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Novo Nordisk rileva da Omeros i diritti su zaltenibart

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Novo Nordisk si muove nel campo delle malattie rare acquisite del sangue e del rene, rilevando da Omeros i diritti su zaltenibart

Novo Nordisk si muove nel campo delle malattie rare acquisite del sangue e del rene, rilevando da Omeros i diritti su zaltenibart, un inibitore selettivo di MASP-3 che agisce a monte della cascata del complemento. L’azienda danese prevede di avviare un programma di fase 3 globale nella PNH (emoglobinuria parossistica notturna) ed esplorare lo sviluppo del farmaco in altre patologie rare ematologiche e renali mediate dal complemento.

L’intesa può valere fino a 2,1 miliardi di dollari, comprensivi di 340 milioni tra upfront e milestone a breve termine. Omeros manterrà il diritto a royalties qualora il farmaco raggiunga il mercato. L’operazione arriva dopo che, a maggio, la biotech di Seattle aveva sospeso temporaneamente l’avvio della fase 3 per la PNH, citando l’“atteso incremento dei costi” e la necessità di prioritizzare la cassa, pur mantenendo siti e fornitori pronti a una rapida riattivazione.

Razionale scientifico: perché MASP-3
Zaltenibart è un modulatore dell’asse MASP-3 nell’attivazione alternativa del complemento. Inibendo questo snodo a monte, l’approccio potrebbe ridurre l’emolisi sia intravascolare sia extravascolare senza “spingere” solo su un singolo terminale (come nel caso degli anti-C5), con il potenziale di contenere l’anemia residua e di offrire schemi di somministrazione più distanziati. Il riferimento, nel mercato PNH, è agli anti-C5 Soliris e Ultomiris; quest’ultimo, come zaltenibart, si somministra ogni otto settimane.

Il programma clinico di Omeros ha prodotto, entro dicembre 2024, dati di fase 2 presentati al congresso ASH: il trattamento con zaltenibart ha mostrato miglioramenti clinicamente significativi e sostenuti di emoglobina e conta dei reticolociti, con prevenzione dell’emolisi intra- ed extravascolare. Tali segnali hanno motivato la preparazione della fase 3 all’inizio del 2025, poi interrotta per ragioni finanziarie.

La strategia di Novo Nordisk
Secondo Martin Holst Lange, CSO di Novo Nordisk, zaltenibart presenta un meccanismo d’azione innovativo che potrebbe offrire vantaggi rispetto ai trattamenti esistenti nelle malattie da complemento. L’azienda ritiene di poter capitalizzare il lavoro già svolto da Omeros per sviluppare un trattamento differenziato e potenzialmente best-in-class nelle malattie rare del sangue e del rene. L’operazione si inserisce in una fase di riorganizzazione interna del gruppo — con riduzione di alcune attività R&D (come le cell therapy) e riallocazione delle risorse — ma con una politica di business development mirata su aree ad alta unmet need.

Se confermate in fase 3, le performance di zaltenibart potrebbero ridisegnare il profilo terapeutico nella PNH, oggi dominata dal blocco di C5. Un intervento “upstream” come l’inibizione di MASP-3 mira a contenere l’emolisi residua e a stabilizzare i parametri ematologici con aderenza semplificata, elementi rilevanti per pazienti che spesso presentano anemia, trasfusioni ricorrenti e fatica nonostante la terapia.

Prossimi passi
Novo Nordisk intende iniziare rapidamente la fase 3 globale nella PNH, riallineando i siti già selezionati e definendo un disegno di studio coerente con gli endpoint regolatori (correzione dell’anemia, riduzione delle trasfusioni, controllo dell’emolisi e degli eventi clinici). In parallelo, il gruppo valuterà estensioni d’indicazione in altre malattie rare ematologiche e renali mediate dal complemento, sfruttando il profilo di somministrazione ogni 8 settimane come leva di differenziazione.

Cosa cambia per Omeros
Per Omeros, l’accordo garantisce capitale immediato, validazione della piattaforma sul complemento e continuità di sviluppo per un asset considerato strategico, mentre l’azienda resta focalizzata sul percorso di approvazione di narsoplimab (anti-MASP-2) nella TMA post-trapianto di cellule staminali e sul prosieguo della pipeline.

In sintesi: con zaltenibart, Novo Nordisk scommette su un target upstream del complemento per offrire un’alternativa potenzialmente più completa nella gestione dell’emolisi PNH e aprire sbocchi terapeutici in altre patologie rare a elevato bisogno clinico.

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