Tumore al seno triplo negativo metastatico, con datopotamab deruxtecan 5 mesi di sopravvivenza in più rispetto alla chemioterapia
Un trattamento di prima linea con l’anticorpo farmaco-coniugato (ADC) anti-TROP2 datopotamab deruxtecan (dato-DXd) migliora in modo statisticamente significativo e clinicamente rilevante la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale (OS) rispetto alla chemioterapia scelta dallo sperimentatore (ICC) nei pazienti con tumore al seno triplo negativo localmente recidivante, inoperabile o metastatico per i quali l’immunoterapia non è indicata. Lo dimostrano i risultati dello studio di fase 3 TROPION-Breast02, presentati in una sessione orale al Congresso annuale della Società Europea di Oncologia Medica(ESMO), a Berlino.
Nel trial, il trattamento con dato-DXd ha quasi raddoppiato la PFS mediana rispetto alla chemioterapia – 10,8 mesi contro 5,6 mesi –, il che si traduce in una riduzione del 43% del rischio di progressione della malattia o decesso (HR 0,57; IC al 95% 0,47-0,69; P < 0,0001). Inoltre, l’ADC ha quasi raddoppiato i tassi di PFS, sia a 12 mesi (45,6% contro 25,6%) sia a 18 mesi (32,7% contro 16,8%).
Datopotamab deruxtecan ha anche migliorato di 5 mesi l’OS mediana rispetto alla chemioterapia: 23,7 mesi contro 18,7 mesi, differenza che si traduce in una riduzione del 21% del rischio di decesso (HR 0,79; IC al 95% 0,64-0,98; P = 0,0291). I tassi di OS sono risultati del 75,2% con l’ADC contro 67,8% con la chemio a 12 mesi e rispettivamente del 61,2% contro 51,3% a 18 mesi.
Il trattamento con l’ADC ha migliorato anche il tasso di risposta complessivo (ORR) e la durata mediana della risposta (DoR) rispetto alla chemioterapia. Inoltre, il beneficio osservato con dato-DXd nella popolazione complessiva è risultato coerente in pressoché tutti i sottogruppi analizzati, sia per quanto riguarda PFS e OS sia per l’ORR.
Centrati entrambi gli endpoint primari. Possibile nuovo standard di cura
«Lo studio ha raggiunto entrambi i due endpoint primari: dato-DXd in prima linea ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente significativo di OS e PFS rispetto alla chemioterapia scelta dall’investigatore», ha affermato durante la sua presentazione Rebecca Dent, a capo del dipartimento di Oncologia Medica del National Cancer Center Singapore presso SingHealth «I risultati di TROPION-Breast02 supportano il ruolo di dato-DXd come nuovo standard di cura di prima linea per i pazienti con tumore al seno triplo negativo localmente ricorrente, inoperabile o metastatico, nei quali l’immunoterapia non è un’opzione praticabile».
L’autrice ha poi sottolineato che il trial ha arruolato anche pazienti rappresentativi della popolazione con tumore mammario triplo negativo che si incontra nel mondo reale, con fattori prognostici sfavorevoli come metastasi cerebrali stabili e spesso esclusa dai trial clinici, come i pazienti andati incontro a una progressione rapida dopo un trattamento per la malattia in fase iniziale (intervallo libero da malattia inferiore a 6 mesi), che rappresentavano il 15% del campione.
«Nello studio TROPION-Breast02, datopotamab deruxtecan ha dimostrato un prolungamento significativo della sopravvivenza e ha quasi raddoppiato il tempo libero da progressione di malattia», ha spiegato Giampaolo Bianchini, Professore associato di Oncologia medica e responsabile del Gruppo mammella dell’IRCSS Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «Questi importantissimi risultati, ottenuti nelle pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo in prima linea non candidabili all’immunoterapia, sono ancora più rilevanti in quanto questo è l’unico studio che ad oggi ha incluso pazienti con recidiva precoce di malattia, condizione purtroppo frequente e caratterizzata da aggressività biologica, clinica e resistenza ai farmaci convenzionali, e per la quale ad oggi non avevamo valide opzioni terapeutiche».

