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Tumore al seno: Trastuzumab deruxtecan cambia lo scenario terapeutico

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Una nuova svolta nella lotta al carcinoma mammario HER2-positivo precoce arriva dai risultati dello studio di fase III DESTINY-Breast05, che hanno confermato il potenziale di trastuzumab deruxtecan

Una nuova svolta nella lotta al carcinoma mammario HER2-positivo precoce arriva dai risultati dello studio di fase III DESTINY-Breast05, che hanno confermato il potenziale di trastuzumab deruxtecan, l’anticorpo-farmaco coniugato (ADC) sviluppato da AstraZeneca e Daiichi Sankyo.

Il trial ha dimostrato che il farmaco offre un miglioramento altamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da malattia invasiva (IDFS) rispetto a trastuzumab emtansine (T-DM1), finora considerato lo standard terapeutico nei pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo precoce ad alto rischio che presentano malattia residua dopo trattamento neoadiuvante.

Un cambiamento di paradigma
Il carcinoma mammario HER2-positivo rappresenta circa il 15-20% di tutti i tumori al seno. Nonostante i progressi ottenuti grazie alle terapie mirate, una quota significativa di pazienti in stadio precoce rimane a rischio di recidiva. Circa la metà di coloro che ricevono una terapia neoadiuvante standard presenta infatti ancora malattia residua al momento della chirurgia, condizione che si associa a una prognosi più sfavorevole e a una maggiore probabilità di evoluzione verso forme metastatiche.

Fino a oggi, in questo contesto clinico, il trattamento di riferimento era rappresentato da T-DM1. I dati del DESTINY-Breast05 indicano invece che trastuzumab deruxtecan non solo migliora in modo significativo l’IDFS, ma rappresenta anche un’opzione più efficace per contrastare la progressione della malattia in una fase cruciale del percorso terapeutico.

Due successi consecutivi
Il nuovo risultato arriva a pochi mesi dalla pubblicazione dei dati dello studio di fase III DESTINY-Breast11, che aveva mostrato la superiorità di trastuzumab deruxtecan rispetto alla terapia standard anche nella fase neoadiuvante, dimostrando tassi di risposta più elevati nelle pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo precoce ad alto rischio.

L’evidenza congiunta di due studi di fase III positivi nello stesso anno rafforza la posizione del farmaco come potenziale nuovo standard di cura lungo diverse fasi del trattamento, sia prima che dopo l’intervento chirurgico.

Le voci degli esperti
“Il DESTINY-Breast05 è il primo studio di fase III a dimostrare la superiorità di un farmaco rispetto a T-DM1 in questo setting”, ha dichiarato Susan Galbraith, Executive Vice President di Oncology R&D di AstraZeneca. “I dati mostrano un miglioramento clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da malattia invasiva, aprendo la strada a nuove prospettive di cura per i pazienti con malattia residua dopo terapia neoadiuvante”.

Dello stesso avviso Ken Takeshita, Global Head di R&D di Daiichi Sankyo: “Il trattamento post-neoadiuvante rappresenta l’ultima occasione per evitare la progressione verso la malattia metastatica. Con Enhertu disponiamo ora di un’opzione più efficace per agire in questa finestra cruciale”.

Verso una nuova pratica clinica
I dati del DESTINY-Breast05 saranno presentati ufficialmente al congresso ESMO 2025, e sono destinati a influenzare le future linee guida internazionali. Se confermati nella pratica clinica, potranno ridefinire la gestione del carcinoma mammario HER2-positivo precoce, aumentando le possibilità di guarigione definitiva per migliaia di pazienti in tutto il mondo.

Con due studi di fase III consecutivi a sostegno, trastuzumab deruxtecan consolida la sua candidatura a diventare il nuovo cardine terapeutico per questa forma di tumore, cambiando lo standard di cura in una fase in cui la tempestività e l’efficacia del trattamento possono fare la differenza tra recidiva e remissione duratura.

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