Per il trattamento dell’obesità un solo trapianto di microbiota fecale tramite una singola assunzione, sotto forma di capsule, di batteri intestinali benefici provenienti da donatori sani, ha prodotto benefici duraturi
Per il trattamento dell’obesità un solo trapianto di microbiota fecale tramite una singola assunzione, sotto forma di capsule, di batteri intestinali benefici provenienti da donatori sani, ha prodotto benefici duraturi, migliorando per almeno 4 anni la salute e il peso corporeo di pazienti adolescenti arruolati in uno studio neozelandese pubblicato sulla rivista Nature Communications.
I tassi globali di obesità sono quasi triplicati negli ultimi 50 anni e oggi colpiscono il 14% della popolazione adulta, imponendo notevoli oneri sanitari ed economici alla società. L’obesità che si sviluppa durante l’infanzia o l’adolescenza tende spesso a persistere nell’età adulta, rappresentando un forte indicatore di maggiori morbilità e mortalità nel corso della vita. Di conseguenza, è urgente intervenire precocemente per modificare la traiettoria di questa malattia, hanno premesso gli autori.
Anche se dieta, attività fisica e fattori genetici sono da tempo associati al rischio di obesità, l’attenzione recente si è concentrata sul ruolo del microbioma intestinale, in particolare per quanto riguarda la regolazione dell’appetito e l’estrazione di energia dai nutrienti. Studi di associazione precedenti hanno mostrato che le persone affette da obesità presentano composizioni del microbioma intestinale distintive, capaci di indurre aumento di peso e alterazioni metaboliche quando trapiantate in topi privi di microrganismi.
Sulla scia di queste scoperte, sono stati avviati trial clinici per valutare gli effetti del trapianto di microbiomi da donatori magri in soggetti con obesità e/o disturbi metabolici, ma fino a oggi nessuno studio ha dimostrato l’efficacia del trapianto di microbiota fecale come terapia per la perdita di peso.
Valutazione dell’efficacia del trapianto di microbiota fecale dopo 4 anni dall’assunzione
In nuova Zelanda, dove è stato condotto lo studio, secondo i dati del Ministero della Salute un bambino su dieci e un adulto su tre sono classificati come obesi, posizionando il Paese al terzo posto per tasso di obesità tra le nazioni dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
Otto anni fa, 87 adolescenti affetti da obesità hanno partecipato a un esperimento pionieristico per verificare se un trasferimento fecale, ovvero l’assunzione sotto forma di capsule di batteri intestinali provenienti da donatori sani, potesse migliorare la loro salute e il loro peso corporeo.
Ora, a quattro anni di distanza dal primo trial, uno studio di follow-up condotto dal Liggins Institute dell’Università di Auckland, in Nuova Zelanda, ha riportato benefici duraturi derivanti da quel singolo trasferimento di microbi intestinali. I risultati mostrano che i partecipanti che hanno ricevuto le capsule batteriche hanno avuto una probabilità significativamente inferiore di sviluppare alterazioni metaboliche associate a malattie cardiovascolari, ictus e diabete, rispetto a quanti avevano ricevuto un placebo.
Nessun guadagno di peso e riduzione significativa della sindrome metabolica
Come riferito dal coautore Wayne Cutfield, professore presso il Liggins Institute, quattro anni dopo lo studio iniziale, il gruppo che aveva ricevuto i batteri intestinali non aveva perso peso ma, a differenza del gruppo placebo, non ne aveva nemmeno guadagnato. In media, il gruppo trattato pesava 11 kg in meno rispetto al gruppo placebo, con una differenze tuttavia non significativa. Invece, in media, i destinatari del trattamento presentavano una circonferenza vita inferiore (−10,0 cm, p=0,026) e una percentuale di grasso corporeo totale più bassa (−4,8%, p=0,024) rispetto al gruppo placebo.
L’aspetto più rilevante riguarda invece l’effetto del trattamento sulla sindrome metabolica, caratterizzata dalla concomitanza di ipertensione, iperglicemia, circonferenza addominale elevata, trigliceridi alti e colesterolo HDL basso.
«Oltre un terzo dei partecipanti adolescenti iniziali presentava sindrome metabolica, una condizione che può portare a gravi conseguenze, tra cui un rischio raddoppiato di decesso per malattie cardiache o ictus e un rischio cinque volte maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2» ha spiegato Cutfield. «Ciò che colpisce è che un singolo trattamento di trapianto di microbiota fecale ha prodotto una riduzione significativa della sindrome metabolica, che si è mantenuta per almeno quattro anni. Questo significa che i partecipanti hanno un rischio molto più basso di sviluppare diabete e malattie cardiache nel lungo termine».
Probiotici di nuova generazione per prevenire o attenuare la sindrome metabolica
Il coautore Justin O’Sullivan ha sottolineato un altro dato chiave emerso dallo studio di follow-up, ovvero il fatto che quattro anni dopo il trasferimento fecale i batteri benefici introdotti erano ancora presenti e attivi nell’intestino dei partecipanti che avevano assunto le capsule. «Questo ci spinge a riflettere sui tempi necessari per osservare gli effetti dei trattamenti basati sul microbioma» ha affermato.
Il team di ricerca sta ora cercando di identificare e isolare un piccolo numero di batteri intestinali benefici, probabilmente responsabili degli effetti positivi osservati. «Immaginate di poter programmare il vostro microbioma per ridurre il rischio di sviluppare certe patologie prima che si manifestino. Questo lavoro sta aprendo la strada a probiotici di nuova generazione, capaci di agire in modo mirato attraverso modifiche durature del microbioma» ha aggiunto O’Sullivan.
«Il nostro Santo Graal è sviluppare un mix superselezionato di batteri che possa essere assunto per prevenire o attenuare la sindrome metabolica. Il primo passo è dimostrare che la nostra combinazione personalizzata di batteri funziona davvero» ha concluso Cutfield.
Referenze
Wilson BC et al. Long-term health outcomes in adolescents with obesity treated with faecal microbiota transplantation: 4-year follow-up. Nat Commun. 2025 Aug 28;16(1):7786.

