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Colite ulcerosa: tofacitinib e filgotinib a confronto

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Tofacitinib e filgotinib nel trattamento della colite ulcerosa: un testa a testa alla pari tra efficacia e sicurezza

Un recente studio multicentrico della Rete siciliana sulle Malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) ha confrontato direttamente efficacia e sicurezza dei due farmaci, tofacitinib e filgotinib, in condizioni di pratica clinica reale in pazienti con colite ulcerosa. I risultati mostrano tassi simili di remissione e risposta clinica, con profili di sicurezza complessivamente accettabili, suggerendo che entrambi possano rappresentare opzioni valide per pazienti con colite ulcerosa moderata-severa. Lo studio è stato pubblicato su Digestive and liver disease.

Colite ulcerosa e nuove opzioni terapeutiche
La colite ulcerosa (UC) è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino, caratterizzata da fasi di riacutizzazione e remissione, che può compromettere in modo significativo la qualità di vita dei pazienti.
Le terapie convenzionali, inclusi corticosteroidi, aminosalicilati e farmaci immunosoppressori, permettono a molti pazienti di controllare la malattia, ma una quota rilevante non ottiene risultati soddisfacenti o sviluppa resistenza nel tempo.
Negli ultimi anni, l’avanzamento nella comprensione dei meccanismi immunologici alla base dell’UC ha favorito lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche, in particolare i biologici e le piccole molecole a somministrazione orale.

Tra queste ultime, gli inibitori delle Janus chinasi (JAKi) si sono affermati come opzione promettente. Il tofacitinib (TOFA), che agisce su più isoforme della famiglia JAK, e il filgotinib (FILGO), mirato selettivamente a JAK1, sono stati entrambi approvati per i casi di UC da moderata a severa, offrendo un approccio alternativo alle terapie endovenose o sottocutanee.
La differenza principale tra i due risiede nella selettività di azione: se TOFA inibisce in modo ampio le chinasi JAK1, JAK2 e JAK3, con potenziali effetti più robusti ma anche maggior rischio di eventi avversi, FILGO si concentra su JAK1, ipotizzando un miglior equilibrio tra efficacia e tollerabilità. Tuttavia, fino a oggi, studi comparativi diretti in contesti reali erano limitati.

Lo studio del network siciliano: confronto diretto TOFA vs FILGO
Per rispondere a questa esigenza, la Rete siciliana sulle MICI ha condotto un’analisi di coorte multicentrica basata su dati real-world, includendo 263 pazienti adulti affetti da UC trattati con tofacitinib (n=171) o filgotinib (n=92) e seguiti per almeno 16 settimane. L’uso del propensity score weighting ha permesso di bilanciare le caratteristiche di base, rendendo il confronto più robusto.

Risultati di efficacia
Alla settimana 24, la remissione clinica senza steroidi (SFCR) è stata raggiunta dal 58,8% dei pazienti trattati con TOFA e dal 44,9% di quelli in terapia con FILGO. Sebbene il dato numericamente favorisca TOFA, la differenza non ha raggiunto significatività statistica. Le percentuali di risposta clinica complessiva sono risultate simili (63,6% per TOFA vs 59,0% per FILGO).
La persistenza terapeutica, ossia la capacità di mantenere il trattamento senza interruzioni, è stata elevata in entrambi i gruppi: 83,5% per TOFA e 76,4% per FILGO a 24 settimane. Anche in questo caso, le differenze non sono risultate statisticamente significative. Questi risultati, ottenuti con una metodologia rigorosa, indicano che l’efficacia dei due farmaci è sostanzialmente sovrapponibile, e che tale tendenza potrebbe mantenersi anche nel lungo termine.

Un aspetto rilevante riguarda la gestione terapeutica: una parte significativa dei pazienti trattati con TOFA ha beneficiato della possibilità di prolungare la fase di induzione o di aumentare la dose in caso di perdita di risposta. Questa flessibilità di dosaggio rappresenta un vantaggio concreto di TOFA, ma al momento non è noto se un approccio analogo con FILGO potrebbe portare a risultati simili. D’altro canto, un’esposizione più elevata al farmaco, come consentito con TOFA, potrebbe anche comportare un aumento del rischio di eventi avversi.

Sicurezza e tollerabilità
Gli eventi avversi sono stati riportati con maggiore frequenza tra i pazienti trattati con TOFA (12,7 per 100 persone-anno) rispetto a FILGO (5,4 per 100 persone-anno), ma senza significatività statistica. L’interpretazione di questi dati deve comunque tenere conto del campione più numeroso e del follow-up più lungo nel gruppo TOFA.

Tra gli eventi avversi più frequenti in quest’ultimo gruppo è stata segnalata l’ipercolesterolemia, in genere lieve e non tale da richiedere sospensione della terapia. Sono stati registrati anche pochi casi di infezioni, senza complicanze gravi. Importante sottolineare l’assenza di riattivazioni di herpes zoster, probabilmente grazie a una strategia vaccinale preventiva sistematica adottata nella coorte SN-IBD.

Infine, due casi oncologici (un carcinoma del colon in un paziente trattato con TOFA e un carcinoma ovarico in una paziente trattata con FILGO) sono stati riscontrati, ma la correlazione con i farmaci appare improbabile sia per la breve esposizione sia per la complessità della storia clinica dei pazienti.

Implicazioni cliniche e confronto con altri studi
Il valore di questo studio non risiede soltanto nei risultati, ma anche nell’approccio metodologico: l’impiego del propensity score ha permesso di minimizzare i bias legati alle differenze di partenza tra i gruppi, garantendo maggiore robustezza ai dati. Sebbene il campione relativamente ridotto per FILGO e l’assenza di valutazioni endoscopiche sistematiche rappresentino limiti, le conclusioni rimangono solide e clinicamente rilevanti.

I risultati si inseriscono in un filone di ricerche real-world che hanno mostrato esiti simili: studi giapponesi hanno riportato percentuali di remissione clinica comparabili tra TOFA e FILGO, con differenze solo nei tempi di risposta o nei sottogruppi di pazienti più difficili da trattare. Complessivamente, questi dati convergono nel suggerire una sostanziale equivalenza tra i due inibitori JAK in termini di efficacia.

Conclusioni: due valide opzioni per una malattia complessa
Il confronto tra tofacitinib e filgotinib condotto nella rete siciliana mostra come entrambi gli inibitori JAK offrano tassi elevati di remissione e buona persistenza terapeutica in pazienti reali con colite ulcerosa moderata-severa. Le differenze in termini di efficacia non sono risultate statisticamente significative, mentre il profilo di sicurezza appare complessivamente favorevole, pur con qualche segnale da monitorare.

In un panorama terapeutico in rapida evoluzione, privo ancora di trial randomizzati diretti, questi dati offrono ai clinici uno strumento utile per orientare le decisioni. TOFA e FILGO emergono come opzioni comparabili, con peculiarità differenti che possono guidare una scelta personalizzata: la flessibilità di dosaggio per TOFA, la selettività d’azione per FILGO. In ogni caso, l’esperienza clinica, il monitoraggio costante e la valutazione multidisciplinare restano elementi imprescindibili per garantire ai pazienti la miglior gestione possibile di una patologia complessa e imprevedibile come la colite ulcerosa.

Fabio Salvatore Macaluso et al., Comparative effectiveness and safety of tofacitinib and filgotinib in patients with ulcerative colitis: A propensity score-weighted cohort study. Dig Liver Dis. 2025 Aug 26:S1590-8658(25)00956-9.

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