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Ex portantina inventò due gravidanze per non andare al lavoro: dovrà risarcire 130mila euro

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Figli inventati per non andare al lavoro, ora dovrà risarcire 130mila euro: la donna, che oggi ha 58 anni, era un’ex portantina del S.Orsola. nel 2011 venne anche arrestata per truffa aggravata e falso ideologico in atto pubblico

Con due finte gravidanze (da cui sarebbero nati in Spagna Ettore e Agata, in realtà mai nati) e una marea di certificati di malattia, era riuscita ad andare al lavoro solo per sei giorni in nove anni. Avete capito bene. Ebbene, ora a distanza di dieci anni arriva anche la tegola della giustizia erariale per Silvia S., ex dipendente del Sant’Orsola di Bologna già condannato dalla giustizia penale. La donna è stata ora condannata a pagare un maxi-risarcimento nei confronti del Policlinico Sant’Orsola di Bologna di cui una volta era dipendente e che, dieci e passa anni fa, ha truffato in lungo e in largo.

56 CERTIFICATI DI FALSE MALATTIE

È questo l’epilogo della ex dipendente dell’Azienda ospedaliero-universitaria, che lavorava come portantina e oggi ha 58 anni, che era riuscita a lavorare solo una manciata di giorni nell’arco di circa nove anni grazie a due finte gravidanze (con tutti i benefit anche fiscali annessi) e numerosi certificati di malattia. La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti di Bologna ha dunque condannato la donna a risarcire il Sant’Orsola per 129.370 euro, accogliendo così integralmente la richiesta della Procura contabile regionale. La cifra è stata così calcolata: 69.370 euro è considerato danno patrimoniale, conseguente e “corrispondente alle somme indebitamente percepite sulla base di 56 certificati attestanti false malattie“. A questi si aggiungono altri 60.000 euro come risarcimento del danno d’immagine per il Policlinico, “in considerazione della gravità delle condotte contestate dalla Procura regionale, tenuto conto altresì del carattere sistematico e la risonanza mediatica delle stesse”.

LA DONNA NON HA ANCORA PAGATO NIENTE

Già in precedenza, ricorda la magistratura contabile, in un altro giudizio davanti alla Corte dei Conti, la donna era stata condannata al risarcimento in favore del Sant’Orsola “del danno patrimoniale conseguente alle false attestazioni di gravidanze in realtà inesistenti”, pari a 67.432 euro. In sede penale, l’ex dipendente dell’ospedale era già stata condannata a tre anni e a un anno e otto mesi per truffa e falso ideologico. In favore del Policlinico, inoltre, erano state riconosciute anche “due provvisionali immediatamente esecutive di 30.000 e 20.000 euro rimaste senza seguito“.

LA VICENDA

Silvia S. bolognese, cominciò a truffare il Sant’Orsola (per cui lavorava dal 1995) nel 2003, dopo l’unica gravidanza vera della sua vita, che portò alla nascita di una figlia nel 2002. Le due successive gravidanze, che le hanno fruttato lunghi periodi a casa prima in maternità e poi in congedo, erano inventate di sana pianta. Convinceva i ginecologi di avere dolori per ottenere il certificato per gravidanza a rischio e all’ospedale aveva mandato autocertificazioni relative alla nascita dei sue figli, dicendo di averli partoriti in Spagna, uno nel 2003 e uno nel 2008. A tutto ciò si aggiunsero assenze su assenze per una presunta dermatite da contatto con i detersivi, che le venne riconosciuta come causa di servizio. Per questa vicenda, che fece scalpore quando venne scoperta nel 2011, la donna venne anche arrestata e passò un lungo periodo ai domiciliari. Le accuse nei suoi confronti erano truffa aggravata e falso ideologico in atto pubblico. Oggi, dopo 10 anni, arriva la sentenza della Corte dei conti.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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