Il premier israeliano Netanyahu è sotto processo per corruzione ma non ha mai ammesso la propria colpevolezza. Chiede la grazia: a sostenerlo anche Donald Trump
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha formalmente richiesto la grazia nel suo lungo processo per corruzione con una lettera indirizzata al presidente Isaac Herzog. Per tutta risposta, decine di persone sono andate a dimostrare davanti la casa di Herzog a Tel Aviv portando pile di banane e tute da carcerati con la maschera del premier.
COSA C’È SCRITTO NELLA LETTERA AD HERZOG
Come riporta la Cnn, nella lettera indirizzata ad Herzog, Netanyahu ha scritto che il suo processo è diventato “un punto focale di aspra controversia” per il quale ha “una vasta e maggiore responsabilità pubblica”. Il premier ha spiegato infatti che era nel suo “interesse personale” dimostrare la sua innocenza nel processo in corso, ma ora “l’interesse pubblico impone diversamente”. La lettera è stata presentata giovedì e resa pubblica oggi, domenica 30 novembre.
In quanto capo di Stato israeliano, Herzog ha il mandato esclusivo di concedere la grazia. Il suo ufficio ha confermato di aver ricevuto la richiesta e che Herzog “la prenderà in considerazione con grande attenzione e responsabilità”.
LE ACCUSE CONTRO NETANYAHU
La testata israeliana “The Times of Israel” ricorda che Netanyahu è accusato di un capo d’accusa per corruzione e tre capi d’accusa ciascuno per frode e abuso di fiducia, in tre casi distinti. Le accuse riguardano presunte manipolazioni della stampa e donazioni illecite in cambio di favori governativi. Il premier ha sempre negato qualsiasi illecito e sostenuto che le accuse siano state inventate in un tentativo di colpo di stato politico da parte della polizia e della procura di Stato.
La richiesta del premier arriva sei anni dopo l’incriminazione per frode, corruzione e abuso di fiducia. “Netanyahu-riferisce the Times of Israel- non ha ammesso la propria colpevolezza e, in una dichiarazione video, ha continuato a contestare le accuse a suo carico e la legittimità del processo con cui è stato incriminato. Non ha inoltre manifestato alcuna disponibilità a dimettersi dall’incarico di Primo Ministro, sostenendo che, se fosse stato graziato, sarebbe stato libero di promuovere più efficacemente gli interessi di Israele”. Ha inoltre sostenuto che “il processo stava lacerando Israele e che la sua immediata conclusione avrebbe contribuito notevolmente a placare le fiamme e a promuovere un’ampia riconciliazione”.
IL SOSTEGNO DI TRUMP
Uno dei fattori che ha spinto alla decisione di chiedere la grazia, ha spiegato Netanyahu, è stata la recente lettera del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Herzog, nella quale veniva avanzata la stessa richiesta. La lettera, inviata all’inizio di questo mese su carta intestata ufficiale della Casa Bianca, è arrivata dopo che Trump, durante un discorso di ottobre alla Knesset, aveva esortato Herzog a concedere la grazia a Netanyahu.
BANANE E TUTE DA CARCERATI PER PROTESTA
Decine di persone sono andate a dimostrare davanti la casa di Isaac Herzog a Tel Aviv per chiedere al presidente israeliano di negare la grazia chiesta dal Benjamin Netanyahu. La protesta, a cui partecipa il deputato del partito dei Democratici Naama Lazimi, secondo quanto riporta il Times of Israel, ha come slogan “Grazia= Repubblica delle banane”, con i dimostranti che hanno portato grandi pile di banane, mentre altri indossavano le tute arancioni dei detenuti con la maschera di Netanyahu.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

