Bronchiectasie, secondo un nuovo studio brensocatib efficace e sicuro in sottogruppi di pazienti complessi analizzati
Due sottoanalisi del trial ASPEN, presentate al congresso ERS, hanno documentato l’efficacia e la sicurezza di brensocatib in due sottogruppi specifici di pazienti bronchiectasici reclutati nel trial.
Di seguito una breve rassegna dei dati presentati al congresso.
Razionale d’impiego di brensocatib
La bronchiectasia è una malattia polmonare infiammatoria cronica, progressiva ed eterogenea. L’infiammazione neutrofila svolge un ruolo chiave nella fisiopatologia della bronchiectasia, e livelli elevati di proteasi specifiche dei neutrofili (NSP), come elastasi neutrofila, catepsina G e proteinasi 3, sono stati associati alla progressione della malattia e a outcome clinici peggiori.
Brensocatib è un inibitore orale, competitivo e reversibile della DPP1, che previene l’attivazione delle NSP. Nello studio di fase 3, randomizzato e in doppio cieco ASPEN, il trattamento una volta al giorno con brensocatib (10 mg e 25 mg) ha ridotto in modo significativo il tasso annualizzato di riacutizzazioni polmonari, ha prolungato il tempo alla prima riacutizzazione ed ha aumentato la probabilità di rimanere senza riacutizzazioni rispetto al placebo in un periodo di 52 settimane; inoltre, la dose da 25 mg ha ridotto in modo significativo il declino della funzionalità polmonare e migliorato in modo nominalmente significativo i sintomi riportati dai pazienti.
Nelle due sottoanalisi del trial presentate al congresso ERS, è stata valutata l’efficacia e la sicurezza del farmaco in pazienti bronchiectasici con infezione da P. aeruginosa e in pazienti con storia diversa di riacutizzazioni polmonari.
Prima sottoanalisi: pazienti bronchiectasici con infezione da P. aeruginosa
E’ noto che anche le infezioni ricorrenti o croniche da batteri, funghi, micobatteri o virus possono contribuire allo sviluppo e alla progressione della bronchiectasia. Pseudomonas aeruginosa è tra i patogeni più comunemente isolati nei pazienti con bronchiectasia.
I pazienti con P. aeruginosa presentano inoltre livelli di elastasi neutrofila più elevati rispetto a quelli infettati da altri batteri.
L’infezione cronica da P. aeruginosa è associata a un declino maggiore della funzionalità polmonare e ad un rischio più elevato di mortalità per tutte le cause rispetto alla sola bronchiectasia.
L’obiettivo di questa analisi per sottogruppi dello studio ASPEN è stato quello di valutare l’efficacia e la sicurezza del trattamento in base alla presenza (o meno) dell’infezione da P. aeruginosa.
Endpoint
Gli endpoint valutati in questa analisi sono stati i seguenti:
– Tasso annualizzato di riacutizzazioni polmonari
– Tempo alla prima riacutizzazione
– Proporzione di pazienti rimasti liberi da riacutizzazioni
– Variazione dal basale della FEV1 post-broncodilatatore a 52 settimane
– Tasso annualizzato di riacutizzazioni severe
– Variazione dal basale del punteggio QOL-B RSS a 52 settimane (NdR. Il punteggio Quality of Life–Bronchiectasis Respiratory Symptom Score è una sottoscala del questionario QOL-B -Quality of Life–Bronchiectasis -, uno strumento specificamente sviluppato per valutare la qualità di vita nei pazienti con bronchiectasie
– Variazione dal basale della FVC post-broncodilatatore a 52 settimane
Caratteristiche dei pazienti
Sia le caratteristiche demografiche che quelle cliniche erano generalmente bilanciate tra i gruppi in studio. In linea con dati già presenti in letteratura, i pazienti con positività a P. aeruginosa si caratterizzavano per una ridotta funzione polmonare e un punteggio QOL-B RSS più basso, punteggi medi BSI (indice di severità delle bronchiestasie) più elevati e un maggior impiego in cronico di antibiotici.
