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PAV celebra 25 anni e lancia il Premio Innesco

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Dicembre 2025 segna un traguardo speciale per PAV, che celebra venticinque anni di attività e lancia il Premio Innesco

C’è un modo di stare nel teatro che non si misura in stagioni o numeri di produzioni, ma nella capacità di ascoltare, connettere, restituire. Da venticinque anni PAV percorre questa strada con passo costante, costruendo un modello unico nel panorama culturale italiano: un’impresa interamente al femminile che ha trasformato la gestione in un gesto creativo e la progettazione in un atto di relazione.

Fondata nel 2000 da Claudia Di Giacomo e Roberta Scaglione, PAV – acronimo di Per Antiche Vie, dal progetto di Mario Martone al Teatro di Roma che le ha fatte incontrare – ha attraversato i mutamenti del mondo dello spettacolo dal vivo – dalla dimensione locale alla progettazione europea, dalla crisi delle istituzioni pubbliche alle nuove forme di impresa culturale, fino alle sfide del digitale e dell’intelligenza artificiale – senza mai perdere la propria identità: quella di chi lavora dentro e non intorno ai processi artistici.

Nel tempo, Di Giacomo e Scaglione hanno costruito una casa per le idee: un luogo dove la produzione, la formazione, la consulenza e la ricerca non sono comparti separati ma vasi comunicanti di un pensiero unitario.
Un pensiero fondato sulla cura – la capacità di accompagnare un progetto dall’intuizione alla realtà – e sulla prossimità, intesa come presenza generosa nelle comunità artistiche, attenzione alle persone prima ancora che alle strutture, dialogo costante con territori e istituzioni.

Un modello di impresa culturale che nasce dalla scena

Si formano entrambe all’Università di Roma La Sapienza dove si laureano in Storia del Teatro, Claudia Di Giacomo e Roberta Scaglione, e avviano il proprio percorso professionale con diverse esperienze nei teatri della città di Roma e in relazione con diverse istituzioni già a livello nazionale. Presto entrambe intuiscono che la sfida non era solo artistica, ma organizzativa: dare forma sostenibile al lavoro creativo senza tradirne la libertà.

Da questa visione nasce PAV, che negli anni ha saputo intrecciare organizzazione e visione, pratica e pensiero, progettazione locale e internazionale, portando in Italia un modo nuovo di concepire la produzione culturale: meno centrata sull’evento, più attenta ai processi, ai tempi lunghi, alle comunità.

Il riconoscimento ufficiale del Ministero della Cultura come organismo di promozione nel 2013 ha consolidato un percorso che già si muoveva su scala europea. Un anno prima, infatti, nel 2012, PAV aveva dato vita a Fabulamundi Playwriting Europe, oggi una delle reti internazionali più solide dedicate alla drammaturgia contemporanea. Capofila sin dalla prima edizione, PAV ha coordinato un progetto che coinvolge dieci paesi e quindici partner, promuovendo autrici e autori europei, scambi, traduzioni e nuove scritture.
Un’esperienza che ha trasformato il teatro in un linguaggio transfrontaliero e la progettazione culturale in un gesto politico di relazione e scambio.

Nel 2024 a questo percorso si è aggiunto PLAYGROUND, nuova progettualità riconosciuta dall’Unione Europea, dedicata allo scouting e alla circolazione delle voci emergenti del panorama internazionale.
Un’estensione naturale della filosofia PAV: quella di un teatro che cresce se sa restare in ascolto del nuovo.

Dalle istituzioni alla scena indipendente: la cura come metodo

Parallelamente alla progettazione europea, PAV ha costruito negli anni una rete di collaborazioni con alcune delle principali istituzioni italiane, tra cui il Parco Archeologico del Colosseo e la Direzione Musei di Roma – Castel Sant’Angelo, dove ha sviluppato formati capaci di coniugare la valorizzazione del patrimonio con le pratiche del contemporaneo. Tra questi, MOISAI, progetto giunto alla quarta edizione, che reinterpreta i luoghi storici come spazi vivi, abitati da artisti e spettatori.

Ma la forza di PAV è anche nella capacità di restare accanto alla scena indipendente, continuando a lavorare con compagnie, collettivi, autrici e autori emergenti. Chi le conosce sa che Di Giacomo e Scaglione si muovono con la stessa attenzione in contesti eccentrici o su palcoscenici istituzionali: la stessa cura per la parola, la stessa sensibilità per i processi, la stessa visione politica del fare teatro come gesto collettivo.

Un osservatorio privilegiato dei mestieri invisibili

In un sistema teatrale che tende a riconoscere solo ciò che appare in scena, PAV ha scelto di rappresentare e tutelare ciò che sta dietro le quinte. Negli anni ha sviluppato una competenza specifica nella rappresentanza dei team creativi – registe e registi, scenografe e scenografi, costumiste e costumisti, light e sound designer – offrendo consulenza e contrattualistica a oltre cinquanta professioniste e professionisti. Un lavoro sommerso ma fondamentale, che restituisce dignità e riconoscimento a chi costruisce la scena e ne custodisce la visione.

Formare il futuro: dal sapere pratico all’insegnamento

Accanto all’attività progettuale, la formazione è il secondo asse portante di PAV. Da oltre dieci anni Claudia Di Giacomo e Roberta Scaglione insegnano presso atenei importanti nell’ambito delle Arti e Scienze dello Spettacolo (Università di Roma La Sapienza; DAMS Roma Tre; Dams Bologna; Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”). La loro visione della formazione è chiara: non trasmettere solo strumenti, ma un modo di pensare. Educare alla complessità, alla visione sistemica, alla responsabilità del lavoro culturale come atto civile.

Il filo del tempo: una conversazione per i 25 anni di PAV

Nel 2025, PAV celebra i suoi venticinque anni. E per riannodare i fili di questo cammino, il 19 dicembre apre un altro frammento di memoria condivisa: sui suoi canali online sarà diffusa la video-intervista realizzata dall’artista multidisciplinare venezuelano Héctor Manchego, che ha incontrato Claudia Di Giacomo e Roberta Scaglione per ripercorrere, insieme, la strada fatta fin qui. Un dialogo intimo e luminoso, in cui le due fondatrici raccontano come PAV si sia trasformata nel tempo senza mai smarrire la propria visione, custodendo la stessa passione che da venticinque anni alimenta ogni progetto, ogni alleanza, ogni gesto di cura verso il teatro e le sue comunità.

Verso il futuro: il Premio Innesco

PAV festeggia il suo anniversario con uno sguardo rivolto al futuro.

Il Premio Innesco nasce per trasmettere l’esperienza maturata da PAV in un quarto di secolo di lavoro culturale e per offrire un ponte concreto tra formazione e professione. È rivolto a studentesse, studenti e giovani professionistə under 35 che desiderano formarsi nei mestieri dello spettacolo dal vivo e nella progettazione culturale europea. In palio, una borsa di studio per un percorso formativo di quattro mesi presso PAV, dedicato all’approfondimento dei processi curatoriali, produttivi e progettuali.

Un modo per restituire ciò che PAV ha imparato in venticinque anni di pratica e di pensiero: che il teatro è una costruzione collettiva, e che ogni generazione ha bisogno di una miccia – un innesco – per accendere la propria.

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