Dermatite atopica, sicurezza di rocatinlimab immutata e benefici clinici sostenuti dopo un anno di trattamento
Nei soggetti con dermatite atopica da moderata a grave rocatinlimab, una nuova terapia di riequilibrio delle cellule T diretta al recettore OX40, offre miglioramenti duraturi nella clearance cutanea e nel prurito, mantenendo un profilo di sicurezza a lungo termine favorevole e bassi tassi di interruzione. Sono i risultati preliminari dello studio ASCEND annunciati da Amgen e Kyowa Kirin, che stanno co-sviluppando il farmaco.
La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica che colpisce il 15-20% dei bambini e fino al 10% degli adulti e causa pelle eccessivamente secca e pruriginosa. Le persone affette dalla forma moderata-grave presentano sintomi cronici, intensificati da riacutizzazioni imprevedibili che possono essere dolorose e interferire con la vita quotidiana.
Più della metà di questi pazienti riferisce un forte prurito, che porta a grattarsi ripetutamente, il che può causare l’ispessimento della pelle e renderla vulnerabile alle infezioni. Lo squilibrio delle cellule T è una delle cause principali della malattia e contribuisce alle manifestazioni cliniche, tra cui i sintomi ricorrenti e imprevedibili.
Rocatinlimab è un anticorpo monoclonale anti-OX40 in grado di riequilibrare le cellule T, progettato per inibire e ridurre le cellule T effettrici e di memoria patogene attraverso il targeting del recettore OX40, responsabile della stimolazione delle risposte infiammatorie sistemiche e locali nella dermatite atopica e in altre condizioni. È stato riportato che le cellule T effettrici che esprimono OX40 sono presenti nelle lesioni dei pazienti con dermatite atopica e sono fondamentali nella fisiopatologia della malattia.
Valutazione di sicurezza ed efficacia di rocatinlimab a lungo termine
Lo studio ASCEND ha arruolato circa 2.600 partecipanti e ha valutato l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di rocatinlimab somministrato a dosi di 150 mg o 300 mg ogni 4 o 8 settimane. I pazienti idonei a partecipare erano stati precedentemente inclusi nel programma ROCKET (IGNITE, HORIZON, SHUTTLE, ASTRO, ORBIT o VOYAGER).
L’analisi ha preso in esame i soggetti adulti che avevano completato 24 settimane di terapia in un precedente studio del programma ROCKET e avevano proseguito nel trial ASCEND per ulteriori 32 settimane. L’endpoint primario dell’analisi era la sicurezza a lungo termine ed era di natura descrittiva.
Profilo di sicurezza immutato e benefici clinici sostenuti dopo un anno di trattamento
Nel complesso i nuovi risultati preliminari suggeriscono che gli eventi avversi più comuni emersi durante il trattamento (≥5 ogni 100 anni-paziente in qualsiasi gruppo trattato con rocatinlimab e più frequenti rispetto al placebo) sono stati infezioni delle vie respiratorie superiori, cefalea, ulcere, influenza, rinite e tosse, in linea con i risultati dei precedenti studi ROCKET e con bassi tassi di interruzioni correlati agli eventi avversi.
Considerando l’intero programma di fase III ROCKET, incluso lo studio ASCEND, l’incidenza di ulcere gastrointestinali correlate a rocatinlimab è stata molto rara, con meno di un caso ogni 100 anni-paziente. Lo studio è in corso e continuerà a monitorare i risultati relativi alla sicurezza e all’efficacia a lungo termine fino a 104 settimane in pazienti adulti e adolescenti con malattia da moderata a grave.
La risposta clinica è stata definita come un miglioramento di almeno il 75% rispetto al basale del punteggio dell’Eczema Area and Severity Index (EASI 75) o un punteggio pari a 0 (guarigione) o 1 (quasi guarigione) nel Validated Investigator Global Assessment for Atopic Dermatitis (vIGA-AD) senza la necessità di una terapia di salvataggio alla settimana 24.
I pazienti che hanno ottenuto tale risposta negli studi HORIZON o IGNITE e che sono stati successivamente ri-randomizzati nello studio ASCEND, in particolare quelli che hanno continuato la monoterapia con rocatinlimab, hanno osservato benefici clinici sostenuti dopo un anno di trattamento, in temini di miglioramento della clearance cutanea, del prurito, dell’estensione e della gravità della malattia, indipendentemente dalla somministrazione ogni 4 o 8 settimane.
I risultati completi dello studio verranno condivisi in un prossimo congresso medico o in una pubblicazione peer-reviewed.

