Mentre Jolanda Renga racconta di essere stata ricatta per foto che non esistono, l’attrice Francesca Barra ha denunciato di aver trovato online delle immagini di nudo di se stessa che sono state create con l’Intelligenza artificiale
Foto di nudo fake, generate con l’intelligenza artificiale, ma messe in giro in rete come fossero vere. E finite su un sito sessista (dove sarebbero confluite foto di molte altre vip) dove si scambiano immagini di nudo. La denuncia arriva dall’attrice Francesca Barra, che sui social ha raccontato nelle scorse ore questa grave vicenda che l’ha riguardata personalmente. E, proprio per dare il maggior peso possibile alla denuncia, l’attrice ha deciso di pubblicare anche le foto per mostrare lo squallore e mettere in guardia tutti – in particolare tutte le donne- da queste truffe in cui si può cadere. “È una violenza e un abuso“, dice l’attrice, constatando che purtroppo “troppo spesso le leggi, la rete e le piattaforme arrivano dopo”. La denuncia di Francesca Barra (condivisa sui social anche dal marito Claudio Santamaria che la porta a esempio di “coraggio”) è arrivata poche ore prima di quella di Jolanda Renga, figlia di Francesco Renga e Ambra Angiolini, che ha raccontato una vicenda per certi aspetti simile. Ospite dell’ultima puntata delle ‘Iene’, Jolanda Renga ha raccontato di essere stata vittima di un ricatto da parte di truffatori che la minacciavano di diffondere delle sue immagini di nudo (che “non esistono“, dice la ragazza) se non avessero ricevuto un pagamento di 10 mila euro: “Pagate o a mezzanotte diffondo le tue foto”.
FRANCESCA BARRA: “HO PROVATO IMBARAZZO E PAURA”
“Ho scoperto ieri che su un sito per adulti circolano immagini di me nuda, generate con l’intelligenza artificiale. Non sono io, ma qualcuno ha deciso di costruire quella menzogna per ottenere attenzione e insinuare il dubbio che potessi essermi mostrata in quel modo negli ambienti in cui lavoro o ho lavorato: in Mediaset e con Piero Chiambretti”, scrive Francesca Barra. Che prosegue: “Ho pensato ai miei figli e ho provato imbarazzo e paura per ciò che avrebbero potuto sentire o leggere, se quelle immagini fossero finite nelle mani sbagliate. Non é arte, non é una scelta personale quindi ovviamente creata per suscitare morbosità pericolose perchè basate sull’alterazione della realtà senza consenso della diretta interessata.
E ho pensato alle figlie e ai figli di tutti, alle ragazze che subiscono la stessa violenza digitale e che forse non hanno i miei stessi strumenti per difendersi o la mia forza per reagire. É una violenza e un abuso che marchia la dignità, la reputazione, la fiducia. Un furto dell’immagine, del corpo, della libertà di essere viste come si è — non come un algoritmo o una mente malintenzionata decide di rappresentarci.
Le tecnologie dovrebbero essere strumenti di progresso, non di sopraffazione. E invece, troppo spesso, diventano armi: di manipolazione, di vergogna, di distruzione dell’identità. Chi crea, diffonde o ospita questo materiale commette un reato, ma troppo spesso le leggi, la rete e le piattaforme arrivano dopo“.
Racconta ancora Francesca Barra: “Ho discusso da poco una tesi in criminologia sul cyberbullismo, proprio perché spero di poter contribuire con competenza ad arginare questo fenomeno e a sensibilizzare famiglie, studenti, figli. Il mio assunto é che il cyberbullismo non è un problema fra ragazzi,
ma uno specchio delle nostre fragilità collettive e infatti eccoci qui a dare, come sempre, il pessimo esempio. Questa non è solo la mia storia, ma il preludio di un pericolo che riguarda tutti. Nessuna donna, nessuna ragazza dovrebbe trovarsi di fronte a un corpo inventato e sentirsi ferita due volte: nell’immagine e con l’impunità”.
JOLANDA RENGA: “LE FOTO NON ESISTONO MA MI SONO SENTITA NUDA”
“A mezzanotte pubblicherò le foto che ho di te nuda, dì pure a tua madre che se non riceverò 10.000 euro ti rovinerò la vita”. Jolanda Renga, che ha raccontato quanto le è accaduto con un monologo alle “Iene”, ha spiegato di aver provato una sensazione di “vuoto”. E ha spiegato: “Quelle foto non esistono, però io mi sono sentita nuda. Nuda, ora lo so, significa senza difese. Significa scoprire che il tuo corpo, nudo o manipolato, può diventare la tua condanna. Io ho avuto paura di diventare quel ricatto, anche se le foto non c’erano. Ma se invece le avessi inviate per amore con fiducia, nell’intimità, mi sarei dovuta vergognare? E lui, invece, il colpevole? Irrintracciabile. Esiste solo nel tuo incubo peggiore per annientarti nella vita vera, con l’idea che basti nominare il tuo corpo per farti stare zitta. Per questo non l’ho fatto. Voglio fargli sapere che la legge lo raggiungerà e che è lui a doversi vergognare. Perchè la mia dignità è il miglior vestito che ho addosso e nessuno può togliermelo”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

