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I libri gialli, l’odio, la cacciata dalla comunità: chi è Vincenzo Lanni, l’accoltellatore di piazza Gae Aulenti

vincenzo lanni

I libri gialli, l’odio contro il ‘potere economico’, la cacciata dalla comunità: cosa passava per la testa a Vincenzo Lanni, l’accoltellatore di piazza Gae Aulenti a Milano

Un anziano è seduto su una panchina davanti a un bar di Villa di Serio, paese da 6 mila abitanti della Val Seriana, nella Bergamasca. Uno sconosciuto si avvicina e lo pugnala con un coltello da 23 centimetri di lama, per poi scappare via. Diverse ore dopo, a due chilometri di distanza, un altro pensionato cammina nel parco di Montecchio ad Alzano Lombardo per dirigersi in biblioteca. Quando entra nel centro culturale chiede alla bibliotecaria di guardare cosa ha nella schiena, perché “in quel punto lì” gli fa male. La donna lo guarda terrorizzata: ha conficcata la lama di un coltello. Ed è la stessa arma che prima ha ferito l’altro 80enne sulla panchina.

È TORNATO A COLPIRE DOPO 10 ANNI

I due anziani per fortuna se la cavano. È il 20 agosto 2015 e l’autore di quelle aggressioni è un 49enne della zona: lo riconosce da un fotogramma la bibliotecaria di Alzano. L’uomo che si allontana da una delle sue vittime con in mano una busta di plastica lo conosce perché, da quanto ha perso il lavoro da Informatico, trascorre molto tempo in biblioteca, a leggere libri.
Dieci anni dopo il modus operandi è lo stesso, cambia il target: non più un anziano ma una donna. L’autore di quegli attacchi in Val Seriana è infatti lo stesso che ieri è stato arrestato per aver aggredito una donna in piazza Gae Aulenti a Milano: Vincenzo Lanni.

VOLEVA UCCIDERE PERCHÈ SI SENTIVA “UN FALLITO”

Nel 2015 ai magistrati aveva detto di aver deciso di uccidere come reazione “al profondo stato di frustrazione che provava per la sua vita”, perché in definitiva si sentiva “un fallito”. Aveva scelto come obiettivo degli anziani, perché considerati deboli e prede facili. Ma, se non fosse stato fermato- aveva detto lui stesso agli inquirenti- presto “avrebbe ucciso delle donne”. E così ha provato a fare dieci anni dopo, ieri mattina, lunedì 3 novembre.

SOLO, SENZA LAVORO, LETTORE ACCANITO DI GIALLI E CON UN DISTURBO SCHIZOIDE

Allora le indagini avevano delineato il profilo di un uomo solo, senza famiglia, amici e neanche un lavoro che si rifugiava nei romanzi gialli e nei trattati di criminologia, da cui trovava ispirazione per i suoi folli piani. Poi, nel corso del processo, sono diventati evidenti i problemi di natura psichiatrica e gli è stato diagnosticato un disturbo schizoide della personalità. Per questo, espiata la pena, avrebbe trascorso altri tre anni in una struttura idonea nel Varesotto.

L’ALLONTAMENTO DALLA COMUNITÀ DI RECUPERO

Causa scatenante della sua frustrazione, questa volta, è stato l’allontanamento dalla comunità di recupero in provincia di Varese, dove viveva, una volta scontata la pena per le aggressioni agli anziani. Lo ha detto lo stesso Lanni nella lunga delirante confessione di ieri notte alla pm Maria Cristina Ria. Era arrabbiato con gli operatori della comunità di Casale Litta che lo avevano cacciato pochi giorni prima “per comportamenti inadeguati”, riferisce il Corriere della Sera senza entrare nel merito.

L’ODIO CONTRO ‘IL POTERE ECONOMICO’

Ma nello sfogo delirante dell’uomo al magistrato sono emersi anche vecchi rancori con chi 10 anni fa lo aveva licenziato e, ancora più in generale, contro “il potere economico” di cui riconosceva come simbolo piazza Gae Aulenti, location scelta per compiere l’accoltellamento di ieri mattina. “Per questo l’ho colpita”, h aggiunto riferedosi alla sua ultima vittima, la 43enne dipendente di Finlombarda. Insomma, ce l’aveva con tutto ciò che riconduceva alla sua “caduta economica e sociale” e questa rabbia l’ha rivolta addosso alla donna che ha incrociato ieri, mentre la stessa si stava recando al lavoro.

DECISIVA LA SEGNALAZIONE DELLA GEMELLA: “È LUI, LO HA GIÀ FATTO”

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo aveva terminato di scontare la pena detentiva per gli accoltellamenti di dieci anni fa e si sarebbe dovuto trovare nella comunità del Varesotto per un percorso di recupero. Poi, pochi giorni fa da quel centro è stato allontanato, per motivi che dovranno essere verificati dagli stessi investigatori, e si nascondeva in un albergo in via Vitruvio, vicino alla Stazione Centrale, dove era tornato dopo l’attacco alla donna in piazza Gae Aulenti. Lì, nella sua stanza, è stato arrestato grazie alla segnalazione della sorella gemella che lo ha riconosciuto nei fotogrammi diffusi sui media dagli inquirenti: “È lui, l’ho riconosciuto. L’ha già fatto”, ha detto la parente chiamando le forze dell’ordine.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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