Durante il congresso annuale dell’American Heart Association (AHA), sono stati presentati nuovi dati che rafforzano il ruolo di icosapent etile nella prevenzione cardiovascolare
Durante il congresso annuale dell’American Heart Association (AHA), sono stati presentati nuovi dati che rafforzano il ruolo di icosapent etile nella prevenzione cardiovascolare. Una nuova analisi post-hoc dello studio REDUCE-IT ha infatti mostrato che il farmaco mantiene la propria efficacia anche nei pazienti che assumono contemporaneamente aspirina, ampliando così le evidenze sulla sua utilità nei soggetti con rischio cardiovascolare elevato.
L’analisi, condotta su oltre ottomila pazienti in terapia con statine, ha esaminato l’impatto dell’uso di Icosapent Etile in due gruppi distinti: chi assumeva aspirina e chi no. La maggioranza dei partecipanti — circa tre quarti del totale — faceva uso abituale di aspirina al basale, una condizione clinica frequente nella popolazione con malattia cardiovascolare nota o diabete.
I risultati sono stati netti. Nei pazienti che assumevano aspirina, di icosapent Etile ha ridotto del 28% gli eventi cardiovascolari maggiori rispetto al placebo. Si tratta di un effetto clinicamente rilevante, con una riduzione assoluta del rischio del 5,9% e un numero necessario da trattare (NNT) di 17, cioè 17 pazienti da trattare per prevenire un evento maggiore. Anche considerando il totale degli eventi — primi e successivi — la riduzione è risultata ancora più marcata, pari al 36%. Nel sottogruppo di prevenzione secondaria, composto da quasi cinquemila pazienti già colpiti da infarto o ictus, la riduzione ha raggiunto il 39%. Importante anche il dato di sicurezza: l’aggiunta di di Icosapent Etile non ha comportato un aumento significativo degli effetti indesiderati rispetto alla popolazione generale dello studio.
Questi risultati si inseriscono in un contesto clinico di particolare interesse. Nonostante i progressi nella prevenzione cardiovascolare, molti pazienti restano esposti a un cosiddetto “rischio residuo”, cioè a una probabilità non trascurabile di eventi cardiovascolari pur seguendo le terapie standard, come statine e aspirina. È qui che entra in gioco di icosapent Etile, una forma altamente purificata di acido eicosapentaenoico (EPA), un omega-3 con comprovate proprietà anti-infiammatorie e anti-aterogene.
Già nel 2019, lo studio REDUCE-IT aveva dimostrato una riduzione significativa degli eventi ischemici nei pazienti con trigliceridi elevati nonostante un buon controllo del colesterolo LDL. La nuova analisi conferma che questo effetto si mantiene anche in chi assume aspirina, suggerendo che i benefici del farmaco vadano ben oltre la semplice modulazione lipidica.
Come ha sottolineato Deepak L. Bhatt, direttore del Mount Sinai Fuster Heart Hospital di New York e principal investigator dello studio REDUCE-IT, i dati continuano a offrire spunti importanti sull’utilità clinica di di Icosapent Etile. Secondo Bhatt, il farmaco riduce il rischio cardiovascolare anche in presenza di aspirina, un dato significativo considerando la possibile sovrapposizione degli effetti anti-piastrinici. Inoltre, le proprietà cardioprotettive dell’EPA sembrano legate a meccanismi aggiuntivi, come l’effetto antinfiammatorio, la protezione endoteliale e la riduzione dello stress ossidativo.
La pubblicazione di questi risultati arriva in un momento di revisione della strategia terapeutica per la gestione del rischio cardiovascolare. Pochi giorni prima, l’Fda ha aggiornato l’etichettatura dei fibrati, chiarendo — sulla base dello studio PROMINENT — la mancanza di beneficio cardiovascolare quando questi vengono combinati con le statine. Una presa di posizione che rafforza ulteriormente il valore di terapie con evidenze solide come di Icosapent Etile.
Dal punto di vista clinico, l’analisi apre nuovi scenari. I medici potranno considerare di Icosapent Etile come un’aggiunta efficace alla terapia standard con statine e aspirina, senza aumentare significativamente il rischio di sanguinamento o altre complicanze. L’aspetto più interessante è che il beneficio si mantiene anche nei pazienti già ben trattati, a conferma che l’EPA agisce attraverso meccanismi complementari rispetto alle terapie tradizionali.
Naturalmente, come in ogni analisi post-hoc, è necessario interpretare i risultati con cautela. Lo studio non era stato originariamente progettato per confrontare l’effetto del farmaco in base all’uso di aspirina, quindi si tratta di un approfondimento secondario. Tuttavia, la coerenza dei dati con i risultati principali del REDUCE-IT e con altri studi recenti ne rafforza la credibilità.
In conclusione, i nuovi dati confermano che di Icosapent Etile è in grado di ridurre ulteriormente il rischio cardiovascolare residuo, anche in pazienti che assumono aspirina. Si tratta di un risultato rilevante per la pratica clinica, che potrebbe influenzare le future linee guida sulla gestione dell’ipertrigliceridemia e della prevenzione cardiovascolare secondaria. In un’epoca in cui la medicina cardiovascolare punta sempre più sulla personalizzazione delle cure, l’aggiunta di Icosapent Etile potrebbe rappresentare uno dei tasselli più solidi per completare la protezione del cuore.
Come agisce icosapent etile e il suo ruolo cardioprotettivo
L’icosapent etile è una forma purificata di acido eicosapentaenoico (EPA), un acido grasso omega-3 a lunga catena naturalmente presente nel pesce. A differenza dei comuni integratori di omega-3 venduti come supplementi alimentari, l’icosapent etile è un vero e proprio farmaco, sottoposto a processi di purificazione e standardizzazione che ne garantiscono la purezza, il dosaggio preciso e l’efficacia clinica dimostrata negli studi.
La sua principale indicazione è la riduzione del rischio di eventi cardiovascolari maggiori — come infarto, ictus, morte cardiovascolare, angina instabile o necessità di rivascolarizzazione — in pazienti adulti che presentano una malattia cardiovascolare accertata oppure diabete con ulteriori fattori di rischio, e che nonostante la terapia con statine mostrano livelli elevati di trigliceridi (pari o superiori a 150 mg/dL). In altre parole, il farmaco si rivolge a quella fascia di pazienti che, pur ricevendo cure ottimali, mantengono un rischio “residuo” di eventi ischemici.
L’azione dell’icosapent etile è complessa e va ben oltre la semplice riduzione dei trigliceridi. Il farmaco, infatti, agisce su più fronti: abbassa i livelli di trigliceridi nel sangue senza aumentare il colesterolo LDL, riduce l’infiammazione vascolare grazie alle proprietà anti-infiammatorie dell’EPA, stabilizza le placche aterosclerotiche rendendole meno vulnerabili alla rottura e migliora la funzione endoteliale, cioè la capacità dei vasi sanguigni di dilatarsi e mantenersi sani. Inoltre, contribuisce a ridurre lo stress ossidativo e a limitare l’aggregazione piastrinica, due fattori centrali nella progressione dell’aterosclerosi.
In sintesi, l’icosapent etile esercita un effetto multidimensionale e pleiotropico: non agisce solo sul profilo lipidico, ma interviene anche sui processi infiammatori e vascolari che alimentano la malattia aterosclerotica, offrendo così una protezione cardiovascolare più ampia e mirata.

