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Neuromielite ottica, nuove conferme su cure che puntano all’inibizione del complemento

Neuromielite ottica: l'agenzia statunitense Fda approva satralizumab, primo e unico trattamento sottocutaneo per adulti

Presentati dati rilevanti da esperienze cliniche e registri internazionali che confermano la centralità degli inibitori di C5, quali eculizumab e ravulizumab, nella protezione dalla progressione della neuromielite ottica

Al congresso ECTRIMS durante il simposio “Complement Component 5 Inhibitor Therapies (C5ITs) in Neuromyelitis Optica Spectrum Disorder (NMOSD): Clinical Insights and Real-World Evidence”, sono stati presentati dati rilevanti da esperienze cliniche e registri internazionali che confermano la centralità degli inibitori di C5, quali eculizumab e ravulizumab, nella protezione dalla progressione della NMOSD.

Nel keynote di apertura, il Prof. Sean Pittock, Direttore del Centro per la Sclerosi Multipla e la Neurologia Autoimmune della Mayo Clinic e principal investigator del Laboratorio di Neuroimmunologia della Mayo Clinic., ha sottolineato come la NMOSD sia una patologia devastante e potenzialmente fatale, dove la frequenza delle recidive resta il principale determinante della disabilità permanente. L’impatto sulla qualità di vita del paziente – e, non meno, del caregiver – è significativo. Le nuove terapie disponibili, in particolare gli inibitori di C5, rappresentano un avanzamento fondamentale, arricchendo l’armamentario terapeutico a disposizione dei clinici.

Esperienza di vita reale con eculizumab: il caso francese
Il focus sulla real-world evidence è stato approfondito da Prof. Jérôme de Sèze, Direttore del sevizio di malattie infiammatorie neurologiche, Les Hôpitaux Universitaires de Strasbourg, Francia, che ha presentato i risultati dello studio ECUP4, reso obbligatorio in Francia per ragioni regolatorie.

ECUP4 è uno studio osservazionale prospettico, non comparativo e multicentrico che si propone di valutare l’efficacia a lungo termine e la sicurezza di eculizumab nei pazienti francesi adulti affetti da disturbi dello spettro della neuromielite ottica (NMOSD) con positività per l’anticorpo anti-AQP4.

ECUP4 è condotto in circa 32 centri di riferimento francesi specializzati nelle malattie neuroinfiammatorie e prevede l’inclusione dei pazienti all’interno della coorte nazionale NOMADMUS, che raccoglie in modo sistematico dati clinici, demografici e di follow-up sui pazienti con NMOSD. L’arruolamento è programmato per una durata iniziale di tre anni, con la possibilità di prolungare il follow-up fino a 5,5 anni.

L’endpoint primario dello studio è rappresentato dal tasso annualizzato di ricadute (ARR) durante il trattamento con eculizumab nella pratica clinica reale. Tra gli endpoint secondari figurano la sicurezza, le caratteristiche basali dei pazienti, l’andamento della disabilità, la qualità di vita, la funzione visiva e altri parametri clinici e radiologici.

Essendo uno studio osservazionale di tipo real-world, ECUP4 non modifica la gestione clinica: i trattamenti, le visite e i controlli vengono infatti eseguiti secondo la normale pratica assistenziale, senza protocolli sperimentali aggiuntivi.

In sintesi, ECUP4 mira a fornire evidenza “dal mondo reale” sull’uso di eculizumab nei pazienti con NMOSD AQP4-positivi, colmando il divario tra i risultati dei trial clinici controllati e ciò che accade nella pratica clinica quotidiana.

Nel follow-up mediano di 19,81 mesi, il tasso annuale di recidiva (ARR) in pazienti trattati con eculizumab è stato pari a zero. Inoltre, il profilo di sicurezza si è dimostrato sovrapponibile a quello del trial PREVENT, senza alcun caso di infezione meningococcica. Questi dati rafforzano la validità di eculizumab anche nel contesto della pratica clinica quotidiana.

Registri Internazionali e real-world insights: dati dal Giappone e NMO SPOTLIGHT
Il Prof. Jin Nakahara ha riportato le evidenze dai registri giapponese e dal registro internazionale NMO SPOTLIGHT.

