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Legittima difesa, l’ex ministro Castelli deposita in Cassazione cinque proposte di legge di iniziativa popolare

castelli sicurezza

L’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli deposita in Cassazione cinque proposte di legge di iniziativa popolare, tre delle quali riguardano la sicurezza

Legittima difesa sempre. Sì alle armi per i cittadini, che non devono giustificare un colpo esploso contro un ladro in casa; sì al taser per le forze di polizia, che hanno sempre ragione a usare la forza. “Se qualcuno entra in casa io mi posso difendere con tutti i mezzi”: l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli si veste da sceriffo e deposita in Cassazione cinque proposte di legge di iniziativa popolare, tre delle quali riguardano la sicurezza. Una è una legge costituzionale che modifica l’articolo 14. “Il domicilio è inviolabile”, dice la Carta. “La sua difesa contro chi vi si sia introdotto in violazione di legge- vorrebbe aggiungere Castelli- non è, in alcun caso, punibile”.

Padre della riforma della giustizia di vent’anni fa, poi corretta dal governo Prodi nel 2007, Castelli oggi è il segretario del Partito popolare del nord. Sono tre le proposte di legge d’iniziativa popolare depositate sulla legittima difesa. “Una rafforza in modo pesante l’inviolabilità del domicilio- spiega Castelli a proposito della modifica dell’art. 14 della Costituzione- se tu caro ladro ti limiti a borseggiare in autobus va bene, ma se entri nottetempo scassinando una casa attenzione che il proprietario potrebbe anche pensare che gli vuoi fare del male e potrebbe difendersi con tutti i mezzi”.

Una proposta modifica l’articolo 52 del codice penale, “svincolando colui che deve difendere il proprio domicilio dagli aggressori dalla necessità di effettuare valutazioni sulle dinamiche in atto”. Un’altra si occupa dell’articolo 53 del codice penale: i taser, si legge, “non sono considerate armi da sparo”. In particolare, “l’uso delle armi da sparo da parte del pubblico ufficiale o il suo ordine di farne uso sono sempre proporzionati rispetto alla condotta da impedire o alla violenza da respingere”. Queste misure, spiega, sono necessarie “perché ci sono tutta una serie di magistrati che tendono a privilegiare i delinquentoni. Lo vediamo anche con le forze dell’ordine: chi ha sparato a un delinquente viene spesso sospeso, privato dello stipendio”.

Delle altre due proposte, “una valorizza le province montane, che vogliono autonomia maggiore”; un’altra si occupa di scuola, puntando a modificare l’articolo 9 della Costituzione. “Oggi c’è un grave scandalo- sottolinea Castelli- sui libri di testo scolastici vai a cercare le righe dedicate alla storia locale e sono solo lo 0,5%. Ai nostri ragazzi non viene minimamente insegnata la storia locale, per esempio i 700 anni della Repubblica di Venezia. Riteniamo sia molto importante insegnare anche la storia locale, perché altrimenti non sanno chi sono e da dove vengono. Nei libri di testo ci deve essere una quota di storia locale: veneta, lucana, siciliana…”.

Ora si tratta di raccogliere le firme. “Contiamo di farlo non solo con i banchetti, ma anche con lo Spid, ce la faremo”. Dice ancora Castelli di aver avuto “un grande riscontro sulla legittima difesa”, perché “la gente ne ha piene le palle…”. Ma non solo: “Anche sulla scuola italiana, dove i professori tirano veramente a sinistra. Io vedo al liceo di Lecco, dov’è che i professori vanno a fare la gita scolastica? In moschea a sentire cosa dice l’imam, ma vi pare?”.

Lo studio delle città, delle province e delle regioni in Costituzione, per una “ampia valorizzazione dell’identità culturale”: la Serenissima, il Granducato di Milano, la repubblica di Genova o il patriarcato di Aquileia. “Quali sono i ragazzi che sanno che a Lecco c’è stata una battaglia navale? Quando lo Sforza- si risponde Castelli- combatte il famoso Medeghino che era un signorotto del lago…”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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