Aldo Rossi con il suo lavoro, protagonista fino al 9 novembre di una mostra nella sede di Pietrasanta della Galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura
“Credo sempre che, nella vita come in architettura, se cercavamo una cosa non cercavamo solo quella; per questo in ogni ricerca vi è sempre un grado di imprevedibilità”. Scriveva così Aldo Rossi a proposito del suo lavoro, protagonista dal 26 settembre 2025 di una mostra nella sede di Pietrasanta della Galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura.
Pensata per la decima edizione della Collector’s Night di Pietrasanta, l’esposizione, attraverso alcuni esempi di grafica degli anni Settanta, una serie di disegni originali e la celebre Cabina dell’Elba, prodotta dalla galleria in collaborazione con gli Eredi Aldo Rossi e la Fondazione Aldo Rossi, vuole offrire uno sguardo articolato sulla produzione dell’architetto e artista, usando come filo conduttore l’idea del progetto come memoria, immaginazione e costruzione emotiva.
La selezione delle opere, in collaborazione con l’Estate di Aldo Rossi, rivela non solo il pensiero architettonico, ma anche la carica emotiva e culturale che attraversa l’intera opera rossiana.
Come osservava Ettore Sottsass: “Le sue architetture, i suoi muri tesi, i suoi cubi chiusi, il peso immenso dei suoi mattoni e delle sue pietre, l’opacità vibrante dei suoi intonaci, le sue alte scale che finiscono in penombre tristi, le sue “sproporzioni”, le sue violenze, le sue dichiarazioni, qualche volta senza pietà, le sue citazioni classiche o popolari, che la pseudo modernità democratica non ha né diritto né sufficienti giustificazioni per cancellare – e che invece nelle sue architetture salgono in superficie come frammenti di fossili a tenere compagnia alle speranze – e poi soprattutto una certa castità e una certa permanente attitudine al perdono, alla calma e nobiltà nel giudizio morale, formano quel complesso sistema “umano” che Aldo Rossi usa e lo collocano tra gli architetti – come si dice – più impegnati; impegnati non tanto nei riguardi delle logiche interne dell’architettura, di cui pare Aldo Rossi sappia molto, quanto nelle logiche del rapporto tra l’architettura e la storia come commozione collettiva”.

