Moderna ha tracciato una strategia molto chiara: trasformarsi, nei prossimi tre anni, da azienda fortemente connotata dal vaccino COVID a una realtà mRNA pienamente diversificata
Moderna ha tracciato una strategia molto chiara: trasformarsi, nei prossimi tre anni, da azienda fortemente connotata dal vaccino COVID a una realtà mRNA pienamente diversificata, capace di generare ricavi ricorrenti dai vaccini stagionali e di reinvestirli in oncologia personalizzata e malattie rare. La visione — illustrata dal CEO Stéphane Bancel — punta al cash breakeven nel 2028, sostenuto da un portafoglio prodotti in crescita e da un robusto processo di contenimento dei costi.
L’espansione della franchise dei vaccini stagionali
La prima grande direttrice riguarda la franchise dei vaccini stagionali. Moderna prevede di passare dai tre prodotti attualmente approvati — Spikevax, mRESVIA per RSV e mNEXSPIKE per COVID — a un portafoglio che potrebbe includere fino a sei vaccini entro il 2028. Questo ampliamento sarà guidato dall’arrivo del vaccino antinfluenzale mRNA-1010, del combinato influenza/COVID mRNA-1083 e del più innovativo vaccino contro il Norovirus, oggi in fase 3. L’idea è costruire un’offerta stabile dedicata alle popolazioni a rischio e integrata su scala globale, con lancio progressivo in Stati Uniti, Europa, Canada, Australia e Asia-Pacifico.
Le prospettive commerciali: 2026, 2027 e 2028
Sul piano commerciale, Moderna immagina un percorso di crescita graduale ma solida. Nel 2026 il boost arriverà da nuove approvazioni e dall’impatto pieno delle partnership strategiche con Regno Unito, Canada e Australia, che garantiscono domanda prevedibile e collaborazioni produttive in loco. Nel 2027 sarà l’Europa a offrire la principale opportunità: un contratto COVID concorrente giungerà al termine e lo spazio per nuovi prodotti respiratori aumenterà. Infine, nel 2028, l’azienda intende portare sul mercato il suo primo vaccino combinato influenza/COVID, una mossa che potrebbe ridefinire l’intero segmento. A questo si aggiungerà l’espansione del vaccino Norovirus, contribuendo a costruire una vera piattaforma stagionale multisorgente.
La trasformazione del network produttivo
Per sostenere questa crescita, Moderna ha ridisegnato la propria infrastruttura produttiva. Dal 2022 a oggi l’azienda ha razionalizzato il network industriale, uscendo da otto contratti con produttori esterni e puntando su un modello proprietario distribuito tra Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia. I siti di Laval, Harwell e Clayton garantiranno produzione locale e risposta rapida alle esigenze sanitarie nazionali, mentre l’hub di Norwood — fortemente automatizzato — sarà il cuore della produzione statunitense. Questo lavoro di reingegnerizzazione dovrebbe tradursi in un miglioramento superiore al 10% dei margini lordi entro tre anni. Parallelamente, l’impianto di Marlborough è già operativo per supportare intismeran autogene, il vaccino neoantigenico personalizzato sviluppato in collaborazione con MSD.
Oncologia e malattie rare: il nuovo pilastro strategico
Ed è proprio l’oncologia l’altro pilastro del nuovo corso Moderna, quello su cui l’azienda sta costruendo la sua identità post-pandemica. Dopo aver dimostrato la maturità tecnologica dell’mRNA nei vaccini, il gruppo punta ora a trasferire la stessa logica di personalizzazione e rapidità di sviluppo nel campo dei tumori solidi e delle malattie genetiche gravi.
Il programma più avanzato è intismeran autogene (mRNA-4157), il vaccino personalizzato sviluppato con MSD che mira a trasformare l’approccio terapeutico ai tumori solidi. Intismeran è progettato a partire dal profilo mutazionale del singolo paziente, generando una sequenza di neoantigeni unica, capace di “istruire” il sistema immunitario a riconoscere e colpire le cellule neoplastiche residue dopo la chirurgia o ridurre il rischio di recidiva in combinazione con immunoterapia. Moderna ha confermato che tre studi di fase 3 sono ormai in corso: melanoma ad alto rischio, carcinoma polmonare non a piccole cellule e tumori uroteliali. Queste letture, previste tra il 2025 e il 2026, rappresentano uno snodo decisivo per il futuro dell’azienda, che punta a essere la prima a portare sul mercato una piattaforma vaccinale oncologica pienamente personalizzata.
Accanto a intismeran si sta consolidando mRNA-4359, una terapia più “universale” rispetto al vaccino neoantigenico. Il suo obiettivo è modulare in modo mirato la risposta delle cellule T, potenziandone l’attività contro le componenti tumorali e contro l’ambiente immunosoppressivo che circonda molti tumori solidi avanzati. Se validato clinicamente, questo approccio potrebbe affiancare o potenziare le immunoterapie esistenti, creando combinazioni di nuova generazione.
Un’altra direttrice strategica riguarda le malattie rare di origine metabolica, dove Moderna vede un terreno particolarmente adatto alla tecnologia mRNA come “terapia sostitutiva funzionale”.
I due programmi più avanzati sono:
• mRNA-3927 per l’acidemia propionica, già in studio registrativo
• mRNA-3705 per l’acidemia metilmalonica, che entrerà in uno studio registrativo nel 2026 dopo essere stato selezionato per il programma FDA START
In entrambe le indicazioni, l’obiettivo è fornire alle cellule l’istruzione per produrre gli enzimi mancanti o difettosi, superando i limiti delle terapie tradizionali e offrendo un’opzione potenzialmente continuativa e meno invasiva per patologie devastanti.
Questo riposizionamento strategico non è però privo di scelte difficili. Per concentrare risorse e capacità produttiva sui programmi a maggior potenziale clinico e regolatorio, Moderna ha deciso di interrompere quattro sviluppi: CMV congenito, Herpes Simplex Virus (HSV), Varicella-Zoster (VZV) e GSD1a. Una mossa che riflette una strategia più selettiva, orientata alla priorità terapeutica e al potenziale di impatto sui pazienti, nonché alla sostenibilità dell’investimento in un contesto biotech globale più competitivo.
Nel complesso, l’oncologia e le malattie rare rappresentano oggi la scommessa più ambiziosa di Moderna: trasformare l’mRNA da piattaforma vaccinale a tecnologia terapeutica di nuova generazione, capace di competere — e forse ridefinire — i paradigmi della medicina personalizzata.
Disciplina finanziaria e sostenibilità entro il 2028
Il capitolo finanziario racconta un’azienda intenzionata a rafforzare la propria disciplina interna: le spese operative attese per il 2026 scenderanno a 4,2 miliardi di dollari, con un’ulteriore riduzione prevista nel 2027. Nel frattempo, un prestito quinquennale fino a 1,5 miliardi di dollari siglato con Ares Management contribuirà a migliorare la liquidità complessiva, con una previsione di cassa a fine 2025 rivista al rialzo. Tutto ciò converge verso l’obiettivo principale: raggiungere la sostenibilità finanziaria nel 2028 senza rinunciare all’ambizione di costruire la prossima generazione di terapie mRNA.
Una nuova fase per Moderna
Moderna entra così in una nuova fase, più matura e più articolata: un’azienda che vuole restare protagonista del settore mRNA, espandersi oltre i confini dei vaccini respiratori e diventare un player rilevante anche in oncologia personalizzata e malattie rare. Una trasformazione che non sarà immediata, ma che — almeno sulla carta — appare ben pianificata e sostenuta da una pipeline tra le più ricche del settore biotech.

