Nuove opzioni terapeutiche: arriva Obefazimod, il potenziatore di miR-124 che cambia la storia della colite ulcerosa refrattaria
Un nuovo farmaco orale, obefazimod, capace di potenziare l’espressione del microRNA-124, apre una nuova era terapeutica per i pazienti con colite ulcerosa moderata-grave che non rispondono alle terapie convenzionali. I risultati dei due studi di fase III ABTECT-1 e ABTECT-2, presentati durante il congresso annuale dell’ American College of Gastroenterology, mostrano tassi di remissione clinica fino al 24% e miglioramenti endoscopici significativi, con un profilo di sicurezza paragonabile al placebo.
Un nuovo meccanismo per un vecchio nemico
La colite ulcerosa refrattaria rappresenta una delle sfide più complesse in gastroenterologia, spesso resistente a biologici, inibitori JAK o modulatori S1P. In questo contesto, obefazimod emerge come un trattamento innovativo grazie al suo meccanismo d’azione unico: il farmaco potenzia il microRNA-124, una molecola regolatoria che riduce le citochine infiammatorie e ristabilisce l’equilibrio mucosale dell’intestino.
Il meccanismo d’azione di obefazimod è davvero interessante e completamente nuovo rispetto ai farmaci attualmente usati per la colite ulcerosa.
Obefazimod è un modulatore dell’espressione del microRNA-124 (miR-124), una piccola molecola di RNA che regola l’attività di molti geni coinvolti nei processi infiammatori.
Obefazimod agisce a livello del nucleo cellulare, dove si lega al cap-binding complex (CBC), un gruppo di proteine che controllano la traduzione dell’RNA.
Questa interazione potenzia la produzione di miR-124, aumentando la sua disponibilità nelle cellule immunitarie e nell’epitelio intestinale.
Effetto antinfiammatorio naturale e ripristino dell’omeostasi mucosale
Il miR-124 ha un ruolo chiave nel mantenere la tolleranza immunitaria: riduce la produzione di citochine pro-infiammatorie (come TNF-α, IL-6, IL-1β); modula l’attivazione dei macrofagi e dei linfociti T; favorisce la riparazione della mucosa intestinale.
In altre parole, invece di sopprimere il sistema immunitario (come fanno i biologici o gli inibitori JAK), obefazimod riporta l’equilibrio nella risposta infiammatoria, aiutando l’intestino a guarire “dall’interno”.
Grazie a questa azione regolatoria, obefazimod contribuisce a ristabilire l’omeostasi della mucosa intestinale, migliorando: la guarigione endoscopica, la riduzione dei sintomi (sangue, dolore, diarrea) e la remissione clinica sostenuta nei pazienti con colite ulcerosa moderata-grave.
Non è un immunosoppressore: non riduce le difese immunitarie e è orale, quindi più semplice da assumere rispetto ai biologici iniettivi.
Inoltre, come spiegato sopra, ha un meccanismo di azione “epigenetico”, cioè agisce sulla regolazione dei geni, non solo sui recettori o sulle vie enzimatiche.
I nuovi studi a supporto della sua efficacia
Negli studi ABTECT-1 e ABTECT-2, condotti su oltre 1.200 pazienti altamente refrattari, le dosi giornaliere di 25 mg e 50 mg hanno mostrato risultati notevoli. A otto settimane, la remissione clinica è stata raggiunta dal 23,8% e 21,7% dei pazienti, contro solo il 2,5% del gruppo placebo. La dose da 50 mg ha inoltre ottenuto miglioramenti significativi negli esiti endoscopici e isto-mucosali, confermando una risposta robusta e coerente.
Sicurezza e tollerabilità: un vantaggio chiave
Un dato particolarmente incoraggiante riguarda la sicurezza. Non sono emersi decessi né segnali di allarme, e gli eventi avversi sono risultati simili al placebo. Solo il mal di testa, lieve e transitorio, è stato più frequente nel gruppo trattato (24% vs 6%). “I dati di sicurezza sono ottimi e indicano che non si tratta di un farmaco immunosoppressore,” ha dichiarato Bruce Sands, dell’Icahn School of Medicine at Mount Sinai, presentando i risultati al congresso dell’American College of Gastroenterology.
Verso una nuova frontiera terapeutica
Per Alan Moss, direttore scientifico della Crohn’s & Colitis Foundation, obefazimod rappresenta “una potenziale terapia con un nuovo meccanismo d’azione per i pazienti che non rispondono ad altri trattamenti”. Studi a lungo termine, come ABTECT-3, sono ora in corso per valutare la durata della risposta e la sicurezza nel tempo.
Obefazimod, svolta nel trattamento della colite ulcerosa?
Obefazimod potrebbe segnare una svolta nella gestione della colite ulcerosa, offrendo ai pazienti refrattari un’alternativa orale, non immunosoppressiva e basata su un approccio molecolare innovativo. Gli autori dello studio evidenziano che se i risultati a lungo termine confermeranno queste premesse, potremo trovarci di fronte a una nuova classe di terapie capaci di cambiare radicalmente l’approccio al trattamento delle malattie infiammatorie intestinali.
Sands BE, et al “Efficacy and safety of obefazimod in patients with moderately to severely active ulcerative colitis: Results from two, phase 3, randomized, double-blind, placebo-controlled, 8-week induction trials” ACG 2025; Abstract 73.

