Nella Sala Sacchi di Palazzo Barberini il percorso espositivo si arricchisce di due straordinari busti barocchi di Alessandro Algardi e François Duquesnoy
Palazzo Barberini arricchisce il suo percorso espositivo con l’ingresso nella Sala Sacchi di due importanti sculture barocche realizzate da Alessandro Algardi e François Duquesnoy.
Capaci di raccontare da un’ulteriore angolazione la Roma del Seicento, l’imponente busto in marmo del Cardinale Antonio Santacroce di Algardi, mai esposto prima, e quello che ritrae il Nano del Duca di Créquy dello scultore fiammingo François Duquesnoy offrono anche una testimonianza della raffinata cultura artistica della famiglia Barberini.
Realizzato da Alessandro Algardi (Bologna, 1598 – Roma, 1654) intorno al 1639-1641, il busto del Cardinale Antonio Santacroce, in prestito da una collezione privata e realizzato in un unico blocco di marmo, rappresenta un’eccellenza assoluta della ritrattistica barocca.
Il cardinale Santacroce (1599-1641), figura chiave della Roma barberiniana, politico di rilievo e collezionista raffinato, è ritratto da Algardi in stile sobrio e monumentale, lontano dalla teatralità dei “ritratti parlanti” di Gian Lorenzo Bernini.
In quest’opera emerge la sensibilità formale e la forza espressiva tipiche dell’opera di Algardi: lo sguardo fiero, la composizione solenne, la resa minuziosa dei dettagli – come le ciocche della barba e l’intaglio dei capelli – ne fanno un capolavoro di equilibrio e nobiltà, che riflette un linguaggio scultoreo austero, atemporale, profondamente meditato.
Destinata con ogni probabilità ad abbellire il palazzo di famiglia, l’opera testimonia la fortuna della tipologia del busto ritratto nella Roma barocca, sulla scia dell’influenza berniniana, ma al contempo rappresenta una chiara affermazione dello stile autonomo di Algardi, uno dei pochi veri rivali del maestro napoletano.