Risultati principali
In linea con i risultati complessivi dello studio, brensocatib 10 mg e 25 mg hanno ridotto il tasso annualizzato di riacutizzazioni rispetto al placebo, indipendentemente dallo stato di infezione da P. aeruginosa (NBX grafico; fig. 1A).
I pazienti positivi a P. aeruginosa hanno presentato un tasso più elevato di riacutizzazioni e di riacutizzazioni gravi rispetto ai pazienti negativi.
Brensocatib, sia a 10 mg che a 25 mg, ha ridotto il tasso annualizzato di riacutizzazioni gravi rispetto al placebo nei pazienti positivi a P. aeruginosa. Inoltre, ha prolungato, ad entrambi i dosaggi, il tempo alla prima riacutizzazione rispetto al placebo, indipendentemente dallo stato di P. aeruginosa.
Alla settimana 52, una quota maggiore di pazienti è rimasta libera da riacutizzazioni con brensocatib 10 mg o 25 mg rispetto al placebo, indipendentemente dallo stato di P. aeruginosa.
Passando agli altri outcome, brensocatib 25 mg ha ridotto il declino di FEV₁ post-broncodilatatore rispetto al placebo, indipendentemente dallo stato di P. aeruginosa. Il farmaco, in particolare al dosaggio di 25 mg, ha ridotto il declino del FVC post-broncodilatatore rispetto al placebo, indipendentemente dallo stato di P. aeruginosa.
Da ultimo, brensocatib, specialmente alla dose da 25 mg, ha migliorato il punteggio QOL-B RSS nei pazienti adulti alla settimana 52 rispetto al placebo, indipendentemente dallo stato di P. aeruginosa al basale. A tal riguardo, è stato osservato un maggiore effetto del trattamento con brensocatib nei pazienti positivi a P. aeruginosa rispetto a quelli negativi.
Safety
La frequenza degli eventi avversi (AE) e degli eventi avversi gravi (SAE) è risultata più elevata nei pazienti positivi a P. aeruginosa, pur rimanendo bilanciata tra i diversi gruppi di trattamento, in linea con i risultati complessivi dello studio ASPEN.
Riassumendo
In linea con i risultati complessivi dello studio ASPEN, brensocatib 10 mg e 25 mg ha ridotto il carico di riacutizzazioni polmonari nei pazienti con bronchiectasie, indipendentemente dallo stato di infezione da P. aeruginosa al basale.
Il farmaco, in particolare alla dose di 25 mg, ha inoltre ridotto il declino della funzione polmonare e migliorato i sintomi riportati dai pazienti rispetto al placebo, indipendentemente dallo stato di P. aeruginosa al basale. Inoltre, gli eventi avversi sono risultati simili tra i gruppi di trattamento e in linea con i risultati complessivi dello studio ASPEN.
Nel complesso, dunque, questa analisi dimostra che brensocatib produce risultati coerenti nei pazienti con bronchiectasie, sia in presenza sia in assenza di infezione da P. aeruginosa.
Seconda sottoanalisi: pazienti bronchiectasici con storia diversa riacutizzazioni
Le riacutizzazioni rappresentano dei fattori affidabili di predizione del rischio di esacerbazioni successive, di progressione di malattia, di ospedalizzazione e di mortalità. Nonostante le strategie attuali di gestione delle bronchiectasie, molti pazienti vanno ancora incontro a 2 o a più eventi di riacutizzazione annuale.
L’obiettivo di questa analisi per sottogruppi dello studio ASPEN è stato quello di valutare l’efficacia e la sicurezza del trattamento in base al riscontro di 2 o di ≥3 riacutizzazioni occorse nel 12 mesi precedenti lo screening.
