La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato Rhapsido (remibrutinib), sviluppato da Novartis, per il trattamento dell’orticaria cronica spontanea
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato Rhapsido (remibrutinib), sviluppato da Novartis, rendendolo il primo inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (BTK) autorizzato per il trattamento dell’orticaria cronica spontanea (CSU). Si tratta di una svolta terapeutica: fino ad oggi, infatti, le opzioni oltre agli antistaminici erano esclusivamente iniettabili.
La CSU è una malattia cutanea infiammatoria caratterizzata da orticaria e prurito imprevedibili, spesso di lunga durata e con forte impatto sulla qualità di vita. La nuova compressa, da assumere due volte al giorno, è indicata negli adulti che continuano a presentare sintomi nonostante l’uso di antistaminici.
Limiti delle terapie attuali
Gli antistaminici H1 di seconda generazione rappresentano il trattamento di prima linea. Tuttavia, più della metà dei pazienti resta sintomatica anche con dosi elevate.
Negli ultimi anni sono state introdotte terapie biologiche iniettabili come omalizumab (Xolair, Novartis/Roche) e dupilumab (Dupixent, Sanofi/Regeneron). Nonostante l’efficacia dimostrata, meno del 20% dei pazienti eleggibili riceve questi farmaci, a causa di difficoltà di accesso, costi e preferenze per terapie orali più semplici da assumere.
Come agisce remibrutinib
Remibrutinib agisce bloccando l’attività della BTK, una proteina chiave nella cascata di segnalazione immunitaria che porta all’attivazione dei mastociti e al rilascio di istamina.
“Remibrutinib rappresenta un nuovo modo di trattare la CSU”, ha spiegato Mark Lebwohl, membro del comitato direttivo del programma REMIX. “Inibendo la BTK, interrompe un passaggio fondamentale della risposta immunitaria e può offrire un sollievo rapido a molti pazienti.”
I risultati degli studi REMIX-1 e REMIX-2
L’approvazione della FDA si basa sui trial di fase III REMIX-1 e REMIX-2, che hanno arruolato circa 925 pazienti con CSU refrattaria agli antistaminici.
Dopo 12 settimane di trattamento, i pazienti trattati con remibrutinib hanno mostrato:
• riduzione significativa del prurito e del numero di pomfi rispetto al placebo;
• controllo dei sintomi già dalla seconda settimana in una quota consistente;
• circa un terzo dei pazienti libero da orticaria e prurito alla settimana 12.
Questi risultati indicano un effetto rapido e clinicamente rilevante, che risponde a un bisogno terapeutico finora insoddisfatto.
Sicurezza e tollerabilità
I dati di sicurezza sono apparsi favorevoli. Non è stata ritenuta necessaria alcuna forma di monitoraggio di laboratorio. Gli effetti collaterali più comuni hanno incluso cefalea, congestione nasale e disturbi gastrointestinali lievi, con un profilo simile al placebo.
Impatto sul mercato e confronto con i biologici
Secondo gli esperti, la disponibilità di una terapia orale rappresenta un passo avanti importante.
“Questa approvazione è significativa perché amplia le opzioni oltre ai trattamenti iniettabili, offrendo un farmaco che i pazienti possono integrare facilmente nella vita quotidiana,” ha dichiarato Giselle Mosnaim, investigatrice degli studi REMIX.
Il dermatologo Gil Yosipovitch (University of Miami) ha aggiunto che esiste “una grande opportunità per un farmaco orale che funzioni. Se ben promosso, potrebbe conquistare una quota rilevante del mercato nei prossimi anni.” Tuttavia, ha sottolineato che Dupixent continuerà a giocare “un ruolo importante, perché i clinici sono già molto abituati a utilizzarlo.”
Prospettive future: oltre la CSU
Novartis ha già depositato domanda di approvazione di Rhapsido in Europa, Giappone e Cina, dove le autorità regolatorie hanno concesso la revisione prioritaria.
In parallelo, il farmaco è in fase di sviluppo clinico anche per altre condizioni immuno-mediate, tra cui:
• orticaria cronica inducibile,
• idrosadenite suppurativa,
• allergie alimentari.
Se i risultati saranno confermati, remibrutinib potrebbe diventare il capostipite di una nuova classe di terapie orali per diverse malattie dermatologiche e allergiche a componente immunitaria.
Conclusioni
Con l’approvazione di remibrutinib, la gestione dell’orticaria cronica spontanea compie un passo decisivo. Per la prima volta, i pazienti hanno accesso a una terapia orale mirata al meccanismo patogenetico della malattia, che si aggiunge e non sostituisce le opzioni biologiche già disponibili.
L’arrivo di remibrutinib potrebbe cambiare lo scenario terapeutico, migliorare l’aderenza ai trattamenti e ampliare il numero di pazienti che riescono finalmente a controllare una patologia cronica, invalidante e spesso sottovalutata.