Promosso da Alexion, il registro internazionale NMO SPOTLIGHT segue pazienti adulti con NMOSD AQP4-positivi trattati con inibitori del complemento come eculizumab e ravulizumab. Nei pazienti trattati con eculizumab, l’esposizione mediana è stata di 40,2 mesi (IQR 24,0–49,7) e nel periodo di osservazione si descrive una caduta drastica del tasso annualizzato di ricadute (ARR), che passa da ~0,50 prima del trattamento a ~0,02 durante il trattamento con inibitori del complemento.

Un contributo aggiuntivo proviene dal registro giapponese NMOSD/MOGAD, che raccoglie dati clinici, demografici e di outcome in una popolazione asiatica rappresentativa — utile per cogliere eventuali differenze geografiche o genetiche. Tale studio di real-world con eculizumab ha  dimostrato efficacia nella prevenzione delle ricadute e buon profilo di tollerabilità nei pazienti AQP4-positivi.

Le analisi dimostrano che eculizumab e ravulizumab riducono significativamente l’ARR, con benefici che si mantengono nel tempo. È emerso anche che l’uso prolungato di eculizumab riduce il ricorso ai corticosteroidi orali e che, nel registro NMO SPOTLIGHT, il 66,1% dei pazienti non necessitava di trattamento concomitante con altri farmaci immunosoppressori. Non sono state evidenziate nuove criticità di safety rispetto a quanto già riportato dai trial clinici, segnalando un profilo di sicurezza coerente e rassicurante.

Queste esperienze sottolineano che i registri real-world non servono solo a confermare le evidenze dei trial, ma sono fondamentali per comprendere come le terapie funzionino “nella vita reale”, contribuendo a guidare decisioni cliniche, linee guida e strategie future nella gestione del NMOSD.

Outcome a lungo termine con ravulizumab
I dati di follow-up a lungo termine dello studio di estensione CHAMPION NMOSD, illustrati dal Prof. Pittock, confermano l’efficacia del ravulizumab: nessuna recidiva di malattia è stata osservata durante 170 settimane di trattamento senza la comparsa di nuovi segnali di safety. Questo supporta ulteriormente il ruolo degli inibitori di C5 nel garantire una protezione estesa, con vantaggi rilevanti per la prevenzione della disabilità nei pazienti adulti con NMOSD AQP4-Ab+.

CHAMPION-NMOSD (NCT04201262) è un trial di fase 3, globale, open-label, multicentrico che valuta l’efficacia e la sicurezza di ravulizumab nei pazienti con NMOSD AQP4-positivi.

Ecco alcuni dei dati e degli aspetti salienti, inclusi quelli dell’estensione e dei follow-up disponibili:
Nel periodo primario del trial, ravulizumab ha mostrato una riduzione significativa del rischio di recidiva rispetto al confronto (time to first adjudicated relapse, p < 0,0001).

I dati dell’estensione a lungo termine (interim analysis) suggeriscono che nessun paziente in terapia con ravulizumab ha avuto una recidiva durante il follow-up complessivo (che include sia il periodo primario che l’estensione) nei soggetti arruolati.

L’analisi ha mostrato anche che i pazienti trattati erano meno soggetti a peggioramenti significativi della deambulazione (misurati con l’Hauser Ambulatory Index, HAI), con 3,4 % dei pazienti che hanno mostrato peggioramento vs 23,4 % nel gruppo placebo.

Il profilo di sicurezza è rimasto compatibile con quanto già noto: le infezioni meningococciche restano un rischio, e il protocollo del trial include misure di vaccinazione e monitoraggio per mitigarlo.Inoltre, studi ausiliari hanno valutato gli aspetti farmacocinetici e farmacodinamici di ravulizumab nel paziente NMOSD, confermando che l’inibizione del complemento è sostenuta nel tempo con somministrazioni distanziate.

In sintesi, CHAMPION-NMOSD e la sua estensione forniscono evidenze promettenti che ravulizumab possa mantenere un’efficacia prolungata nel prevenire recidive nei pazienti NMOSD AQP4-positivi, con un profilo di sicurezza ben tollerabile.

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