Uccise la vigile Sofia Stefani, ergastolo per l’ex comandante Gualandi che dovrà anche risarcire con 600.000 euro ciascuno i genitori della vittima e il fidanzato. La madre: “Ha fallito la società”
La Corte d’Assise di Bologna ha condannato all’ergastolo Giampiero Gualandi, il 64enne ex comandante della Polizia locale di Anzola dell’Emilia accusato dell’omicidio volontario aggravato della ex collega 33enne Sofia Stefani, con cui aveva una relazione extraconiugale. Accolte, quindi, le richieste della procuratrice aggiunta Lucia Russo, mentre la difesa aveva chiesto la riqualificazione del reato in omicidio colposo.
Stefani fu uccisa il 16 maggio 2024 da un colpo partito dalla pistola di Gualandi, nell’ufficio di quest’ultimo nella sede del Comando della Polizia locale di Anzola. L’imputato, che oggi era presente in aula ed è difeso dagli avvocati Claudio Benenati e Lorenzo Valgimigli, ha sempre sostenuto che il colpo partì accidentalmente, mentre per la Procura si trattò, appunto, di omicidio volontario. La sentenza è stata emessa dopo sette ore di camera di consiglio, e le motivazioni saranno depositate nel giro di 90 giorni.
Gualandi dovrà anche risarcire 600.000 euro a ciascuno dei genitori di Sofia Stefani, Angela Querzè e Bruno Stefani, e 500.000 euro al fidanzato della stessa Stefani.
Gualandi è stato condannato per l’omicidio volontario, aggravato dal legame affettivo con la vittima, della ex collega 33enne Stefani, con cui aveva una relazione extraconiugale. È invece caduta l’altra aggravante che gli veniva contestata, vale a dire quella dei futili motivi.
“Quando c’è una sentenza di ergastolo e succedono delle cose di questo genere, la società ha fallito.
Però per Sofia credo che fosse giusto avere giustizia. Mia figlia non c’è più, per noi il lutto prosegue e proseguirà per tutta la vita, ma credo che lei si meritasse giustizia e quindi che la sentenza sia giusta”. A dirlo è Angela Querzè, madre di Sofia Stefani.
Dopo la lettura della sentenza, Querzè ha abbracciato la procuratrice aggiunta Lucia Russo, e successivamente, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha dichiarato: “Penso che la manipolazione su Sofia ci sia stata, ed è stata davvero molto pesante, molto reiterata”. La sentenza, aggiunge, “ha però fatto giustizia, ma ripeto, mi dispiace perché, quando la società fallisce in questo modo,la responsabilità è di tutti noi. Quindi Sofia non c’è più e noi abbiamo cercato solamente di di darle voce”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

