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Da Siena a Livorno, passando per Roma: cassieri richiamati o licenziati per il Test del carrello

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Cassieri di un supermercato licenziati con il “Test del carrello”. I sindacati denunciano una pratica tornata agli onori della cronaca dopo un caso di Siena e altri due a Livorno

Siena, Livorno, ma anche Roma e provincia. Nell’ultimo periodo, in alcuni supermercati italiani ha preso sempre più piede il cosiddetto “Test del carrello”: una pratica messa in atto ai danni dei cassieri che, poi, in caso in mancato superamento della ‘prova’, vengono contestati o licenziati. Sono i sindacati a denunciare quanto accaduto in alcune sedi di Pam Panorama, dopo quanto segnalato da alcuni dipendenti.

COS’È IL TEST DEL CARRELLO

Come avviene il test? L’azienda invia degli ispettori che si fingono clienti e si presentano alla cassa con alcuni articoli ‘rubati’ nascosti nel carrello. Chi non rileva il furto è soggetto a contestazione disciplinare e, nei casi riportati, al licenziamento. Tre le chiusure del rapporto lavorativo: un caso a Siena e stessa situazione per due lavoratori livornesi. A fine ottobre anche Fisascat-Cisl Roma parlava del ‘test carrello’ per i Pam di Roma e provincia: “I lavoratori segnalano di aver ricevuto lettere di contestazione a seguito di momenti formativi, un fatto inaccettabile”.

Così, UILTuCS Toscana di Livorno “denuncia con fermezza l’ennesimo episodio di ingiustizia perpetrato da Pam Panorama, colosso da oltre 3 miliardi di fatturato, che continua a liberarsi dei lavoratori storici – quelli con più diritti, esperienza e dignità – per sostituirli con una nuova generazione di precari, facilmente ricattabili”. In una nota, il sindacato prosegue: “Sfruttamento, paura e silenzio: queste sono le dinamiche interne che Pam impone ai propri dipendenti. L’azienda ha adottato un metodo sistematico e vessatorio, fatto di contestazioni disciplinari superficiali e motivazioni inventate, con l’unico scopo di indebolire e isolare i lavoratori.

Riferendosi uno degli episodi di Livorno, la nota spiega: “Il caso di Tommaso, lavoratore storico del punto vendita di Corea – Livorno, è emblematico. Attraverso il cosiddetto ‘Test Carrello’ – un finto controllo organizzato come un’imboscata – una ‘squadriglia’ di ispettori ha messo in atto una vera e propria trappola: prodotti nascosti, pressioni psicologiche e provocazioni alla cassa, con l’obiettivo di confondere e colpire il lavoratore sino a farlo volutamente sbagliare“.

I SINDACATI PRONTI A MOBILITAZIONI: “I CASSIERI NON SONO ADDETTI ALL’ANTITACCHEGGIO”

“Queste azioni vigliacche – continua la nota – dimostrano la mancanza di coraggio di Pam, incapace di confrontarsi apertamente con i propri dipendenti e pronta invece a ricorrere a metodi punitivi e umilianti”. UILTuCS Toscana, poi, sottolinea: “Porteremo questa vicenda davanti a un giudice per rendere giustizia a Tommaso e difendere i diritti di tutti i lavoratori e le lavoratrici che, come lui, hanno subito pratiche costruite ad arte per annientarne la dignità. Non ci fermeremo di fronte a comportamenti che offendono l’umanità e i valori fondamentali del lavoro”.

Filcams CGIL Siena ribadisce gli stessi concetti su Facebook: “La dignità e la democrazia all’interno dei luoghi di lavoro non sono solo una questione sindacale, ma anche politica!”. La Filcams Cgil di Siena “è pronta per una mobilitazione lunga! Lavoratrici e lavoratori dei supermercati in fermento, si sentono tutti coinvolti da questa vicenda disumana! Il ruolo della cassiera e del cassiere, sono ben definiti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, applicato dalla Pam. Non sono addetti all’antitaccheggio. Chiediamo il ritiro del licenziamento o sarà mobilitazione!”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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