Endpoint
Gli endpoint valutati in questa analisi sono stati i seguenti:
– Tasso annualizzato di riacutizzazioni polmonari
– Tempo alla prima riacutizzazione
– Proporzione di pazienti rimasti liberi da riacutizzazioni
– Variazione dal basale della FEV1 post-broncodilatatore a 52 settimane
– Tasso annualizzato di riacutizzazioni severe
– Variazione dal basale del punteggio QOL-B RSS a 52 settimane (NdR. Il punteggio Quality of Life–Bronchiectasis Respiratory Symptom Score è una sottoscala del questionario QOL-B -Quality of Life–Bronchiectasis -, uno strumento specificamente sviluppato per valutare la qualità di vita nei pazienti con bronchiectasie
– Variazione dal basale della FVC post-broncodilatatore a 52 settimane
Caratteristiche dei pazienti
Sia le caratteristiche demografiche che quelle cliniche erano generalmente bilanciate tra i gruppi in studio, con alcune differenze indicative di una maggiore severità di malattia nei pazienti con ≥3 riacutizzazioni occorse nel 12 mesi precedenti lo screening (punteggi BSI più elevati, numero maggiore di pazienti con storia di asma, proporzione maggiore di pazienti in trattamento con steroidi inalatori e antbiotici in cronico) rispetto ai pazienti con 2 riacutizzazioni.
Risultati principali
In linea con i risultati complessivi dello studio, brensocatib 10 mg e 25 mg ha ridotto il tasso annualizzato di riacutizzazioni rispetto al placebo, indipendentemente dal numero di riacutizzazioni precedenti. Entrambe le dosi di brensocatib (10 mg e 25 mg) hanno ridotto il tasso annualizzato di riacutizzazioni gravi rispetto al placebo, a prescindere dal numero di riacutizzazioni pregresse.
Il farmaco, ai due dosaggi sopra indicati, ha prolungato il tempo alla prima riacutizzazione rispetto al placebo, indipendentemente dal numero di riacutizzazioni precedenti. Alla settimana 52, una percentuale maggiore di pazienti è rimasta libera da riacutizzazioni con brensocatib 10 mg e 25 mg rispetto al placebo, indipendentemente dal numero di riacutizzazioni precedenti.
Brensocatib, in particolare al dosaggio di 25 mg, ha ridotto il declino del FEV₁ post-broncodilatatore e di FVC post-broncodilatatore rispetto al placebo, indipendentemente dal numero di riacutizzazioni precedenti.
Da ultimo, il farmaco, soprattutto alla dose da 25 mg, ha migliorato il punteggio QOL-B RSS alla settimana 52 rispetto al placebo, indipendentemente dal numero di riacutizzazioni precedenti.
Safety
La frequenza degli eventi avversi (AE) e degli eventi avversi gravi (SAE) è risultata più elevata nei pazienti con ≥3 riacutizzazioni precedenti.
Riassumendo
In linea con i risultati complessivi dello studio ASPEN, brensocatib 10 mg e 25 mg ha ridotto il carico di riacutizzazioni polmonari nei pazienti con bronchiectasie, indipendentemente dal numero di riacutizzazioni precedenti. Brensocatib, in particolare alla dose di 25 mg, ha inoltre ridotto il declino della funzione polmonare e migliorato i sintomi riportati dai pazienti rispetto al placebo, indipendentemente dal numero di riacutizzazioni pregresse.
La frequenza degli eventi avversi (AE) e degli eventi avversi gravi (SAE) è risultata più elevata nel sottogruppo di pazienti con ≥3 riacutizzazioni precedenti, in linea con i risultati complessivi dello studio ASPEN.
Nel complesso, dunque, questa analisi dimostra che brensocatib produce risultati coerenti nei pazienti con bronchiectasie, a prescindere dal numero di riacutizzazioni precedenti.
Bibliografia
1) Aliberti S et al. Efficacy and safety of brensocatib in patients with non-cystic fibrosis bronchiectasis and Pseudomonas aeruginosa infection: Analysis of the ASPEN trial. ERS 2025, Amsterdam
2) Loebinger M et al. Efficacy and safety of brensocatib in patients with non-cystic fibrosis bronchiectasis by exacerbation history: Analysis of the ASPEN trial. ERS 2025, Amsterdam

