Acufene cronico: è arrivata da pochi giorni l’importante notizia della certificazione con marchio CE del primo dispositivo medico in classe 2A per la terapia del tinnito
È arrivata da pochi giorni l’importante notizia della certificazione con marchio CE del primo dispositivo medico in classe 2A per la terapia del tinnito; tale certificazione UE è supportata da evidenze cliniche e da uno studio pubblicato su Journal of Personalized Medicine condotto da ricercatori ed esperti dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria del Policlinico Universitario Tor Vergata diretta dal prof. Stefano Di Girolamo.
Su 50 pazienti, il 73% ha mostrato miglioramenti significativi nei punteggi TFI, confermati da vari test (THI, VAS, HQ e SF-36). Il trattamento è risultato sicuro, ben tollerato e ad alta compliance, confermando una promettente azione terapeutica.
Tinnitech,azienda Italiana che ha sviluppato questo nuovo trattamento per il tinnito , sta valutando il percorso più efficiente per rendere disponibile il prodotto ai pazienti nel più breve tempo possibile.
Acufene, come si presenta
L’acufene, noto anche come tinnito, è la percezione di un suono, spesso descritto come un fischio, un ronzio o un fruscio, in assenza di uno stimolo sonoro esterno reale. Può rappresentare il sintomo di diverse condizioni mediche, ma nella maggior parte dei casi non è possibile identificarne con precisione la causa.
In Italia si stima che circa il 15% della popolazione adulta soffra di acufene: parliamo di oltre 6 milioni di persone. Di queste, circa il 4% convive con una forma severa del disturbo, con importanti ripercussioni sulla qualità della vita quotidiana.
L’acufene è un disturbo complesso che compromette significativamente la qualità della vita. Pazienti affetti da acufene cronico riportano frustrazione, irritabilità, ansia, depressione, insonnia, iperacusia e difficoltà di concentrazione. Nonostante i progressi nella comprensione della fisiopatologia, le opzioni terapeutiche efficaci rimangono limitate.
La generazione dell’acufene può derivare da lesioni cocleari o alterazioni del nervo uditivo, provocando attività neuronale anomala nelle vie uditive centrali. Il disagio associato coinvolge anche aree cerebrali non uditive, attivando il sistema limbico e autonomico e rinforzando la percezione del suono. La variabilità dei sintomi e la soggettività della percezione rendono difficile identificare un trattamento universale.
Come gestire l’acufene
Tra le terapie più utilizzate vi è la terapia sonora, che mira a ridurre il disagio acufenico mediante stimoli esterni, favorendo un riaddestramento cerebrale per de-enfatizzare il segnale dell’acufene. La pitch-match therapy, basata sulla personalizzazione del tono audio in base alla frequenza percepita dal paziente, rappresenta una delle strategie più promettenti. Negli ultimi decenni, la stimolazione elettrica e le onde elettromagnetiche hanno suscitato interesse come forme di neuromodulazione, con effetti potenzialmente inibitori su neuroni iperattivi o anti-infiammatori.

