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MSD acquisisce Cidara per 9,2 miliardi di dollari

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MSD accelera sulla strategia di diversificazione del proprio portafoglio acquisendo Cidara Therapeutics per 9,2 miliardi di dollari

MSD accelera sulla strategia di diversificazione del proprio portafoglio acquisendo Cidara Therapeutics per 9,2 miliardi di dollari. L’accordo, annunciato venerdì, prevede un pagamento di 221,50 dollari per azione, cifra che rappresenta un premio del 108,9% rispetto al precedente valore in Borsa. Con l’operazione, MSD mette le mani su CD388, un antivirale a lunga durata d’azione attualmente in fase avanzata di sviluppo contro l’influenza stagionale e pandemica.

«Intendiamo valorizzare il notevole lavoro del team Cidara e siamo convinti che CD388 possa diventare un ulteriore driver di crescita nel prossimo decennio», ha dichiarato l’amministratore delegato di MSD, Robert Davis.

Una strategia di crescita in vista delle sfide del post-Keytruda
La mossa arriva in un momento cruciale per MSD. Keytruda (pembrolizumab), il suo farmaco più venduto, continua a generare ricavi in aumento, ma dal 2027 sarà soggetto alle negoziazioni di prezzo previste dalla legge statunitense sull’abbattimento dei costi sanitari. Una prospettiva che spinge l’azienda a costruire nuovi pilastri di fatturato.

Dopo l’acquisizione da 10 miliardi di dollari di Verona Pharma avvenuta nei mesi scorsi, Davis aveva già manifestato l’intenzione di procedere con ulteriori operazioni con «urgenza». L’operazione Cidara conferma questa linea strategica.

CD388: un potenziale “scudo universale” contro il virus influenzale
CD388 rappresenta una delle innovazioni più interessanti degli ultimi anni nella prevenzione dell’influenza. A differenza dei vaccini tradizionali, che richiedono una risposta del sistema immunitario per offrire protezione, CD388 funziona come un antivirale a lunga durata d’azione: entra in circolo, si lega al virus influenzale e ne blocca direttamente la capacità di diffondersi nell’organismo.

Questo è possibile grazie alla tecnologia dei “drug-Fc conjugates”, una piattaforma sviluppata da Cidara che combina una piccola molecola antivirale con un frammento Fc di anticorpo umano. Il risultato è una molecola che resta in circolo per mesi, offrendo una protezione stagionale con una sola somministrazione. Nel caso di CD388, la parte antivirale è costituita da più copie di un potente inibitore della neuraminidasi, l’enzima che il virus usa per uscire dalle cellule infettate. Bloccando questo passaggio, il farmaco impedisce al virus di continuare a replicarsi e diffondersi, riducendo in modo significativo la probabilità di sviluppare un’infezione sintomatica.

Dati clinici molto promettenti
Gli studi preclinici hanno mostrato un ampio spettro d’azione: CD388 è risultato efficace contro diversi ceppi di influenza A e B, inclusi quelli resistenti ad altri farmaci della stessa classe. Questa capacità di mantenere efficacia anche di fronte a varianti più problematiche lo rende un candidato particolarmente promettente, soprattutto in scenari pandemici o per persone ad alto rischio che potrebbero rispondere poco ai vaccini.

I risultati clinici ottenuti finora da CD388 hanno contribuito a posizionarlo come uno dei candidati più promettenti nella prevenzione dell’influenza. Lo studio di fase 2b, denominato NAVIGATE, ha mostrato dati particolarmente incoraggianti: con una singola somministrazione, la dose più alta di 450 mg ha garantito una protezione del 76% contro l’influenza sintomatica lungo un periodo di 24 settimane, un arco temporale che copre l’intera stagione influenzale. Anche le dosi inferiori, da 300 mg e 150 mg, hanno evidenziato benefici significativi, con livelli di protezione rispettivamente del 61% e del 58%. Un aspetto non meno importante è il profilo di sicurezza: CD388 è stato ben tollerato e non sono emersi segnali di effetti avversi gravi attribuibili al trattamento, elemento fondamentale per un farmaco pensato per un utilizzo ampio nella popolazione.

In prospettiva, CD388 potrebbe affiancare o, in alcuni casi, sostituire la vaccinazione stagionale, soprattutto per chi non può contare su una risposta immunitaria robusta. Possedere un farmaco capace di offrire protezione immediata, duratura e indipendente dal sistema immunitario rappresenta un passo significativo nella gestione dell’influenza, una malattia che, nonostante la sua familiarità, rimane ogni anno una minaccia seria per molte persone.

Questi risultati hanno attirato l’attenzione delle autorità regolatorie. La FDA ha infatti riconosciuto il potenziale del farmaco concedendogli la Breakthrough Therapy Designation, riservata ai prodotti che mostrano un miglioramento clinicamente rilevante rispetto agli standard esistenti, soprattutto in pazienti ad alto rischio come quelli immunocompromessi. In precedenza, CD388 aveva già ottenuto la Fast Track designation, a conferma dell’interesse per uno sviluppo accelerato.

Oltre ai dati clinici, CD388 presenta una serie di vantaggi teorici e pratici che ne rafforzano l’appeal. A differenza dei vaccini tradizionali, non necessita di una risposta immunitaria robusta, motivo per cui può risultare particolarmente utile per persone immunodepresse o con scarsa risposta vaccinale. La sua modalità d’azione antivirale diretta e la lunga durata d’effetto lo rendono potenzialmente efficace contro un ampio ventaglio di ceppi influenzali, incluse varianti emergenti e ceppi pandemici. La somministrazione in dose singola stagionale, inoltre, semplifica enormemente l’accesso e l’aderenza alla prevenzione.

Il percorso clinico di CD388 è ora entrato in una fase decisiva. Il candidato si trova attualmente nello studio di fase III ANCHOR, rivolto ad adulti e adolescenti ad alto rischio di complicanze influenzali. Gli ottimi risultati emersi dallo studio NAVIGATE hanno alimentato forti aspettative: secondo alcuni analisti, come Brian Abrahams di RBC Capital Markets, i dati ottenuti rappresentano addirittura “uno scenario migliore del previsto”, consolidando ulteriormente la fiducia nella potenziale efficacia del farmaco.

In sintesi, CD388 si sta delineando come una possibile svolta nella prevenzione dell’influenza: efficace, duraturo, semplice da somministrare e potenzialmente adatto anche a chi non può contare sui benefici dei vaccini tradizionali. Se i risultati della fase III confermeranno le performance osservate finora, potremmo essere di fronte a un nuovo paradigma nella protezione dalla malattia influenzale.

Un asset riconquistato dopo il divorzio da J&J
La transazione avviene a meno di un anno dal momento in cui Cidara aveva riacquistato da Johnson & Johnson i diritti globali su CD388. La collaborazione, avviata nel 2021, prevedeva un pagamento iniziale di 27 milioni di dollari e potenziali milestone per 753 milioni, poi mai completamente maturate.

Prossime tappe
L’acquisizione è stata approvata dai consigli di amministrazione di entrambe le aziende e dovrebbe essere completata nel primo trimestre del 2026.
Con CD388, MSD rafforza la propria presenza nel settore degli antivirali e punta a giocare un ruolo chiave nella prevenzione dell’influenza, un’area che storicamente ha visto innovazioni molto più lente rispetto ad altri segmenti delle malattie infettive. L’esito degli studi in corso dirà se l’investimento potrà davvero trasformarsi in un nuovo blockbuster.

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