Nei pazienti con diagnosi di psoriasi, il farmaco sperimentale modificante la malattia si-544 ha mostrato un eccellente profilo di sicurezza e tollerabilità senza effetti avversi gravi
Nei pazienti con diagnosi di psoriasi, il farmaco sperimentale modificante la malattia si-544 ha mostrato un eccellente profilo di sicurezza e tollerabilità senza effetti avversi gravi, tossicità dose-limitanti ed evidenze di immunosoppressione, come evidenziato dai risultati di uno studio di fase Ib proof-of-concept comunicati dalla compagnia sviluppatrice selectION.
si-544 è un potente agente sperimentale immuno-selettivo che blocca Kv1.3, un canale ionico specifico fondamentale per il mantenimento dell’attivazione e della proliferazione dei linfociti T di memoria effettrici autoreattivi cronicamente attivati, che rappresentano il nucleo patogenetico di molte malattie autoimmuni, tra cui psoriasi, dermatite atopica, artrite reumatoide, malattia infiammatoria intestinale, sclerosi multipla e molte altre.
Il farmaco ha dimostrato un eccellente profilo di sicurezza e tollerabilità in due studi clinici di fase Ib, uno in pazienti con dermatite atopica e, più recentemente, uno in pazienti con psoriasi.
Un meccanismo innovativo che agisce sulla causa primaria dell’autoimmunità
Il canale ionico del potassio voltaggio-dipendente Kv1.3 è un target clinico ampiamente studiato nell’ambito dell’autoimmunità. La dipendenza da Kv1.3 è una caratteristica distintiva dei linfociti T autoreattivi, e il suo blocco selettivo interrompe in modo irreversibile l’attività patogena dei cloni T cronicamente attivati e autoreattivi, preservando completamente la competenza immunitaria protettiva del paziente.
Questo meccanismo unico supporta l’ipotesi secondo cui brevi cicli di trattamento con si-544 possano indurre un effetto duraturo e modificante della malattia in un ampio spettro di condizioni autoimmuni.
Disegno dello studio e risultati
Lo studio di fase Ib, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, è stato condotto su pazienti con psoriasi da lieve a grave che hanno ricevuto due iniezioni sottocutanee settimanali di si-544 o placebo (rapporto 3:1) per un periodo di 4 settimane, seguite da un monitoraggio di 12 settimane dopo il washout farmacologico.
Ha arruolato 45 pazienti in quattro centri clinici in Germania, con l’obiettivo primario di valutare la sicurezza e la tollerabilità di si-544, monitorando eventi avversi, parametri di laboratorio, tracciati ECG e segni vitali. Gli endpoint secondari includevano farmacocinetica, farmacodinamica, immunogenicità ed efficacia su parametri dermatologici chiave, tra cui lo Psoriasis Area and Severity Index (PASI), il Physician’s Global Assessment (PGA) e la superficie corporea interessata (BSA, Body Surface Area) dalla malattia.
Sicurezza ed efficacia clinica nei pazienti affetti da psoriasi
Nel complesso, si-544 ha raggiunto entrambi gli obiettivi principali, ovvero sicurezza ed efficacia clinica nei pazienti affetti da psoriasi. Il farmaco sperimentale è stato ben tollerato, senza eventi avversi gravi correlati, tossicità dose-limitanti o segnali di sicurezza osservati.
Un breve ciclo di trattamento di 4 settimane ha portato a un miglioramento clinico significativo (P<0,05) rispetto al placebo misurato tramite la variazione del punteggio PASI, con segnali di efficacia clinica osservati già alla seconda settimana di trattamento. Nel corso dell’intero periodo di monitoraggio di 12 settimane dopo il washout sono state osservate la stabilizzazione della malattia e la guarigione progressiva, con i pazienti che hanno mantenuto piena competenza immunitaria.
«Questi risultati rappresentano una tappa fondamentale, dal momento che si-544 ha confermato per la prima volta in ambito clinico il potenziale terapeutico, a lungo ipotizzato, di Kv1.3 nell’autoimmunità mediata dai linfociti T» ha dichiarato Antonius Schuh, CEO di selectION. «Questo studio convalida clinicamente la dipendenza da Kv1.3 come punto di ingresso ideale per interrompere l’attivazione cronica dei linfociti T patogeni e autoreattivi. si-544 ha il potenziale per diventare un’opzione terapeutica sicura e modificante la malattia, offrendo una riduzione significativa e duratura del carico patologico in un ampio spettro di malattie autoimmuni mediate dai linfociti T».

