Sarà il supercomputer di intelligenza artificiale più potente mai gestito da un’azienda farmaceutica. Lo hanno annunciato Eli Lilly e NVIDIA
Sarà il supercomputer di intelligenza artificiale più potente mai gestito da un’azienda farmaceutica. Lo hanno annunciato Eli Lilly e NVIDIA che hanno iniziato una collaborazione: le risorse non mancano certo alle due imprese. Con 4,5 trilioni di dollari NVIDIA è la società con la maggiore capitalizzazione di mercato al mondo. Lilly ha una capitalizzazione di borsa di circa $740 miliardi e risulta al primo posto tra le aziende farmaceutiche.
Il supercomputer sarà installato nel data center di Lilly a Indianapolis e sarà interamente di proprietà e sotto controllo Lilly. L’azienda punta a usarlo per addestrare modelli su milioni di esperimenti preclinici e simulazioni molecolari, identificare nuovi target terapeutici e ottimizzare candidati farmaco più velocemente, con l’obiettivo dichiarato di ridurre drasticamente i cicli classici di scoperta e sviluppo e portare i farmaci ai pazienti in tempi più brevi.
L’infrastruttura, basata sull’architettura DGX SuperPOD di NVIDIA con sistemi DGX B300 e oltre mille GPU della nuova generazione Blackwell/Blackwell Ultra, diventerà una vera e propria “AI factory”: una fabbrica computazionale pensata per gestire l’intero ciclo di vita dell’AI, dall’ingestione dei dati al training dei modelli, fino all’ inferenza su larga scala.
Non si tratta solo di “trovare molecole”, Lilly userà questa capacità computazionale lungo tutta la filiera.
• Drug discovery computazionale e biologia predittiva: modelli generativi e modelli “foundation” biomedici verranno addestrati per progettare e ottimizzare nuove entità chimiche e biologiche, comprendere il folding proteico, simulare l’interazione farmaco-bersaglio e prevedere tossicità precoce.
• Biomarcatori e imaging medico: l’AI verrà applicata all’analisi di immagini radiologiche e istopatologiche di alta risoluzione per individuare segnali precoci di malattia e biomarcatori predittivi di risposta terapeutica, accelerando la selezione dei pazienti e l’arruolamento negli studi clinici.
• Produzione e qualità: simulazioni digital twin e agenti AI industriali saranno usati per monitorare e ottimizzare i processi produttivi, riducendo tempi di scaling-up e colli di bottiglia di manifattura (temi cruciali soprattutto per le terapie biologiche avanzate).
• Supporto clinico e operativo: Lilly parla di “AI agents” integrati nei flussi di lavoro interni per automatizzare parte dell’analisi regolatoria, della documentazione e della gestione dati clinici, fino a funzioni di trial design adattativo.
Uno snodo importante della strategia è TuneLab, la piattaforma di AI e machine learning federata di Lilly. TuneLab consentirà di mettere a disposizione di biotech e partner selezionati alcuni dei modelli proprietari che verranno addestrati sul nuovo supercomputer, senza però condividere direttamente i dati grezzi. In pratica, i partner potranno interrogare i modelli addestrati su oltre un miliardo di dollari di dati sperimentali interni Lilly, mantenendo segregati i propri dataset: un approccio di federated learning pensato per far crescere l’ecosistema senza violare la riservatezza industriale.
Secondo Thomas Fuchs, Chief AI Officer di Lilly, l’azienda sta passando “da usare l’intelligenza artificiale come semplice strumento a considerarla un collaboratore scientifico”. L’idea è che l’AI non resti confinata alla fase esplorativa, ma diventi parte del processo decisionale lungo tutta la pipeline, dalla scoperta di molecole first-in-class fino alla preparazione della produzione commerciale.
Dal lato NVIDIA, la partnership viene presentata anche come un tassello strategico nel posizionamento dell’AI come infrastruttura nazionale per la competitività biomedica: secondo Kimberly Powell, vicepresidente Healthcare di NVIDIA, garantire che realtà come Lilly dispongano di capacità di calcolo dedicate e scalabili è un elemento chiave per mantenere la leadership USA nell’innovazione terapeutica e nella medicina di precisione.
Il supercomputer opererà su architetture DGX SuperPOD di nuova generazione, con interconnessione NVIDIA Spectrum-X e gestione software proprietaria per carichi regolati (sanità e life sciences hanno vincoli di sicurezza e audit trail molto più stringenti rispetto ad altri settori). L’infrastruttura sarà alimentata al 100% da energia rinnovabile e raffreddata a liquido, per contenerne l’impatto energetico nonostante l’impiego di oltre 1.000 GPU ad alta potenza.
L’accordo Lilly–NVIDIA arriva in un momento in cui l’uso dell’AI nel farmaceutico sta rapidamente evolvendo da prototipi isolati a piattaforme industriali. Altre big pharma stanno investendo in modelli generativi per disegno di proteine, ottimizzazione delle sequenze RNA e pianificazione degli studi clinici, ma Lilly rivendica la creazione della prima “AI factory” completamente proprietaria a scala industriale nel pharma.
Resta naturalmente aperta la questione dell’impatto reale sui tempi regolatori e sull’arrivo di nuovi farmaci ai pazienti: l’AI può comprimere il ciclo di scoperta e la progettazione preclinica, ma la validazione clinica resta vincolata a studi controllati e a step autorizzativi delle agenzie regolatorie. Tuttavia, il messaggio è chiaro: per Lilly l’AI non è più “una tecnologia di supporto”, ma l’ossatura della prossima generazione di ricerca, sviluppo e produzione di farmaci.

