Dopo 13 giorni di latitanza, è finita la fuga di Elia Del Grande: era tornato a Cadrezzate, lo stesso luogo dove nel 1998 aveva ucciso i genitori e il fratello minore
Era tornato a Cadrezzate, nel Varesotto lo stesso luogo dove nel 1998 aveva ucciso i genitori e il fratello minore in quella fu ribattezzata la ‘Strage dei fornai’. È lì che i carabinieri di Modena e Varese, con l’aiuto del ROS di Milano, hanno fermato e arrestato Elia Del Grande dopo una fuga durata 13 giorni. L’uomo, 50 anni, era fuggito il 30 ottobre dalla casa lavoro di Castelfranco Emilia (MO), al termine di una condanna a 30 anni.
Nei giorni di fuga, Del Grande “si è spostato ripetutamente con facilità tra la ricca vegetazione dell’area ricompresa tra Ternate, Travedona Monate e Cadrezzate con Osmate, potendo anche contare su soggetti che lo hanno favorito- scrivono i Carabinieri-. Per garantire la propria irreperibilità non ha esitato anche ad utilizzare un pedalò per spostarsi sul lago di Monate, di notte, evidenziando, particolare disinvoltura, tra darsene e canneti lacustri”.
IL DELITTO DEL 1998
Dopo la strage del 7 gennaio 1998, Del Grande tentò di fuggire, ma venne individuato e arrestato in Svizzera. Confessò di essere stato lui. Il delitto, a quanto ricostruito, era maturato in un clima di grandi tensioni in famiglia con il 22enne che aveva problemi di droga da anni ed era in rotta in particolare con la mamma e il fratello perché faceva parte di un gruppo di skinhead. La scintilla, quella notte, pare fosse scoppiata perché la famiglia era contraria a una relazione che il giovane aveva intrapreso con una ragazza originaria di Santo Domingo. Proprio da lei il 22enne stava fuggendo quando venne arrestato: dopo essere arrivato in Svizzera, aveva intenzione di dirigersi a Santo Domingo, dove voleva rifarsi una vita con la ragazza di cui si era invaghito.
GLI ULTIMI ANNI DI DEL GRANDE
Del Grande ha trascorso più di 25 anni in carcere, scontando la sua pena per triplice omicidio. Nel 2023 era stato sottoposto alla libertà vigilata e per lui è stata l’occasione di ricostruirsi una vita. Ma poi la misura è stata ritenuta inadeguata dai magistrati che lo ritengono tuttora un soggetto “socialmente pericoloso”. Così il 23 settembre scorso si sono aperte le porte di una casa lavoro a Castel Franco Emilia, nel Modenese.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

