L’impiego di corticosteroidi per asma si associa, in pazienti affetti da asma pediatrico ad un aumento della probabilità di andare incontro a frattura ossea
L’impiego di corticosteroidi per asma si associa, in pazienti affetti da asma pediatrico ad un aumento della probabilità di andare incontro a frattura ossea, stando ai risultati di uno studio pubblicato su Pediatric Allergy and Immunology.
Lo studio, pertanto, sottolinea la necessità di implementare strategie della gestione dell’asma che diano priorità anche alla salute ossea.
Razionale e disegno dello studio
L’asma pediatrico, in quanto condizione infiammatoria cronica, è notoriamente stato associato da tempo ad un aumento del rischio di fratture, attribuibile sia all’infiammazione persistente sia al trattamento con corticosteroidi.
Il nuovo studio si è proposto di valutare l’associazione tra asma pediatrico e rischio di fratture, avvalendosi dei dati provenienti dal database del Servizio Sanitario Nazionale della Corea del Sud.
Utilizzando il database South Korean National Health Insurance Service National Sample Cohort fino al 2019, i ricercatori hanno valutato 11.625 bambini nati tra il 2002 e il 2004 per determinare come l’asma pediatrico e l’impiego di corticosteroidi (recente e cumulativi) fossero ciascuno collegati alla probabilità di insorgenza di fratture.
Questa popolazione includeva 2.325 bambini con diagnosi di asma a 6 anni o più e 9.300 bambini senza asma (gruppo di controllo).
Per rendere omogenee le popolazioni in studio, trattandosi di studio osservazionale, è stato effettuato un incrocio dei dati mediante propensity score, tenendo conto del sesso di appartenenza, della posizione socioeconomica, della regione di nascita e della presenza di comorbilità che influenzano la salute ossea (es: dermatite atopica, rinite allergica e condizioni infiammatorie).
Risultati principali
Dall’analisi di regressione logistica è emerso che, rispetto ai bambini senza asma, i ricercatori hanno calcolato un rischio significativamente maggiore di fratture tra quelli con asma (OR = 1,22; IC95%, 1,12-1,34).
Nello specifico, nel gruppo di pazienti con asma pediatrico, 940 hanno avuto una frattura, a differenza dei rimanenti 1.385. Non solo: tra questi due gruppi, lo studio ha evidenziato differenze significative nella proporzione di pazienti con prescrizioni di corticosteroidi sistemici (con frattura: 37,23% vs. senza frattura:, 1,73%) e nella proporzione di pazienti con un’elevata dose cumulativa di prednisone (9,26% vs. 0,51%).
Dopo aggiustamento dei dati per la presenza delle diverse variabili sopra indicate (sesso, età, stato socioeconomico, rinite allergica, dermatite atopica, nascita pretermine, ritardo di crescita intrauterino, disturbi tiroidei, malattia infiammatoria intestinale, diabete mellito, artrite idiopatica giovanile e sindrome nefrosica), i ricercatori hanno documentato un rischio significativamente più elevato di frattura tra i piccoli pazienti con asma e una storia d’impiego di corticosteroidi inalatori (ICS) rispetto ai pazienti con anamnesi negativa relativa all’impiego di questi farmaci (OR aggiustato = 2,3; IC 95%: 2,28-2,34).
Scomponendo i dati relativi all’impiego di ICS in tre intervalli temporali, lo studio ha continuato a mostrare probabilità significativamente più elevate di frattura tra coloro che facevano ricorso agli ICS rispetto agli altri. Nello specifico:
– Impiego di ICS inferiore a 90 giorni prima della frattura (aOR = 2,98; IC 95%: 2,95-3,05)
– Impiego di ICS 90-180 giorni prima (aOR = 1,86; IC 95%: 1,8-1,91)
– Impiego di ICS 181-365 giorni prima (aOR = 1,72; IC 95%: 1,69-1,74)
I ricercatori hanno dimostrato un rischio significativamente elevato di frattura tra i bambini con asma pediatrico sottoposti a prescrizioni di corticosteroidi sistemici rispetto a quelli non trattati (aOR = 6,71; IC 95%:6,2-7,25), così come tra i bambini sottoposti a dose cumulativa bassa o elevata di prednisone rispetto a nessun trattamento (dose cumulativa bassa, aOR = 2,15; IC95%: 1,97-2,33; dose cumulativa elevata, aOR = 3,09; IC95%, 2,84-3,37).
Implicazioni dello studio
“Questi risultati – hanno scritto i ricercatori nelle conclusioni del lavoro – evidenziano la necessità di affrontare sia l’infiammazione associata all’asma sia i potenziali effetti negativi delle terapie farmacologiche nelle pratiche cliniche”.
“Date le fasi critiche della crescita e dello sviluppo osseo durante l’infanzia – continuano – l’adozione di interventi per ridurre l’infiammazione sistemica e perfezionare gli approcci terapeutici potrebbe ridurre significativamente il rischio di fratture e migliorare gli outcome a lungo termine nei pazienti con asma pediatrico”.
“Attraverso una valutazione completa dell’asma stesso insieme a un’analisi dell’uso di corticosteroidi – concludono – questo studio colma lacune critiche nella letteratura esistente ed enfatizza l’importanza di una strategia multidisciplinare che integri un controllo ottimale dell’asma, una valutazione continua della salute ossea e l’implementazione di interventi specificamente progettati per ridurre il rischio di fratture”.
In estrema sintesi, lo studio rappresenta un richiamo a riesaminare gli algoritmi terapeutici in essere e a dare priorità ad una cura olistica e preventiva per i bambini con asma.
Bibliografia
Ji H, et al. Association between corticosteroid use and fracture risk in children with asthma: A nationwide cohort studyPediatr Allergy Immunol. 2025;doi:10.1111/pai.70143.
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