Studio ha dimostrato che il fumo di tabacco aumenta significativamente il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, indipendentemente dal sottotipo clinico
Una nuova ricerca condotta in Svezia, Norvegia e Finlandia, presentata al congresso 2025 dell’European Association for the Study of Diabetes (EASD), ha dimostrato che il fumo di tabacco aumenta significativamente il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, indipendentemente dal sottotipo clinico. Questi risultati rafforzano il ruolo centrale della prevenzione e della cessazione del fumo nella strategia globale contro il diabete di tipo 2.
L’analisi di oltre 7.000 soggetti ha evidenziato che i fumatori, sia attuali che ex, sono più esposti a tutte le varianti della malattia, con un’associazione particolarmente forte per il sottotipo caratterizzato da grave resistenza all’insulina (SIRD, severe insulin-resistant diabetes). Il rischio è risultato ulteriormente amplificato nei forti fumatori e nei soggetti con predisposizione genetica, suggerendo che il fumo possa agire in sinergia con fattori ereditari nel favorire l’insorgenza del diabete.
Il diabete di tipo 2 è una condizione cronica che si manifesta in modo diverso da persona a persona. Negli ultimi anni, è stato proposto che questa forma di diabete possa essere suddivisa in quattro sottotipi, ciascuno con caratteristiche cliniche e prognostiche specifiche. Tuttavia, non era chiaro se i fattori di rischio tradizionali, come il fumo, influenzassero in modo uniforme tutti i sottotipi.
I quattro volti del diabete di tipo 2
Secondo la classificazione proposta, il diabete di tipo 2 può essere suddiviso in quattro sottotipi. Il primo è il SIRD, caratterizzato da una grave resistenza all’insulina, in cui le cellule dell’organismo non riescono ad assorbire il glucosio in modo efficace. Il secondo è il SIDD (severe insulin-deficient diabetes), associato a una marcata carenza di insulina. Il terzo è il MOD (mild obesity-related diabetes), una forma lieve legata all’obesità e all’esordio precoce. Il quarto è il MARD (mild age-related diabetes), una variante lieve che si sviluppa più tardi nella vita, spesso in età avanzata.
Per analizzare l’impatto del fumo sui diversi sottotipi, i ricercatori hanno utilizzato i dati di 3.325 pazienti con diabete di tipo 2 e 3.897 soggetti di controllo. I pazienti erano suddivisi in 495 casi di SIDD, 477 di SIRD, 693 di MOD e 1.660 di MARD. I dati provenivano da uno studio norvegese con un follow-up medio di 17 anni e da uno studio caso-controllo condotto in Svezia.
Rischio amplificato nei forti fumatori e nei soggetti con predisposizione genetica
I risultati hanno mostrato che i soggetti che avevano fumato almeno una volta nella vita presentavano un rischio significativamente più elevato di sviluppare ognuno dei quattro sottotipi rispetto ai non fumatori. L’associazione più forte è stata osservata per il SIRD, con un rischio più che doppio rispetto ai soggetti che non avevano mai fumato. Anche gli altri sottotipi hanno mostrato un aumento del rischio, pari al 20% per il SIDD, al 29% per il MOD e al 27% per il MARD.
Il rischio aumentava ulteriormente nei forti fumatori, definiti come coloro che avevano fumato 20 sigarette al giorno per 15 anni, nei quali il rischio di sviluppare SIRD era 2,35 volte superiore rispetto ai non fumatori, mentre per gli altri sottotipi l’aumento era del 52% per il SIDD, del 57% per il MOD e del 45% per il MARD.
Il caso dello snus: il tabacco senza fumo
Un dato interessante emerso dallo studio condotto in Svezia riguarda l’uso dello snus, un prodotto a base di tabacco umido per uso orale molto diffuso nei Paesi scandinavi. Nei soggetti di sesso maschile, il consumo elevato di snus è risultato associato a un aumento del rischio per i sottotipi più severi, con un rischio di sviluppare SIDD e SIRD rispettivamente del 19% e del 13% superiore rispetto a chi non aveva mai utilizzato questo prodotto.
Interazione pericolosa tra fumo e predisposizione genetica
I ricercatori hanno anche valutato se il fumo potesse amplificare il rischio nei soggetti con predisposizione genetica al diabete, alla resistenza insulinica o alla ridotta secrezione di insulina. I risultati hanno confermato che i forti fumatori con predisposizione genetica sono particolarmente vulnerabili. Ad esempio, coloro che fumavano intensamente e presentavano un elevato rischio genetico di compromissione della secrezione di insulina avevano una probabilità più che tripla di sviluppare SIRD rispetto ai soggetti privi di questi fattori di rischio.
Gli autori hanno concluso che il fumo rappresenta un fattore di rischio significativo per il diabete di tipo 2, indipendentemente dal sottotipo. «È ormai evidente che il fumo aumenta il rischio di sviluppare il diabete in tutte le sue forme, sia che la malattia sia caratterizzata da resistenza all’insulina, da carenza di insulina, da obesità o dall’età avanzata» ha sottolineato Emmy Keysendal, ricercatrice presso il Karolinska Institutet, Stoccolma, Svezia. «L’associazione più forte è stata osservata nel sottotipo SIRD, suggerendo che il fumo possa compromettere la capacità dell’organismo di rispondere all’insulina».
«Questi risultati rafforzano l’importanza della cessazione del fumo nella prevenzione del diabete di tipo 2 e indicano che le informazioni genetiche potrebbero rivelarsi utili per identificare le persone che trarrebbero maggior beneficio da un supporto mirato per smettere di fumare» ha aggiunto.
Referenze
Keysendal E et al. Tobacco Use, Genetic Susceptibility, and the Risk of Type 2 Diabetes Subtypes. Abstract presented at the European Association for the Study of Diabetes in Vienna, Austria, September 15-19.

