incertezza, la tensione e l’urgenza emotiva di chi prova a trovare la propria voce nel caos. Un lavoro che segna per Libeccio un passo verso una nuova maturità artistica, personale e coraggiosa.

